Discriminazione, questa cara vipera

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Per quale motivo si viene discriminati? Perché si è diversi dall'abitudinario e per ciò la parte più istintiva del cervello umano fa reagire il discriminatore come se si trovasse di fronte ad un pericolo da dover isolare, sconfiggere e annullare nei confronti del discriminato.

Una persona nel 2016 si aspetterebbe una vasta apertura mentale da parte della gente, ma come dimostrano fatti di cronaca, le risposte che mi vengono date quando cerco di instaurare un dialogo su temi delicati come questo e il trattamento che viene riservato a persone "diverse" (chi per un motivo, chi per l'altro), è evidente che questa apertura mentale è ancora lontana per gran parte della popolazione mondiale.

C'è chi viene discriminato per il suo sesso, chi per possedere determinate caratteristiche fisiche, chi per avere particolari patologie, chi per il suo carattere, chi per come si veste, chi per appartenere ad un determinato movimento piuttosto che ad un altro, chi per avere determinate origini, chi per la sua cultura, chi per il suo orientamento sessuale... Si viene discriminati per un po' tutto.

C'è chi inizia a discriminare da piccolo, a scuola, magari i bambini/ragazzi più strani, o i più bravi della classe, chi viene da un'altra città o da un'altra scuola, chi ha una malattia genetica, chi perché è più effemminato o più mascolina... Insomma, si sa che il bullismo è effettivamente una forma di discriminazione.
Con il bullismo ho un bel po' di precedenti. Ma d'altronde, io ero la ragazzina strana, che veniva da un'altra scuola, la "secchiona" della classe... Ho iniziato presto con queste faccende, nell'ultimo anno d'asilo, quando sono stata costretta a cambiare scuola a causa della celiachia, altro fattore per cui essere presa di mira da tutti.
Ma non voglio parlare di me.

I fatti di Orlando mi hanno sconvolto. Pensavo si stesse andando a debellare l'odio verso i gay, ma evidentemente non è così.

Hashtags e cose varie non servono a nulla.
Sono convinta che l'unico modo per abbattere i muri della discriminazione sia il dialogo, l'informazione, in modo da sconfiggere il primo istinto di rigetto e far nascere la curiosità verso la novità. Confrontandoci con ciò che è diverso da noi, o da ciò a cui siamo abituati, può solo che darci vantaggi. O magari sono io a sbagliarmi. Magari dobbiamo tornare al nostro stato di animale e vivere come tale. Mi chiedo come facciamo a considerarci umani se abbiamo il costante bisogno di fare del male a noi stessi o agli altri per sentirci vivi.

Quanta amarezza.



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