Cry baby

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Le lacrime non volevano trattenersi. Il cuore del figlio maggiore di Maryse e Robert Lightwood, era appena stato rotto. In una marniera orribile. Così il ragazzo indifeso,davanti alla figura del suo parabatai che assaggiava le labbra della novellina,crollò. Jace stava ancora baciando le labbra delle dolce Clary,quando le lacrime iniziarono a cadere dal viso di Alexander. Aveva sopportato fin troppo,il suo cuore era pieno di emozioni che si era trattenuto in questi anni. Non stava male,di più. Le lacrime iniziarono a scendere più forte,ora le vedevano tutti. Alec si nascose sotto le sue mani,fingendo che non stesse succedendo niente. I suoi genitori non lo videro crollare,per sua fortuna. Ma lì con lui c'erano Isabelle ,sua sorella,Jace e Clary. Isabelle lo guardò con aria perplessa,Alec prima d'ora non aveva mai pianto in pubblico. Isabelle provò ad avvicinarsi al fratello che si allontanò da lei.
"Lasciami stare!" Gridò affinché tutti nell'istituto si girassero. Videro tutti altre lacrime e iniziarono a bisbigliare. Alec,sembrava sostituire sempre il cervello con il cuore. Tante volte se la prendeva troppo,poi da solo crollava. Questa volta non era solo,l'intero istituto lo guardava. Provò a spiegarsi,balbettando alcune parole tra i singhiozzi,ma le sue lacrime continuavano a scendere franando dalle sue guance. Il suo cuore era più grande di lui,conteneva troppe emozioni che conservava con il tempo. Ora quelle emozioni stavano uscendo,le vedevamo tutti. Aveva il bisogno di coprirsi,si sentiva nudo da tutte quelle sensazioni di rabbia. Aveva solo bisogno di Magnus in quel momento. Lui avrebbe di certo capito. Gli altri no.
"Stai piangendo?" Gli chiese Jace stupito
"No guarda ride ..." Disse Isabelle ironica. Il sarcasmo faceva male a Jace,sopratutto quando lo faceva sentire stupido,cosa che era qualche volta. Tipo ora. Isabelle ci sapeva fare con l'ironia e sapeva che a volte poteva ferire,così la usava a suo modo,lacerando il cuore delle persone che in apparenza sembravano così crudeli con Alec
"Molto divertente." Disse Jace facendo una specie di risata.
Alec alzò lo sguardo. Jace tacque. Alec aveva gli occhi rossi,il viso stanco,le labbra chiuse,ma tutta quella rabbia non avrebbe portato alla pace. Jace aveva fatto arrabbiare il prossimo capo dell'istituto,non era stata una bella mossa.
"Senti Jace,perché tu e quella mondana non andate in un'altra stanza a limonarvi? Perché dovete farlo qui,davanti a tutto l'istituto?" Disse Alec ribollendo sempre di più delle sue emozioni.
"Ah,sì? Perché non vai tu in un'altra stanza a piagnucolare?"disse Jace. Per Isabelle il biondo aveva superato il limite.
"Jace,vattene!" Urlò Alec ancora più bagnato dalle sue stesse lacrime.
Clary gli prese la mano,mentre Alec li stava guardando. Poi uscirono dalla stanza. Alec sentì che aveva fatto un casino. Non solo aveva cacciato quello stronzo di Jace,ma anche la mondana che gli sbavava dietro, e proprio lei poteva condurli alla coppa. Alec non era mai stato egoista,ma non ce la faceva più a nascondersi.
"Alec,hai bisogno di qualcosa?"chiese Isabelle asciugando dalla guancia del fratello una lacrima
"Devo andare da Magnus" ripose lui. La ragazza sorrise.
Il cacciatore aveva conosciuto il figlio di Lilith per caso. La freccia del cacciatore aveva colpito proprio la gamba del membro del circolo che stava per attaccare il nascosto. Magnus si prese paura poi vide attraversare la folla da quel bellissimo ragazzo. I suoi fecero sì che non vedesse più nulla. Il paradiso gli sembrava così vicino,il cacciatore era il paradiso. Sicuramente Alec non si sarebbe accorto di Magnus in tempo,lasciandolo tormentarsi. Solo dopo poco sarebbe stato in grado di conoscerlo. Gli salvò la vita un'altra volta.
"Alexander dove corri?" Gli disse Maryse,sua madre,quando lo vide attraversare la all così di corsa.
"Ho una missione sulla diciottesima" disse Alec,era un'altra delle sue scuse per andare a trovare lo stregone
"E ci vai da solo?" Chiese
"Si. Per una volta voglio andare solo io" disse Alec sorridendo. Voltò le spalle alla madre e corse verso la porta. Prese la maniglia e la girò,anche il suo cuore erra stato capovolto da quando Magnus aveva iniziato ad essere presente nella sua vita. Sorrise a quel dolce pensiero.
Attraversava le polverose strade di New York senza alcun problema. Sorrideva e pensava. Guardava i suoi piedi muoversi a ritmo compiaciuto sul cemento nero e scuro del suolo. Ogni cosa sembrava a posto in quella città. Tranne Alec. Non sapeva bene cosa avrebbe dovuto inventare per entrare a casa di Magnus,così all'improvviso. Non sapeva nemmeno se era in casa,e se aveva il piacere di riceverlo. Ma lui sentiva il bisogno della sua presenza. Non sapeva nulla di quello che sarebbe successo,ma voleva che succedesse qualcosa di tanto bello da fargli dimenticare quello che era successo. Per fargli dimenticare le lacrime. Il suo cuore era lacerato dentro al petto,e le ferite erano troppe da curare. Ci sarebbe voluto un incantesimo e uno stregone molto abile nel farlo. Alec sapeva,quasi con certezza,che lo stregone sarebbe stata la sua cura,in qualche modo. Solo il modo in cui lo guardava gli sembrava così tanto bello. Non perché guardava proprio lui,ma perché sapeva che sotto c'erano le sue emozioni. Amava quando la gente faceva tutto quello che lui era incapace di fare,esternare le emozioni. Di tanto in tanto Alec arrossiva e così lo stregone capiva che si sentiva apprezzato.
Alec era davanti alla porta della casa di Magnus ma non sapeva che fare,quando la porta si aprì di sorpresa.
"Alexander,non ti aspettavo" disse Magnus. Indossava i suoi soliti vestiti eccentrici e aveva un filo di elyner nero glitterato agli occhi che risaltava i suoi tratti orientali. I suoi occhi ,apparentemente verdi fecero, svegliare Alec dallo stato in cui era.
"A cosa devo la tua visita?"chiese lo stregone guardando Alec dritto negli occhi. Notò che qualcosa in lui era appena scoppiato. Si accorse che Alec aveva un disperato bisogno di essere amato. Gli venne da pensare che proprio lui gli poteva dare tutto quell'amore.
"Problemi all'istituto?" Chiese Magnus preoccupato. Alec lo guardò e il figlio di Lilith notò ancora quello sguardo perso. Lo Shadowhunter annuì. Lo stregone lo prese per la maglietta e lo trascinò dentro al suo appartamento. Il giovane Lightwood rimase rigido, non si aspettava tutto questo.
"Accomodati pure " disse Magnus muovendo le mani affinché indicassero il divanetto rosso presente al centro della stanza.
"Dimmi Alec,che cosa è successo?"
"Niente ..." Disse lo Shadowhunter mentendo
"Allora perché sei qui?" Chiese Magnus
"Credo di non farcela più. Sono crollato,del tutto. Ho pianto. Davanti a tutti. Le hanno viste tutti queste stupide lacrime" disse Alec
Magnus rimase sbalordito. Lo Shadowhunter era sempre stato un tipo molto timido e dire tutto questo allo stregone lo aveva sconvolto. Magnus sapeva che Alec era molto riservato,ma questo non lo impediva di crollare. Era crollato proprio davanti a tutti.
"Il mio primo pensiero sei stato tu. Non sapevo cosa fare,dovevo pur pensare a qualcosa."disse Alec balbettando in alcune parti. Allo stregone venne dipinta una specie di smorfia,simile ad un sorriso. Il giovane Lightwood aveva pensato a lui.
"Perché proprio io? Non sei riuscito proprio a resistermi!" Disse ironicamente Magnus
"È una cosa seria,si tratta di me" disse Alec,anche se in fondo voleva rispondere così "è vero,Magnus,nessuno riesce a resisterti."
"Alexander,sono serio ... io." Disse Magnus "ma tu stai mentendo"
"Nessuno riesce a resisterti." Disse Alec,arrossendo. Si mangiò le parole,le disse velocemente come se non volesse che rimanessero nella sua testa. Non era convinto di quello che era e aveva paura che qualcuno non lo riconoscesse più per il ragazzo che era prima.
"E tu? Che mi dici di te,Alec?" Lo stregone voleva arrivare fino in fondo,voleva essere amato davvero perché il suo cuore aveva bisogno di cure e baci che era sicuro che Alec gli sarebbe piaciuto dare. Sentiva il bisogno di tirar fuori quella parte nascosta dello Shadowhunter che gli  stava vicino. Lo voleva. Ma Alec non riusciva a parlare, a sentire quello che diceva lo stregone. Aveva i suoi battiti che gli coprivano l'udito e il suo respiro affannoso non gli permetteva di emettere suoni dalle labbra.

Little flower;||MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora