1.Ciao,Los Angeles!

1.2K 52 21
                                    

Ah, sia benedetto lo Starbucks che hanno appena aperto in aeroporto.
Dopo un a notte in volo con un tizio che assomigliava a Babbo Natale e che mi dormiva sul braccio, un caffè è quello che ci vuole.
Ci mancava solo che mi chiedesse cosa voglio per Natale.
Lì, l'avrei tenuto sveglio tutta la notte, partendo da una Barbie con castello e macchina, delle Polly con una marea di vestitini, magari anche delle Bratz, tanto per. E poi forse un iPad. E magari anche il nuovo profumo di Taylor Swift.
E forse anche un Brad Pitt di 30 anni fa.
Aggiungiamoci anche Francisco Lachowski e un'innata dote di fare pupazzi di neve che abbia almeno la carota in faccia invece che averla nelle parti basse.
Prendo velocemente le due valigie e il borsone dal nastrone e corro verso lo Starbucks, tirando già fuori cinque dollari.
Mi metto in vila e controllo l'ora. Le 9.37 di mattina. Morirò, morirò.
Dopo una marea di clienti insoddisfatti, vecchiette che dovevano assolutamente appoggiarsi a quelli davanti a loro perchè erano stanche e qualche spinta qui e lì, finalmente raggiungo la cassa.
"Salve, vorrei un caffè con marshmallows." Do i soldi alla donna dietro il bancone e tamburello piano con le dita. Controllo l'ora di nuovo e appoggio il telefono sul bancone.
Ancora un'ora di taxi e sono a casa. Sono a casa, casa, casa.
Un tipo col cappuccio mi viene accanto. "Ciao, scusa, posso passare davanti? Il mio aereo parte tra cinque minuti e ho urgente bisogno di caffeina."
E che palle! Annuisco leggermente. "Certo." Mi sposto indietro e lo lascio passare.
"Grazie." Sorride e ordina un caffè con doppia razione di zucchero e panna. Wow.
Mi lecco le labbra mentre mi guardo intorno.
Una donna corre dietro alla figlia, tenendo palloncini viola scuro nella borsa. Interessante.
Mi volto di nuovo e osservo attentamente la maglia del tipo davanti a me.
Mhm, sembra Gucci! Raffinato, il tipo.
Prende il suo caffè e paga. "Grazie." Mi sorride ancora, prende il caffè e il telefono e corre via.
"Ecco a lei." La donna mi sorride e mi porge il caffè che avevo ordinato. Esco dalla linea ed esco dall'aeroporto, fermando - che botta di culo! - un taxi che ha appena scaricato un intero asilo di bambini.
Entro in macchina velocemente. "Salve, dovrei andare a Montrose Avenue, per favore." Dico all'autista, dandogli il foglietto con l'indirizzo.
"Lei essere qui per lavoro?" Mi chiede, partendo piano piano ed evitando di mettere sotta una donna con il burqa.
"No, sono venuta a trovare mia sorella." Mando giù il finestrino e inalo l'aria. Oh, che buon profumo di... Di... Una puzza di sigaretta mi entra nelle narici.
Che palle. Benvenuti a Los Angeles!

Entro in casa tirandomi dietro le mie bellissime due valigie e un borsone.
"Si può sapere cos'è tutto questo baccano?!" Mia sorella esce dal salotto e spalanca gli occhi. "Eve!" Mi corre incontro e mi abbraccia, facendo cadere le valigie giù per le scale.
Che cazzo, sono appena riuscita a tirarle su!
Sbuffo e mi allontano. "Ciao, Vanessa." Raccolgo il borsone da terra. "Tu prendi le valigie."
"Sono contenta di sapere che sei ancora la solita antipatica sorellina che avevo lasciato." Mi da un leggero schiaffo sulla guancia e prende le valigie, tirandole in casa.
"Allora, dov'è la mia stanza? Il bagno? La cucina?" Mi guardo intorno. É una bella casa, non c'è che dire.
"Si, allora." Batte le mani una volta. "La stanza è al piano di sopra, la prima a sinistra. Il bagno è in camera e la cucina è a destra." Indica le parti della casa e io annuisco.
"Ok, allora. Se non ti dispiace, io vado a morire nella vasca." Annuisco, correndo al piano di sopra.
"Devi aspettare un po' prima che l'acqua si scaldi!" Mi urla da sotto. Alzo gli occhi al cielo e trovo la mia stanza.
Ok, ha i muri rosa pallido e un letto enorme.
Non mi serve nient'altro.
Mi butto sul piumono.
Tiro fuori il telefono e lo sblocco.
Aspetta.
Lo blocco e guardo il display.
Sicuramente non avevo come sfondo Justin Bieber e Selena Gomez.
Lo sblocco di nuovo e vado a controllare i messaggi.
Ho scambiato il mio telefono con una ossessionata con Justin? Perfetto.
Selena, Scooter, Chaz, Christian, Taylor, Fredo.
Vado a vedere le foto.
Justin, Justin, Justin, un cesso, Justin, un braccio, un gufo.
Decisamente non è il mio telefono.
Grande.
Ho il telefono di Justin Bieber in mano e l'unica cosa che sono capace a fare è andare a vedere se tiene foto di se stesso nudo.
Idea grandiosa, Evelyn. Mi alzo dal letto e ci tiro sopra il telefono.
Non sono dell'umore giusto per sclerare, adesso.
Entro in bagno, lascio partire l'acqua e mi infilo sotto la doccia.
Merda!
Lo shampoo!
Sospiro e sbatto la testa contro un muro.
Ecco come finisce quando viaggi di notte.

Can you keep a secret?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora