04:00 A.M
Si dice che la notte è fatta per far venire a galla pensieri o desideri, fantasticare sulla vita, sui ragazzi, amici, famiglia, me stessa. Forse è proprio la notte, quando sono sola con i miei pensieri, che sono veramente me stessa e probabilmente era di questo che avevo bisogno: essere me stessa con tutti, non solo con Daisy, senza mostrare solo la parte dolce e carina di Abigail Dixon. Magari le persone mi avrebbero finalmente accettata, o forse no.
Fin da quando ero piccina, parliamo di 13/14 anni, sono sempre stata vittima di bullismo; ero considerata, o forse lo ero veramente, la sfigatella della classe, la secchiona con ottimi voti, quella a cui non piaceva lo sport, che odiava vestiti del momento o firmati, la ragazzina che aveva tre amiche in croce ma vere amicizie.
"Ahaha sfigata"
"Ma dive vuoi andare vestita così? A buttare la spazzatura?"
"Tieni la palla, ah no, hai paura della palla"
"Ma qualche volta esci di casa?"
"Già è tanto che esce con sua madre"
"Ma che musica ascolti? Il medioevo?"
"Ma sei lesbica visto che stai sempre con Daisy e Monica?"Una lacrima, poi due, tre, quattro... Rigarono la mia guancia al pensiero di quel periodo della mia vita; non riuscivo a capire perché mi odiavano così tanto, pensavo di essere io il problema, io ero il pezzo non funzionante e loro quelli perfetti e carichi. Solo cambiando scuola mi resi conto che non ero io il problema, in fondo non gli avevo fatto assolutamente nulla; avevo qualcosa che loro non avevano e non parlo di cose materiali come la ricchezza dei miei genitori, ma di testa, mi hanno sempre detto, amici dei miei o parenti, che mentalmente non dimostravo una ragazzina di 14 anni, per via della maturità, il mio modo di fare le cose, affrontare gli ostacoli. Ciò mi diede la forza di andare avanti, cambiando, e sono arrivata qui, a questa sera, a pensare a quegli stronzi che erano certi di essere rose e fiori quando in realtà erano dei bambini capricciosi che ogni mese volevano un vestito nuovo; ma la vita credo non giri intorno ad abiti nuovi, poi non lo so... Che ne so io della vita?
Continuai a pensare e ripensare a tutto ciò fino a che il sonno mi portò nel suo mondo.
07:30 A.M
Il mio sonno venne interrotto dal rumore assordante della sveglia, vuoi stare un po zitta?! Ancora stordita e barcollante andai in bagno, accesi il rubinetto e l'acqua cadeva calda sulla mia faccia, mi lavai i denti e pettinai i miei lunghi capelli.
-Abigail, svegliati è tardi- urlò mia madre dal piano di sotto.
-sono gia sveglia mamma- le risposi probabilmente lasciandola sorpresa, molte volte ne passa di tempo prima che mi alzi.
Scesi le scale e trovai mia madre in cucina sorridente che preparava la colazione mentre mio padre seduto sul divano a leggere il giornale.
-buongiorno tesoro- disse mia madre baciandomi la guancia -vuoi dei pancakes?- chiese porgendomi il piatto.
-ne prendo uno e vado che Daisy mi aspetta, ciao ragazzi- saluto i miei genitori dopo aver addentato un pezzetto di dolce.
Trovai la mia amica ad aspettarmi alla fermata dell'autobus sempre colma di studenti che andavano o saltavano la scuola.
-Abigail, Paul mi ha chiamata, indovina?- dice correndo verso di me con il sorriso che le arrivava fino alle orecchie.
-che ti ha detto? Che eri bellissima con il mascara sbavato?- dico ridendo, la nostra amicizia era così: ci facevamo scherzi a vicenda, di predavamo per il culo, ma ci volevamo un mondo di bene, eravamo come sorelle.
-ahaha molto simpatica, comunque no, mi ha chiesto se questa sera andiamo con lui, george e pete al cavern- dice entusiasta facendo un sorriso più falso di mia cugina.
-e quel Lennon? Non c'è?- chiedo senza mostrare minimo interesse verso i suoi confronti. Non so che aveva quel ragazzo, aveva l'aria di un sonofigosoloio.
-eheh ti sei divertita a sbaciucchiarti con lui; comunque non credo, Paul non l'ha nominato- risponde alla mia domanda dandomi una pacca al gomito.
-non mi sono divertita a "sbaciucchiarmi con sonofigosoloio" è stato un errore, un errore che va cancellato-
-mi sa che qualcuno si è presa una cotta- dice sorridendo. Io? Una cotta per quel ragazzo? Scommetto che cambia ragazza ogni sera, no grazie non è il mio tipo, si siamo simili, ma non su certi aspetti.
-ma finiscila McCartney- le rispondo, non fece a tempo di rispondere che già l'autobus se ne andò colmo di studenti, tranne noi.
-bravissima Lennon, abbiamo anche perso l'autobus- si congratulò la mia amica aprendo le braccia e sedendosi su una panchina li difronte, che c'entravo io se appena sente il nome 'Paul' il suo cervello va in loading..
-prendiamo quello dopo- propongo non vedendo altre soluzioni.
-chi lo sente il professore d'arte? Sai com'è fatto, non accetta ritardi- dice tenendosi la testa con le mani.
-saltiamo la prima ora semplice- dico camminando nel vuoto, intanto una macchina si fermò alla fermata con a bordo John ed un'altro ragazzo che, ad essere sincera, non avevo mai visto fino a quel momento.
-hei dolcezze, perso l'autobus- dice il primo facendo capolino con la testa.
-ma dai, come hai indovinato Lennon?- rispondo ironicamente.
-saltate su ragazze- dice dopo un po il ragazzo alla guida.
-davvero?- si illumina Daisy alzandosi di colpo dalla panchina.
-no sto scherzando daii venite- dice di nuovo il ragazzo facendo cenno con la mano, Daisy sale sul mezzo con una direzione: Liverpool college of art.
-vado a piedi grazie- annuncio io guardando Lennon che, anche lui, mi stava fissando, con un sorrisetto sulle labbra.
-ma che ti prende?- dice la mia amica guardandomi con volto interrogativo.
-assolutamente nulla, fa bene fare esercizio sai?- rispondo non lasciando gli occhi del ragazzo, una connessione di occhiatine tra sfida e stupore, con entrambi due sorrisetti che non promettevano bene sulle labbra.
-ma se magra come uno stuzzicadenti- insiste sempre fissandomi.
-oh dolce Lennon, non riuscirai a trascinarmi nel tuo giro di ragazze- continuo e come sua risposta si gira verso il suo amico e ride, ma non di gusto.
-ti piacerebbe eh?- salta fuori con questa domanda seguita sempre dal continuo fissarci ed il sorrisetto da parte sua. Ma.. Non dovevano andare a scuola?
-ci sono cose più piacevoli fidati- -grazie lo stesso del passaggio...- dico rivolta al ragazzo da parte a John aspettando che dica il suo nome. -Stuart- -grazie, ci vediamoo- dico dirigendomi verso un bar non poco distante dalla fermata.
Stu mette in moto e la macchina parte, cammino per le vie di Liverpool canticchiando Jailhouse Rock di Elvis, francamente non sapevo dove stavo andando; camminavo senza la preoccupazione delle persone che mi vedevano: una sedicenne che non è a scuola ad impazzire per le formule di matematica, senza rendermene conto e con il cervello concentrato sulla canzone, iniziai ad alzare il tono della voce, da un semplice sussurro fino a cantare normalmente.
-e così ti piace Elvis- dice una voce familiare alle mie spalle. John Lennon, che vuole ancora? Faccio per voltarmi ed incontro i suoi occhi. Di nuovo.
-che ci fai qui Lennon?- dico guardandolo da parte a me.
-preferisco andare a piedi, mi servirebbe un po di esercizio- risponde sorridendo.
-allora sentiamo: il tuo amico ti ha buttato giu dall'auto perché ci provavi con Daisy?- mi fermo davanti a lui incrociando le braccia.
-pft.. Non m'interessa la tua amica- dice continuando a camminare ed io rimango davanti a lui camminando all'indietro.
-certo, per andare a scoparti una puttana in uno schifoso bagno, ma per favore- continuo io tornando al mio posto iniziale facendo una risata alquanto falsa.
-si può sapere perchè ce l'hai con me?- -perchè ti credi un duro quando sei più basso di me, ti credi un 'solofigosoloio', ci provi con la prima che capita ti basta dire "ehy dolcezza vieni che ti faccio vedere casa mia"- imito la sua voce - ed ecco una 'ragazza con cui divertiti una sera' e poi quando ti sei stufato di lei la lasci li e rifai la stessa cosa con un'altra, ecco perchè non mi stai così a cuore- lui ride sonoramente e si mette davanti a me in una distanza troppo corta. -uno, il metro dice che sono io il più alto tra i due, secondo, dove te le sei inventate ste cose?- ride -non sai nulla di me, come io non so nulla di te- siamo fermi, l'uno di fronte all'altro, a fissarci. La mia fantasia a di nuovo 'fantasticato'. -te lo si legge in faccia- sbotto voltando in un altra via. -ehy aspetta, dobbiamo chiarire questa storia- dice correndo verso di me, che, ero gia avanti.
-okay okay 'chiariamo'- dico ridendo e lui si rimette davanti a me, quasi i nostri nasi si sfiorano.
-non prendermi per il culo Abigail- -non sono la persone che tu pensi- dice quasi sussurrando.
-va bene John- mi allontano tornando indietro. -ciao Lennon-Ehyyy ragassuolii, non sono morta lo giuro, eccoci con un nuovo capitolo, ho notato che i verbi degli altri capitoli sono tutti al passato, cercherò di correggerli. Beh se vi è piaciuto lasciate una stellina.. Voi come avete conosciuto i beatles? Sono curiosa😁 io at school, in una lezione di musica molto diversa dalle altre😍 gia da piccola conoscevo due loro canzoni, ma non sapevo chi fosse a cantarle😅
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Part Of Me// Beatles
FanfictionJohn: Era tutto, sorrisi, lacrime, baci, imbarazzo, rabbia, gelosia, tutto. Sono stato un coglione, troppe volte, ma c'è sempre stata, anche quando tutto sembrava perso noi eravamo insieme con un rapporto più forte di prima. Ora ho una moglie e due...