a short story: the killjoys

79 15 4
                                    

vivevano tutti e quattro insieme

in una casa con i muri mezzi rotti e l'intonaco scrostato
molte delle antiche stanze inutilizzate erano andate a farsi benedire, reduci da bombardamenti e dallo scorrere inesorabile del tempo.

molti muri erano crollati o semplicemente schiantati.
molte finestre avevano i vetri infranti e alcuni vecchi quadri, che nessuno aveva voglia di raccogliere, erano caduti a terra.

i muri erano interamente tinti dai colori più disparati

molte erano le stanze che avevano le pareti dipinte con colori diversi.

la casa era grande, ma non abbastanza per contenere quattro rompicoglioni guastafeste.

da qualche parte, in tutto quel casino, c'era una sveglia

ci doveva essere.

ma da tempo immemore, di quel piccolo aggeggio di salvezza assillante non v'era più traccia

perso fra i rottami di pistole raggio rotte, batterie di vecchi apparecchi per le comunicazioni racimolati qua e là per le discariche della zona, fumetti, disegni e avanzi di cibo.

tutto quel caos, però, era distribuito in a malapena cinque stanze e un corridoio.

tutto il resto era inusufruibile.

due erano le stanze da letto da condividere,
anche se, nella maggior parte dei casi, i letti non venivano nemmeno sfiorati dagli inquilini della casa, che si ritrovavano a dormire ammassati sul divano di pelle logora, troppo stanchi e ubriachi dopo una missione riuscita particolarmente bene

peò, secondo delle leggi antichissime, concordate durante una sera d'estate, -in cui era presente probabilmente più alcool che sangue- party poison e fun ghoul condividevano una stanza mentre kobra kid e jet star vivevano nell'altra.

da pochi mesi a questa parte, avevano accolto nella casa anche show pony

un tipo interessante, davvero, ma anche parecchio vanitoso ed egcentrico

il più delle volte non rispondeva nemmeno al suo vero nome, ma solo a quello da killjoy

affermava che fosse una sorta di distacco dai genitori dopo la "ribellione"

bha, vallo a capire questo

per le prime settimane fun ghoul si era divertito fin troppo a chiamarlo col suo nome originale -e relativi soprannomi e abbreviativi- solo per vedere l'adolescente arrabbiarsi a avere dei veri e propri attacchi d'isteria.

stettero due settimane senza parlarsi

si aprirono persino delle scommesse su chi avrebbe ceduto prima, ovviamente vinse kobra kid, quel cretino fortunato.

al contrario di show pony, agli altri inquilini della casa piaceva chiamarsi col proprio nome di nascita

li faceva sentire ancora legati al vecchio mondo, coi piedi per terra

una volta chiusa la porta di quella casa, la rivoluzione e le sue morti rimanevano barricate fuori e loro tornavano ad essere i ventenni sognatori di un futuro migliore che erano.

tutti avevano paura, ma semplicemente, si rifiutavano di ammetterlo

a frank e gerard piaceva ancora dormire abbracciati, come facevano negli anni precedenti alla rivoluzione.

quando gli spari e le esplosioni si facevano più vicini, loro si stringevano più forte.

mikey e ray, quando non riuscivano a dormire, ancora si divertivano a contare gli spiragli di luce che nelle sere nuvolose e piene di nebbia arrivavano da battery city.

durante l'inverno show pony si era infiltrato nella loro camera, dichiarando che il divano era troppo freddo e che un culo come il suo "andava trattato bene"

da quando la ragazza era stata rapita dai cattivi di battery city, però, la casa era più vuota.

gerard non se lo sarebbe mai perdonato, se l'avesse persa.

troppe erano state le morti, troppi amici erano stati uccisi e, adesso, le uniche persone a cui teneva di più erano sotto quel tetto.

gerard e frank non erano una coppia da "ti amo", forse lo erano stati un tempo, ma adesso molto era cambiato.

da qualche parte nella casa, qualcuno aveva dimenticato di spengere la radio e, adesso, la voce rassicurante del dr. deathdefying riempiva le mura dell'edificio.
le tende delle finestre aperte lasciavano entrare le luci della città

party poison guardava all'esterno dell'abitazione, forse troppo pensieroso e preoccupato del giorno che stava per arrivare.

avevano finalmente concordato nell'andare a salvare la ragazza.
dopo mesi, erano pronti per quella missione che probabilmente, poteva essere l'ultima.

"pss... frankie? già dormi?" mormorò abbassando lo sguardo sul corpo rannicchiato contro il suo.
i capelli scompigliati gli coprivano il volto, già mezzo nascosto dall'enorme cuscino.

un rumore sommesso venne fuori dalla bocca del moro

"sei preoccupato per domani?" la voce di frank precedette le sue parole

il rosso prese un respiro profondo "forse un po' nervoso," lo strinse di più al suo corpo, alzando le coperte e coprendo i corpi nudi di entrambi. "ma no, combatterei al tuo fianco fino alla morte."

sentì frank sorridere contro la sua spalla "combatterò al tuo fianco fino alla fine"

quello era il loro "ti amo" e valeva più di mille parole.

// è solo un piccolo prequel al video di sing [lacrimuccia]
you know what?
chissene frega della decenza quando è estate e puoi rimanere sveglia quando vuoi!!

die with your mask on, if you got to || frerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora