DUE.

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Il giorno seguente, Tilly e sua madre stavano percorrendo in auto la stradina tortuosa che portava a North Cosford. Avevano fretta di arrivare al supermercato ai margini della città, e tornare a casa in tempo per preparare la cena. Ma quando svoltarono nella via principale, furono costrette a fermarsi. Una fila di macchine bloccava la strada.
- Cosa succede adesso? - brontolò la signora Redbrow. - Di solito a quest'ora non c'è mai traffico. Santo cielo, si sta facendo tardi.
Rimasero sedute in macchine per un po'. Tilly guardava fuori dal finestrino, fantasticando di scappare dall'ingorgo e galoppare via in groppa a Magic Spirit... senza sell, con il vento che le scompigliava i capelli, completamente libera... Sospirò tra se.
All'improvviso, sentirono delle grida provenire dal fondo della strada. C'era una gran confusione, e gente che urlava.
- Forse sarà meglio tornare indietro e fare il giro più lungo... - disse la mamma.
- No, aspetta. Sta succedendo qualcosa, - disse Tilly, sporgendosi dal finestrino. Davanti a loro, una sagoma familiare si muoveva avanti e indietro.
- Che cos'è? - chiese la mamma.
- Sembra un cavallo. È intrappolato in mezzo alla strada, e intorno a lui c'è un sacco di gente che gli dà fastidio, - disse Tilly, preoccupata.
Si sentirono altre grida, poi una madre con due bambini si mise a correre sul marciapiedi. Il cavallo si impennò e nitrì terrorizzato, con gli occhi che roteavano in modo tutt'altro che rassicurante.
- Devo aiutarlo, - esclamò Tilly, balzando giù dall'auto.
- Tilly! Torna indietro! - gridò la signora Redbrow. - Sali on macchina! Non essere sciocca... potrebbe essere pericoloso!
Ma era troppo tardi. Sua figlia stava correndo nella direzione opposta a tutti gli altri e aveva già quasi raggiunto il cavallo.
L'animale era magrissimo. Aveva la criniera arruffata e il mantello coperto di graffi e ferite. Era chiaramente molto agitato: grondaia di sudore e tremava come una foglia. Se qualcuno tentava di avvicinarsi, si alzava sulle zampe posteriori, con le orecchie appiattite. Ma Tilly sapeva che, più che la rabbia, era la paura a farlo comportare così.
Non voleva fare del male a nessuno: era solo terrorizzato.
Un uomo calvo vestito di blu cercò di trascinarlo via. Gridava a tutti di stare indietro, ma Tilly sapeva che le sue urla non facevano che spaventare ancora di più il povero cavallo.
- Qualcuno chiami la polizia, - strepitò l'uomo. - Questo cavallo imbizzarrito ucciderà qualcuno se non lo fermiamo! Tilly capì subito cosa doveva fare. All'improvviso, tutto intorno a lei parve svanire e farsi silenzioso, come se il resto del mondo fosse sparito.
Rimaneva soltanto lei e il cavallo.
Gli si avvicinò piano, attenta a non guardarlo dritto meglio occhi. Poi restò lì ferma, finché l'animale non si accorse di lei.
Per qualche motivo, la sua presenza lo calmò. Smise di sbuffa e di agitare coda e si mosse verso di lei.
- Bravo, così, - mormorò Tilly dolcemente, mentre il cavallo abbassava la testa. - Così, Magic Spirit. Non ti preoccupare. Io sono Tilly. Ti aiuterò. Così, bravo.
Il cavallo le permise di accarezzargli il naso. Tilly sentì il suo fiato caldo sulle mani e vide la tristezza nei suoi occhi. Lui le mordicchiò la manica e annusò il suo braccialetto, finché, lentamente, Tilly allungò la mano e riuscì ad afferrare la vecchia cavezza.
Poi lo condusse dolcemente via dalla strada, al sicuro, in un vicino parcheggio vuoto.
Venti minuti più tardi, dopo che la folla si fu disperso e il traffico ebbe ripreso a scorrere, arrivò una giovane donna alla guida di un fuoristrada con un rimorchio al traino. Scese e, dopo aver controllato che il cavallo non fosse ferito, andò dritta da Tilly.
- Tu devi essere la ragazza che ha risolto la situazione. Da quanto ho sentito, sei stata straordinaria.
- Lei viene da Cavendish Hall? - chiese Tilly, emozionata.
- Oh, no. Mio padre e io possediamo una scuderia a qualche chilometro da qui. Si chiama Silver Shoe Farm. Abbiamo cavalli di tutti i tipi, dai pony agli stallone da competizione. Ce ne sono di giovani, e anche qualche cavallo da corsa in riabilitazione. Sai, animali che necessitano di tempo e cure per riprendersi da un trauma -. La donna sorrise.
- Dimenticavo, io sono Angela.
- Io sono Tilly... è il diminutivo di Tiger Lily, - disse Tilly. Dal primo momento, aveva capito che sarebbero andate d'accordo.
- Che ne sarà del cavallo? - domandò.
- Si chiama Magic Spirit... credo.
- Mm, è un bel nome. Allora lo chiameremo così. Be', pare che nessuno sappia da dove viene. Presumo che qualcuno lo abbia abbandonato in un campo e, a giudicare dalle sue condizioni, temo che ne abbia passate di tutti i colori. Lo porterò a Silver Shoe Farm e vedremo cosa possiamo fare. La nostra scuderia collabora con il World Horse Welfare, un ente che si occupa di cavalli abbandonati o maltrattati. È per questo che sono venuta a prenderlo. Grazie dell'aiuto, Tilly. Sai, quello che hai fatto è incredibile. Passi molto tempo con i cavalli?
Tilly abbassò lo sguardo. - Magari, - mormorò.
Angela parve sorpresa. - Be', evidentemente hai una predisposizione naturale a comunicare con loro.
- Tilly va matta per i pony, - intervenne sua madre, avvicinandosi e fermandosi accanto alla figlia, tutta orgogliosa.
- La sua cameretta è piena di libri e riviste di equitazione.
- Be', questo mi fa venire un'idea, - disse Angela allegramente.
- Tilly, devi trascorrere una giornata con me, ti mostrerò i cavalli di Silver Shoe.
- Davvero? - esclamò Tilly. - Posso venirci?
- Certo.
- E potrò aiutarla?
- Naturalmente, - disse Angela. - Un talento tanto speciale come il tuo non dovrebbe essere sprecato su libri e riviste.

Cavalli da sogno || Pippa FunnelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora