PRESENTE.
La notte era calma. Dopo mesi Walter poté finalmente chiudere occhio, anche se la pace durò poco. Non furono le preoccupazioni ad intimorirlo, ma una voce, un pianto. Tutto tremante alzò gli occhi e si sollevò dal morbido cuscino. Confuso, sospirò ripetutamente e si passò una mano sulla fronte bagnata dal sudore delle sue angosce. Un pianto in piena notte. Un pianto che lui stesso aveva progettato.
Raggiunse di corsa l'origine di quel suono disturbante. La causa non era altro che un semplice pupazzo di gomma, o così sembrava alla vista. Walter voleva accudire un umano, da padre single quale era, ma un umano a sua forma, a sua immagine e somiglianza. Nonostante il rivestimento di plastica, ed i movimenti meccanici, il bambolotto aveva un cuore ed un cervello. Definirli umani forse non è il termine corretto, sarebbe riduttivo, anche secondo Walter; il problema è che nemmeno Walter sapeva se fosse riduttivo per gli umani o per Adamo. Lo chiamò così. Adamo. Primo della sua specie.
Per calmare quel fastidioso stridio, una bevanda simil-latte, un fluido artificiale all'interno di un biberon, capace così di tranquillizzare il bambolotto. Il succhiare in ripetizione era seguito da un suono pre-registrato, ma non era importante per la sua alimentazione, Walter reputava importante questa fase perché, esattamente come un bambino, Adamo potesse sviluppare appieno la sua fase orale, in modo che potesse provare piacere attraverso una membrana assai sensibile che l'uomo aveva costruito nella sua bocca.
Mentre Walter svolgeva il suo ruolo mammesco, vide, con suo immenso orgoglio, il bambolotto girarsi verso di lui. Con un estremo movimento meccanico, dettato dalla mancanza di articolazioni della macchina, porse la manina artificiale sul volto di Walter, tentando una carezza o un contatto. Walter si bloccò, percepì un affetto che non aveva mai provato, che pochi uomini ricevono. Fu vittima di un amore genitoriale. Fu felice per due ragioni: la prima, alquanto banale, per l'amore che solo un padre può ricevere, mentre la seconda giunse con qualche secondo di ritardo, ed era una stretta conseguenza dell'altra, la macchina mostrò una profonda umanità. Era sulla strada giusta, niente è più umano dell'amore verso colui che ti dà la vita.
Niente, eccetto la violenza.
STAI LEGGENDO
L'ISLANDESE
Science FictionUN NUOVO CAPITOLO OGNI SETTIMANA! In un futuro non molto lontano, un anziano professore annuncia al mondo la prima vera intelligenza artificiale che ha superato il test di Turing. Fa crescere quest'intelligenza come un bambino, educandolo ad un solo...