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Ho sentito spesso le persone parlare di quanto sia rilassante e piacevole per loro il rumore della pioggia.

Di quanto sia affascinante guardare le goccioline che scendono lungo le finestre, o ascoltare il leggero picchiettio sull'asfalto.

Io penso che le persone siano strane. O forse quella strana sono io?

Okay, molto dolce il pensiero di stare accoccolati sotto alle coperte col proprio ragazzo nei piovosi pomeriggi autunnali, ma di certo non è roba per me.

E tantomeno la pioggia.

Mi considero meteropatica, a tal punto da riuscire a indovinare il tempo che c'è fuori dal modo in cui mi sono svegliata.

E pure oggi il mio primo pensiero è stato quello di voler uccidere qualcuno mentre la sveglia intonava Heavy Dirty Soul dei Twenty One Pilots.

Dio, amo quei ragazzi, ma alle 6.30 del mattino non tollero nemmeno loro.

Mi alzo svogliatamente dal letto e apro il balcone. Come predetto dal mio" sesto senso" il tempo è uno schifo.

Faccio colazione e mi preparo velocemente, anche se secondo mia madre impiego troppo tempo. La verità è che vorrebbe che mi truccassi di meno, ma non potrei mai uscire di casa senza la mia consueta linea di eyeliner e abbondante mascara.

Non poche volte vengo criticata per la mia immagine, ma la verità è che mi sento a mio agio così; il trucco è solo ciò che mi permette di nascondere (almeno in parte) le insicurezze riguardo me stessa.

Esco di casa e mi dirigo verso la fermata dell'autobus, mentre la pioggia continua a scendere.

Mi metto le cuffiette, col tentativo di coprire il fastidioso rumore.

Ho come la sensazione che oggi sarà una meravigliosa giornata di merda.

Pochi secondi dopo aver elaborato questi ottimistici pensieri, un'auto che sfreccia ad altissima velocità prende in pieno una pozzanghera, lasciandomi allibita e soprattutto fradicia.

Impreco tra me e me, sperando che nessuno abbia visto la scena, quando mi accorgo di aver raggiunto la fermata. Tutti i ragazzi stanno ridendo di me mentre so che sto diventando rossa fino alla punta delle orecchie.

Spero che l'autobus arrivi in fretta, così potrò sedermi e starmene tranquilla senza troppa gente che mi osserva divertita e soprattutto potrò stare all'asciutto.

La mia giornata migliora quando, salita in autobus, mi accorgo che non ci sono posti vuoti.

Dopo 20 interminabili minuti finalmente giungo a scuola, e come al solito compio il tragitto fino alla mia classe da sola.

La mattinata passa stranamente in fretta. Saluto le mie amiche ed esco da scuola, dirigendomi verso la fermata.

Circa mezz'ora dopo sono di nuovo a casa, e già sto immaginando un pomeriggio di assoluto riposo con ciò che é la mia consolazione e il mio più grande amore, il letto.

Sorridimi come sai fare tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora