La marea alta era ancora un problema: non solo per tutti coloro che vivevano nella base, ma anche per Ada. Il capo le aveva espressamente chiesto di rimediare la faccenda dell'acqua che fuoriusciva dagli argini e che continuava ad entrare nel rifugio.
Anche se a nessuno in quell'edificio importava di camminare in mezzo all'acqua o di avere sempre i calzini bagnati, il vero problema era che poi si rovinavano tutte le attrezzature tecnologiche necessarie per le loro ricerche ed esperimenti. E gli scienziati, per quanto potevano essere fedeli al proprio capo e ai suoi ideali, si lamentavano spesso. Per questo era stato incaricato ad Ada di rimediare.
'Certo, ma come posso fare?' aveva chiesto al capo scuotendo la testa. Il modo più efficace, anche se complicato, era quello di trasportare della terra in modo da fare una collinetta per poi spostare l'entrata del rifugio più in alto, costruendo dall'altro lato delle scale che permettevano l'accesso all'atrio.
Ada da giovane aveva studiato per diventare un architetto, anche se non è mai riuscita ad entrare in una università a causa dei genitori che non avevano abbadtanza soldi per pagarle gli studi.
Incontrò Ivan per caso, stava vendendo gli ortaggi coltivati da suoi genitori quando le comparve davanti una figura alta ed imponente. Ada all'inizio si era soffermata a scrutare lo strano atteggiamento dell'uomo, che la incuteva un leggero timore nei suoi confronti; ma nonostante quello sguardo inquisitorio, la donna fece un bel respiro e gli chiese se poteva essergli d'aiuto in qualche modo.
L'uomo non rispose subito, anzi, intensificò ancora di più i suoi occhi indagatori, come se fossero in grado di scavare nel profondo di ogni anima e di leggerne tutti i segreti più oscuri. 'Sì', rispose qualche attimo dopo con voce roca, 'Mi servi tu!'
Si conobbero così, Ivan aveva colto subito ciò che era in grado di fare Ada, e a quanto pare, era sicuro che una coma lei si aggregasse al suo team; probabilmente quella non era la prima volta che l'aveva osservata. Dopo il primo shock, Ada si riprese e, dopo aver ascoltato e compreso a pieno ciò che Ivan aveva intenzione di fare assieme a lei, accettò: non tanto per il buon stipendio che guadagnava, erano più che altro i piani di Ivan ad affascinarla tanto, ne era come rimasta stregata. Dentro di lei pensava che fosse stata la donna più fortunata del mondo ad averlo incontrato.
Seguendo alla lettera i suoi ordini, Ada si distinse maggiormente tra tutti i seguaci reclutati da Ivan ed egli la ricompensò nominandola sua seconda Idrotenente, il suo braccio destro... O braccio sinistro? Ada non sapeva nemmeno lei spiegarsi. Il vero favorito di Ivan era Alan, un omone tutto muscoli e niente cervello. Era assolutamente certa che in tutta la sua vita non avesse mai incontrato una persona così presuntosa ed insensibile come lui. Forse per questo era il favorito del grande boss. Lei era invece molto più empatica e riflessiva, ma alla fine ciò che contava era la completa dedizione e la fedeltà verso Ivan, perciò non capiva come mai il capo faceva più affidamento su Alan che su di lei...
"E dai, almeno sono arrivata fino a qui, e se voglio puntare più in alto, devo assolutamente finire questo maledetto progetto!"
Così dicendo, si abbandonò sul lavoro, senza dare peso alle sue riflessioni. Passò circa un'ora, quando dall'entrata della grotta scoppiò un boato.
Fumo e polvere si levarono da terra e oscurarono gran parte dell'atrio dove Ada stava lavorando, la quale cadde a terra dallo spavento. Dalla polvere, illuminati dalla luce del sole retrostante, emersero delle figure incappucciate, le quali continuarono ad avanzare finché non si trovarono all'interno della grotta.
Una volta che il fumo si disperse, rivelò almeno cinque persone vestite con un completo rosso, disposte a triangolo. "No, non loro...", Ada imprecò, riconoscendo già i tipi che avevano osato varcare il sacro rifugio del Team Idro.
Alcuni seguaci di Ada scapparono impauriti verso il rifugio, mentre la donna si alzò in piedi a testa alta per niente intimidita dagli estranei, tentando di coprire la codardia di quelli che erano scappati.
"Ci tenevate tanto a fare una bella entrata in scena? Potevate anche bussare..." li accolse Ada.
L'uomo al centro parlò: "Oh, guarda chi si vede! Be', non vedo la porta da nessuna parte, e non penso proprio che ci avreste accolto con un cesto di benvenuto. Tu piuttosto, stai ancora trasportando terra o sei retrocessa alla pulizia gabinetti?"
"Sto ancora trasportando terra, ma sono anche molto brava a trovare i vermi e a darli in pasto ai Taillow. Quindi, motivo della visita?"
Max rise. "Non posso parlarne con te, ho bisogno del tuo superiore. Vallo a chiamare".
Ada sospirò, prese il suo NaviDex e premette un tasto. Dopodiché se lo rimise in tasca e portò la sua attenzione all'uomo di fronte. "Fatto. Sarà qui a momenti". L'uomo chiamato Max non disse niente, ma si rivolse alle altre due persone dietro di lui, che iniziarono a ridacchiare fastidiosamente.
In certi casi, Ada sapeva quando c'era bisogno di lasciar perdere gente che non valeva nulla, ma in quel momento avrebbe volentieri zittito a suon di pugni quel piccolo omino in rosso. E perché no, avrebbe dato una bella lezione anche agli altri due.
Ma Ivan era stato chiaro: tre settimane di tregua tra i due team rivali. Se qualcuno avesse violato il patto, sarebbe stato disastroso, e la guerra sarebbe finita prima ancora di cominciare. E di certo non sarebbe stata lei a rovinare tutto.
Quindi prese l'astuta idea di ignorarli, ma gli individui in rosso non facilitavano le cose continuando a stuzzicarla.
"Team Magma! Ma che piacevole sorpresa! A cosa devo l'onore?" . La voce autoritaria di Ivan si fece sentire per tutto l'atrio, tanto che fece zittire immediatamente i rossi. Ada ridacchiò.
Max si ricompose e prese la parola: "Siamo venuti a ritirare una cosa che è nostra di diritto. E credo che tu lo sappia bene di che cosa sto parl..."
"Seguace", Ivan interruppe l'uomo e si rivolse a un ragazzo vestito di blu, "Non ti ho più visto, ti stavo cercando da un po'. Ora che ti ho trovato, ho bisogno che tu mi prenoti un appuntamento con la massaggiatrice, mi sono dimenticato di chiamarla. E poi questa è la lista della spesa: non ho tempo di farla. Allora, due pacchetti di Lavottini, del Latte Mumu, della Gassosa, dei Repellenti, delle Velox Ball, e delle pozioni. Poi degli Attacchi X, Difese, Velocità..."
Ada si stava divertendo un mondo nel vedere la faccia di Max che si spazientiva a ogni secondo.
Dopo diversi minuti, Ivan ebbe finito con la sua lista e poté rivolgersi ai rossi ormai mezzi addormentati. "Scusate, volevate...?"
"Sai benissimo cosa vogliamo!" sbottò Max, evidentemente irritato. "E se non ce lo date, ce lo riprendiamo da soli!"
Volarono cinque Poke Ball e ne uscirono dei Slugma e dei Grimer, pronti ad attaccare.
Ada fece per schierare il suo pokemon, ma Ivan poggiò la mano sul suo braccio, fermandola. Ada lo guardò e capì: non avrebbero violato il patto.
"Sembra che la questione si sia riscaldata... ma credete davvero di riuscire a rubare qualcosa nel nostro rifugio sotto il nostro naso? Io credo, che dovrete fare un piccolo corso di matematica, quante probabilità ci sono che possiate riuscirci con quei pokemon? E poi, abbiamo un patto: voi non date fastidio a noi, e noi non vi soffiamo il naso, ok?"
"Per quel che mi riguarda, me ne posso infischiare di questo patto". Disse Max tirandosi sú gli occhiali.
Sembrava proprio un vecchio rimbambito, pensò Ada, al contrario di Ivan, che sapeva essere anche affascinante.
"Non ne sono sicuro. Anche voi avete i vostri piani. E se non fate qualcosa per attuarli non sarete mai al nostro livello. Vi stiamo dando del tempo, e voi lo sprecate facendo gite turistiche per le grotte di Hoenn? Avanti, non pensavo foste così viziati!"
Max ci ripensò. Ma la ragazza di fianco a lui non si diede per vinta.
"Mi sai che non hai capito Signor Blu, ma noi siamo in cinque, con un'altra scorta che ci aspetta fuori. E voi siete in due. Proprio voi ci vienite a dettare regole? Voi, che ci avete rubato una cosa di nostra proprietà? E voi, che non avete fatto altro che..."
"Rossella. Silenzio."
Era stato Max a parlare. Lei lo guardò stupita, ma rimase in silenzio. "Devi imparare ad aprire la bocca quando serve. Comunque, hai ragione Ivan. Abbiamo un patto. E non intendo rovinare tutto solo per un nostro capriccio. Siamo stati un po' impulsivi, lo ammetto. Quindi ti chiediamo umilmente scusa e togliamo il disturbo, se ci è concesso". L'uomo in rosso, di colpo gentile, fece addirittura un inchino.
Ivan restò a guardarlo, con una faccia metà divertita e metà sospettosa. "Permesso accordato. E stavolta, organizzatevi meglio. Vi teniamo d'occhio".
"Pure noi" ammiccò Max. "Buona serata".
I seguaci del Team Magma ritirarono i loro pokemon e seguirono il loro capo verso l'uscita.
"Se vi serve della terra, fateci sapere, prima che sia troppo tardi!" Urlò loro dietro Ada, ridendo.
Ivan si volse a guardarla, senza dire niente. Dapprima la donna non se ne accorse, ma quando lo beccò, gli chiese se c'era qualcosa che non andava.
"Niente, dovremmo solo stare attenti" rispose il capo.
"Attenti a chi? Al Team Magma? Certo che sì, ma perché ti preoccupi tanto di loro? Il fatto che Max abbia ceduto così facilmente è un po' strano, ma finora non ci hanno dato grossi problemi..."
"Non mi riferivo a loro".
Ada rimase pensierosa. "E a chi? Chi ci potrebbe fermare?"
L'uomo si volse a camminare per andare nel suo ufficio, ma prima di scomparire dietro la porta, rispose: "Il buon senso".
STAI LEGGENDO
PokemonGirlSeries - ORAS
FanficTRATTO DAL VIDEOGIOCO Vera è una ragazza di 17 anni con molte insicurezze. O almeno lo era prima di traferirsi nella regione di Hoenn: perché lì comincerà la sua avventura che la aiuterà a crescere. Dopo aver ricevuto il suo primo pokemon dal profes...