Capitolo 8

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FUTURO.
Una sirena strideva con estrema violenza. L'allarme anti-incendio era stato attivato, gli operai e tutti coloro che vi stavano lavorando erano impauriti. La sirena che avrebbe dovuto avvertirli e guidarli alla salvezza, non fece altro che peggiorare la loro situazione. Erano terrorizzati e si muovevano in maniera scomposta, cercando di raggiungere l'uscita più vicina per salvarsi la vita, a costo della vita degli altri, loro amici e colleghi. Di fiamme divampate, neanche l'ombra, ma di paura ne era piena l'aria. Un frastuono richiamò l'attenzione di tutti gli uomini, come un'esplosione smorzata. Credevano nel miracolo, si era creato un varco che poteva portarli all'uscita. La folla si precipitò verso l'uscita, ma la libertà fu subito loro bloccata. Videro una sagoma antropomorfa, ma dalle dimensioni maggiori. Respinse tutti gli uomini all'interno della fabbrica e si arrestò. Si trasformò in un enorme cubo, portando i propri arti all'interno di se stesso. Capirono che qualunque cosa fosse quell'essere, non era umano. La sirena subito s'interruppe. Tutta l'elettricità fu incanalata dentro quell'essere, il quale apparve più chiaro alla folla, era sicuramente una macchina, riconobbero subito il metallo di cui era composto. Man mano che incanalava elettricità, acquisiva sempre più luce. Ci fu un'esplosione, ma senza suono. Il rumore è paragonabile a quello di una scintilla, di una scossa. Eppure, attorno alla macchina non rimase niente. Niente fabbrica, niente operai. Solo cenere. La macchina rimase lì, ferma e possente, sempre con le sembianze di un cubo, come se guardasse con fierezza ed orgoglio ciò che aveva compiuto. L'esplosione porta distruzione, ma non in questo caso. La cenere era solo una macchina di una gran distesa verde, un prato verde, ma pallido, rovinato da quella fabbrica. Ora poteva risorgere assai rigoglioso.

L'ISLANDESEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora