- Da ragazzina, quando avevo più o meno la tua età, - disse la madre di Tilly passandole la spazzola tra i lunghi capelli scuri, - andavo matta per il pattinaggio sul ghiaccio.
Tilly girò la testa, incuriosita.
- Il pattinaggio sul ghiaccio?
Cercò di immaginarsi la scena: la mamma che scivola con grazia su una pista di ghiaccio con ai piedi un paio di pattini a lama e si esibiva in salti e piroette.
- Oh, si. Lo adoravo, - disse la madre di Tilly.
- Quasi quanto tu adori i cavalli, tesoro.
Dire che Tilly Redbrow adorava i cavalli era poco: la sua passione per loro era immensa, enorme, infinita. Per intuirlo bastava dare un'occhiata alla sua cameretta. Ogni centimetro di parete era coperto da poster delle migliori razze di cavalli di tutto il mondo. Passava tutto il suo tempo libero esplorando siti internet sull'equitazione, dove poteva leggere blog e gestire la sua squadra virtuale, perdendosi in un mondo tutto suo. Sparpagliate in giro per la sua stanza c'erano copie della sua rivista preferita, Pony, che il padre le comprava una volta al mese alla grande edicola del paese vicino.
A Tilly piaceva particolarmente la rubrica con le foto delle lettrici. C'erano ragazze che avevano davvero un pony tutto loro:
Helen Davis del Somerset con Prince, il suo Connemara grigio pomellato, mentre saltavano un fosso; Lucy Nicholson di Oxford, mentre completata senza errori un percorso a ostacoli in groppo a Featherboy, il suo pony alto centotrentacique centimetri. Tilly avrebbe voluto esserci anche lei in quelle foto.
La sera, prima di addormentarsi, fantasticava di galoppare nella prateria, o in aperta campagna, in groppa al suo cavallo immaginario preferito: un misterioso stallone nero di nome Magic Spirit.
- Tilly! Tilly! - disse la mamma riportandola alla realtà. - Preferisci che ti faccia la coda o le trecce?
- Le trecce.
- Come sempre, - disse la mamma cominciando a intrecciare le ciocche di capelli scuri di Tilly, troppo lunghi perché potesse farlo da sola. Non voleva assolutamente tagliarli. Da quando aveva memoria, li aveva sempre avuti lunghi. Le arrivavano alla vita e lavarli e tenerli in ordine era un bel lavoro, ma gli piacevano così.
- Allora, da piccola avevi dei pattini tutti tuoi? - domandò Tilly quando la mamma ebbe finito.
- Santo cielo, no. Erano troppo cari. Nonna Gwen e nonno Pete non potevano permettersi lussi del genere. Dovevo accontentarmi di guardare i pattinatori in tivù. Tutti quei costumi svolazzanti e pieni di lustrini... che splendore. Però avevo un sacco di libri e poster... proprio come te. Me ne stavo ore e ore a guardare le foto delle pattinatrici e pemsavo:
"Perché non posso essere così anche io?" Be', suppongo che ormai sia troppo tardi.
Che idee sciocche, eh?
Ma in cuor suo, la mamma di Tilly sapeva che non erano solo idee sciocche.
Guardò il volto pensieroso della figlia riflesso nello specchio. Sapeva quanto significavano per lei i sogni ad occhi aperti e si domandò come fare per avverarli.
- Ti va di fare colazione? - disse.
- Sono andata a comprare il pane fresco. Magari, più tardi, possiamo farci un nido di coperte e cuscini in soggiorno e guardare L'uomo che sussurrava ai cavalli...
- Okay, - disse Tilly. - Ma prima è meglio che io porti fuori Scruff.
Scruff era il cagnolino della famiglia Redbrow, un Jack Russell dal pelo lungo, sempre pieno di energia. Più si muoveva, e meglio stava. Non appena sentì aprirsi la porta, trotterellò incontro a Tilly agitando la coda corta e ispida.
Lower Norbury era un paese molto piccolo: un pub, una chiesa e un ufficio postale circondati da pochi cottage di pietra. Nonostante fosse molto più tranquillo della vicina cittadina di North Cosford, Tilly adorava abitare lí. Le piaceva portare Scruff a passeggiare lungo la strada principale nei pomeriggi di sole, godendosi i profumi dei fiori e ascoltando il cinguettio degli uccelli.
A volte, delle persone a cavallo attraversavano il paese, per lo più venivano da Cavendish Hall, l'esclusivo collegio e centro di equitazione che si trovava alla periferia di North Cosford. Tilly ci era passata davanti molte volte in macchina e ne aveva ammirato l'imponente cancello in ferro battuto, domandandosi come fosse all'interno. Aveva sentito dire che gli allievi del collegio avevano la possibilità di cavalcare ogni giorno.
A quanto ne sapeva Tilly, nessuna della sua scuola, Heathwell High (la stessa dove insegnava suo padre) era neppure lontanamente interessato all'equitazione.
"Se solo ci fosse almeno qualcuno" pensò. All'improvviso tre pony sbucarono da un sentiero: due sauri e un baio. In groppa c'erano tre ragazze più o meno dell'età di Till, vestite con immacolati pantaloni da equitazione e polo eleganti. Dai loro caschi da fantino spuntano tre lucenti code di cavallo bionde. Venivano senza dubbio da Cavendish Hall.
Tillly e Scruff si fermarono ad ammirare i pony. Il baio, in particolare, si muoveva con eleganza e il suo mantello setoso scintillava alla luce del sole. "Che splendida creatura!" pensò Tillly. Quando il pony le passò davanti, si fermò, chinò la testa verso di lei e si mise ad annusare il braccialetto che portava al polso.
La cavallerizza si scusò subito:
- Mi dispiace. Non ti preoccupare: è molto docile, non ti farà del male.
- Lo so, - disse Tillly con un sorriso, allungando la mano e accarezzando la macchia bianca sulla sua fonte. Il pony le si avvicinò e cominciò a strofinarle il muso sulla mano, come se trovasse quel contatto piacevole e confortante.
- Cosa ti prende Blaze? - disse la cavallerizza, spazientita. - Di solito non fa tante moine agli sconosciuti. Mi dispiace. Le altre due ragazze si avvicinarono bisbigliando.
- Cosa sta facendo? - sussurrò una abbastanza forte perché Tillly potesse sentirla. - Su, andiamo, altrimenti faremo tardi alla lezione di dressage. E così il gruppetto si allontanò al trotto, lasciando Tilly da sola sul ciglio della strada. "Come sono fortunate" pensò guardandole sparire dietro l'angolo. E mentre lei e Scruff se ne tornavano lentamente a casa, continuò a domandarsi: "Perché non posso essere così anche io?"
- Allora cosa c'è Tiger Lil? - chiese il signor Redbrow. Era l'unica persona che la chiamava con il suo vero nome, Tiger Lil.
Capiva sempre quando qualcosa la preoccupava, perché diventava dilenziosa e incominciava a giocherellare con il suo braccialetto.
- Quel vecchio affare si romperà, se non stai attenta, - disse, osservandola torcerlo e ritorcerlo intorno a un dito. Era un oggetto strano, fatto di crini di cavallo neri intrecciati proprio come i capelli di Tilly, chiuso con un gancetto d'argento. Tilly non se l'era mai tolto in vita sua. Ce l'aveva fin dalla nascita, ma nessuno sapeva da dove venisse... e le possibilità di scoprirlo erano scarse, visto che Tilly era stata adottata quando era molto piccola. Aveva sempre fato parte della famiglia Redbrow e ne era felice; ma a volte, questo non le impediva di domandarsi chi fossero o suoi genitori naturali, e chi fosse lei davvero.
Quel braccialetto era il suo unico legame con il passato, ma non poteva svelarle nulla.
Anche se era felice con la famiglia Redbrow, Tilly sapeva di essere diversa. Tanto per cominciare, i suoi folti capelli scuri e la pelle oliva stra la distinguevano dagli altri membri della famiglia, che erano biondi e lentigginosi, e di corporatura alta e robusta. Tilly, invece, era minuta e delicata. Suo fratello Adam, nato tre anni dopo che i Redbrow l'avevano adottata, era già più alto di lei.
Tilly gli voleva bene, ma a volte le dava sui nervi. Era rumoroso e disordinato, e poi occupava sempre il computer.
Passava ore a giocare a Dungeons and Dragons quando Tilly voleva catture online o visitare nuovi siti di pony, e aveva la fastidiosa abitudine di correre al tavolo del computer nell'esatto momento in cui Tilly desiderava usarlo.
Il signor Redbrow si sedette sul gradino e cominciò a grattare le orecchie di Scruff.
- Hai visto passare quei tre bellissimi pony? - chiese, sperando di tirarle su il morale.
Tilly annuì, continuando a fissare le scarpe da ginnastica.
- Prima ho parlato con Tom Cracknell, dell'ufficio postale. Ha detto che le ragazze che li montavano sono tra migliori cavallerizze della contea. Hanno vinto un sacco di gare.
Frequentano il collegio di Cevendish Hall e si allenano ogni giorno, dopo la scuola. Ne hanno parlato un bel po' sulla stampa locale. Se vuoi un giorno possiamo andare a guardarle mentre si allenano...
- Tutti non fanno che parlare delle ragazze di Cavendish Hall, - disse Tilly, imbronciata. - Non saranno poi così brave, no?
- Sua Tiger Lil, non fare così... cos'hanno loro che tu non hai, eh?
"Un pony tutto loro tanto per cominciare" pensò Tilly.
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Cavalli da sogno || Pippa Funnel
General FictionTilly adora i cavalli. La sua passione é qualcosa che ha nel sangue e si accompagna a ua talento naturale nel capirli. Cavalli come Magic Spirit, purosangue dal passato burrascoso che ha bisogno delle sue attenzioni. O come Red Admiral, che deve gua...