Corsa contro il tempo

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«Giusto, la musica!» Bingo! Lelly scatta come una molla e si mette a sedere, sembra essersi completamente ripresa. Imprevedibili effetti delle Tatu. Di solito non ascolto cantanti femminili, mi piacciono le voci maschili, ma queste due ragazze russe mi fanno impazzire. Pare che anche Lelly apprezzi, muove la testa seguendo il ritmo del pezzo.

«A che ti riferisci?»

«Dobbiamo scegliere la musica per la sfilata!» esclama al settimo cielo.

«È vero, e deve essere assolutamente sensazionale» convengo con lei.

«Dobbiamo accostare le note al colore degli abiti, al loro stile, occorre enfatizzare ogni aspetto che vogliamo mettere in luce con la musica adatta» eccola che carica l'artiglieria pesante. Scegliere la musica non sarà più facile che scegliere le stiliste, anzi sarà peggio.

«Sembra un'impresa titanica» sono preoccupata, dovremo ascoltare decine di brani per ore, sperando di trovare qualcosa di adeguato. Quella sfilata deve scioccare, deve mostrare al mondo i lati nascosti delle donne quarantenni, sexy anche in dolce attesa.

«Si, ma sarà qualcosa che lascerà a bocca aperta, inedito, spettacolare» Lelly è totalmente presa dalla faccenda.

Il piano inizia a prendere forma, lentamente ma inesorabilmente. Iniziamo a scrivere tutto ciò che vogliamo ottenere e come farlo. Non ci fermiamo nemmeno per mangiare. Prendiamo appunti e facciamo brainstorming senza tregua. Quando arriva il momento di separarci ci sentiamo in preda all'esaltazione più totale, sembriamo invasate.

«Allora ci vediamo domattina, daremo il verdetto alle stiliste e inizieremo a scegliere materiali e musica» Lelly mi abbraccia e sorride, gli occhi le luccicano. Sembra che la nausea le sia passata di mente, almeno fino al prossimo attacco.

«A domani tesoro!»

Decido di aver bisogno assoluto di un'ora rilassante in vasca da bagno. Apro l'acqua calda e accendo delle candele. In attesa che la vasca si riempia vado in cucina a sbrigare qualche faccenda. Dopo aver caricato l'ennesima lavastoviglie torno in bagno, pregustando l'immersione nella schiuma morbida. Peccato che l'aria si sia saturata un po' troppo velocemente, grazie al vapore e al troppo calore. L'ultima cosa che ricordo è il fischio assordante nelle orecchie, mentre tutto davanti a me diventava viola.

Poi più niente.

Mi risveglio in ambulanza.

Ricky è seduto accanto a me.

Un paramedico mi sta iniettando qualcosa in vena.

Devo aver fatto un bel casino.

Cerco di muovere la testa ma non ci riesco, capisco che è bloccata da un collare. E una caviglia mi fa un male boia. Merda. Poi il terrore s'impossessa di me, sovrastando il dolore lancinante. Ricky mi guarda preoccupato. E anche parecchio incazzato.

«Che diavolo volevi fare?» ringhia a bassa voce.

«Un bagno, mi pare chiaro» rispondo con quel po' di voce metallica che riesco a recuperare.

«Sono arrivato in tempo per chiudere l'acqua che stava per debordare dalla vasca, ti ho trovata svenuta, hai battuto la testa e sembra che la caviglia sia slogata o roba del genere.» Il resoconto non è edificante. Ma finalmente riesco a trovare il coraggio per chiedere quello che davvero mi interessa.

«Il bambino sta bene?» sono in preda all'ansia più totale, mi viene da vomitare.

Controtempo    (#Wattis2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora