Alberto, durante tutto il tragitto, non aveva aperto bocca rispettando il mio silenzio.
Mi aveva accompagnato in hotel senza pretendere nulla, nemmeno i soldi della benzina, fu io a dargli appuntamento per il giorno seguente in modo da sdebitarmi. Non stavo pagando un debito col denaro, era la mia presenza che contava, il passare di nuovo una serata insieme.
Sapevo di mancargli, era cosciente di essermi allontanato da lui trattandolo come se fosse un giocattolo e questo lui non lo meritava affatto. Dovevo iniziare a cambiare, dovevo cercare di star bene e di combattere questo malessere interiore che mi portavo dietro. Per farlo, doveva partire da me, dovevo essere io a volerlo. Ma non sapevo se ero pronto a scavare dentro me stesso.
Mi abbandonai alla frustrazione buttandomi sul letto spegnendo la luce della lampada sul comodino; avevo bisogno di stare da solo con i miei pensieri, dovevo cercare di mettere in ordine quella che era diventata la mia vita – partendo da messo.
Stavo per addormentarmi quando un incessante bussare alla porta mi destò facendomi tornare lucido; mi alzai senza nemmeno accendere la luce e andai ad aprire.
« Che ci fai qui? » chiesi, trovando Elodie davanti agli occhi.
« Posso entrare? » mi chiese lei di rimando ignorando la mia domanda.
Spalancai la porta arretrando di un passo facendole cenno di entrare.
« Siediti pure! » le dissi mentre tornavo a sdraiarmi a pancia in giù con lo sguardo rivolto verso di lei.
Si sedette sul bordo del letto nel silenzio più assoluto.
Attesi aspettando che si decidesse ad articolare qualsiasi cosa, anche una monosillabe, ma non aprì bocca così decisi di prendere l'iniziativa ripetendole la domanda che le avevo posto appena me l'ero trovata davanti: « Che ci fai qui? »
« Avevo bisogno di parlarti... » sussurrò.
« Sono qui davanti a te, dimmi! » la esortai girandomi di lato e accendendo la luce che illuminò la stanza. In questo modo potevo leggerla, riuscendo a scorgerle il viso potevo decifrare le sue espressioni. Era nervosa.
« So che mi hai detto che non sono il centro del mondo, del tuo mondo, ma ho bisogno di capire se sono io la causa del tuo malessere. » ammise sussurrando quell'ultima parola come se fosse un'imprecazione.
« Si chiama depressione, Elodie, non devi aver paura di chiamare la malattia con il suo termine... » le spiegai prendendo una breve pausa con la scusa di osservarla mentre si torturava le mani « Sei solo stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ma non sei stata tu la causa principale. Eri il mio primo amore, per me era tutto amplificato: ogni tuo gesto valeva il doppio perché certe sensazione e determinati sentimenti non li avevo mai provati. Quando mi hai lasciato sono come imploso. Vivevo in balia delle emozioni non sapendo come gestire le situazioni, mi lasciavo trasportare. Tu mi hai dato solo l'accendino per accendere il fuoco, la legna c'era già, avevo bisogno solo di una fiamma. Penso per tutti sia così, eri il mio primo amore, quell'amore che non puoi dimenticare. »
Doveva capire che in tutta questa situazione lei era stata solo la goccia di troppo, doveva assolversi dal peccati a cui si era condannata da sola. Doveva cancellare questo pensiero dalla sua testa.
« Anche tu sei stato il mio primo amore, mi hai resa cosciente del significato della parola amare. Prima di te avevo già detto di amare qualcuno ma non è mai stato così sentito come con te. » mi confessò puntando i suoi occhi nei miei.
« E allora perché? » le chiesi.
A questa mia domanda si irrigidì, aveva capito tutte le domande che si celavano dietro a quella semplice di domanda – che all'apparenza non aveva nulla di complicato.
« Non è stata una mia decisione, Lè. Avevamo litigato dopo nemmeno una settimana, non erano passati nemmeno sei giorni che tu stavi già impazzendo perché avevo scelto la festa della Savini al posto di partire la sera stessa e venire da te. Non capivi che avevo bisogno di addentarmi in quel mondo, dovevo abituarmi alla mia nuova vita ed entrare nell'ottica rendendomi conto di essere una cantante. Fu Emma, per esperienza personale, a consigliarmi di mettere un punto. Aveva ragione, dovevo vivermi a pieno gli instore. So che la colpa è principalmente mia per aver permesso a degli estranei di introdursi nel nostro amore, so che ho agito fidandomi del giudizio altrui ma so anche che se tornassi indietro non commetterei più lo stesso errore. Non è una giustificazione, Lele, ma quel cambiamento repentino mi aveva destabilizzato: eravamo passati dall'essere protetti e rinchiusi in una casetta- rivendoci 24 ore su 24 – ad essere esposti al mondo e buttati da una parte all'altra dell'Italia. Non avevo più la mia privacy, stavo impazzendo e tu non mi aiutavi con i tuoi comportamenti! »
L'ascoltai in silenzio, finalmente stavo avendo le risposte che cercavo.
« Avrei bisogno di sapere un'ultima cosa però.. » non mi interruppe, annuì e basta facendomi capire che avrebbe risposto a ciò che le avrei chiesto. I nodi stavano vendendo al pettine, dovevamo solo decidere se quel momento sarebbe stata la fine o l'inizio di tutto.
« Se ce ne fosse la possibilità, torneresti con me? Hai detto che se tornassi indietro ti comporteresti diversamente, pensi che ora sia troppo tardi per un noi? »
« No, Lè, non sarà mai troppo tardi per un noi. E tu? Pensi che sia troppo tardi? » mi chiese guardandomi con quegli occhi cerulei che mi facevano impazzire ogni volta.
« Sì. »
SARA'S CORNER: Prima di entrare nella misunderstanding zone, è meglio mettere in chiaro che non ho nulla contro di Emma e non penso sia lei la causa. Il 70% di ciò che scrivo è pura fantasia, ho parecchia inventiva. Questo è il penultimo capitolo, ci vorrà un po' per l'ultimo, è in fase di scrittura ed è sparita la mia tanto adorata ispirazione. Probabilmente il capitolo è scritto - grammaticalmente - male, forse è il più brutto ma mi sono bloccata e ho provato a fare del mio meglio per cercare di concludere almeno una storia. E niente, fatemi sapere in una recensione che ne pensate, buona lettura!

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Her.
Подростковая литератураStoria su Lele ed Elodie. #ATTENZIONE: la storia tratterà di tematiche forti e vedrà un Lele molto diverso da come è nella realtà. L'intera storia è stata completamente inventata dalla sottoscritta, non c'è nulla di vero in ciò che pubblicherò, è f...