21. Il processo pt. 1

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Ero in piedi davanti allo specchio da più o meno dieci minuti, stavo fissando la mia immagine riflessa, chiedendomi se sarei riuscita ad essere felice prima o poi. Se qualcuno mi avesse visto adesso, nel mio vestito nero e con gli occhi lucidi, avrebbe pensato che stessi per andare ad un funerale. 
Continuavo ad osservarmi finchè non venni interrotta da Nash, che entrò nella mia stanza. 
-Lolita...- disse, quasi bisbigliando, non appena notò il mio stato.
-Ero convinta che ce l'avrei fatta. Mi sono detta ogni giorno che sarei riuscita a superare anche questa sfida. In fondo è solo un processo, no? Niente di nuovo. Ma mi sbagliavo...- singhiozzai. Odiavo mostrarmi debole ma lui era mio "fratello". Si avvicinò e mi strinse forte tra le sue braccia, accarezzandomi la testa. Ci staccammo e mi baciò la fronte. 
-Perchè eri venuto qui? Ti serve qualcosa?- domandai.
-C'è una persona per te...- rispose. -Ti aspetta in giardino.- aggiunse, per poi andarsene.

Andai in giardino e lo vidi, seduto a bordo piscina, mentre giocava con una mano nell'acqua.
-Cosa ci fai qui?- chiesi, non essendo stata avvisata del suo arrivo. Mi sedetti vicino a lui, appoggiando la testa  sulla sua spalla.
-Volevo stare un po' con la mia ragazza.- rispose, lasciandomi un leggero bacio sulla testa. 
-Grazie Josh...- dissi, lasciando un sospiro.
-Non devi ringraziarmi, io ci sarò sempre per te.- rispose.
-Perchè hai scelto proprio me? Perchè sei ancora qui se sono un completo casino?- domandai, voltandomi per guardarlo. Si girò anche lui, mi guardò negli occhi e sospirò.
-Perchè ti amo.- bisbigliò, provocandomi una strana sensazione allo stomaco. Non feci in tempo a rispondere che arrivò Cameron, che chiese a Josh se poteva lasciarci soli. Volevo ucciderlo per avermi rovinato il momento romantico. Il mio ragazzo si alzò, mimandomi un "a dopo" con le labbra, per poi entrare in casa.
-Ho interrotto qualcosa?- chiese Cameron, probabilmente si era accorto del mio sguardo omicida su di lui.
-Anche tu vuoi dirmi qualcosa per farmi forza?- chiesi ridendo.
-Non ti servono parole di incoraggiamento, so già che ce la farai.- rispose facendomi l'occhiolino. -Sei sicura che io non abbia interrotto qualcosa?- domandò di nuovo. Scoppiai a ridere ed ero grata a Cameron per non avermi fatto pensare all'inferno che avrei passato per qualche minuto, ma volevo comunque strozzarlo per aver rovinato la dichiarazione di Josh.
-Posso stare un po' da sola?- chiesi gentilmente al mio amico, che annuì e mi abbracciò, per poi andarsene. 

Ero ancora seduta a bordo piscina a contemplare l'acqua e a pensare ai miei sentimenti per Josh, ma venni risvegliata dallo squillare di un telefono che non era il mio. Mi voltai e vidi la felpa di Josh sul prato. Mi alzai e presi il telefono. Lessi il nome sullo schermo e provai a immaginare un valido motivo per cui Vanessa avrebbe dovuto chiamare il mio ragazzo. Ero tentata di rispondere, ma non lo feci, non volevo finire per litigare con Josh. Il telefono smise di suonare e vidi che aveva ricevuto dieci messaggi, sempre di Vanessa. Non aprii nemmeno quelli. Mi alzai e mi diressi in cucina, era quasi ora di andare. Nella stanza trovai Christina, Owen, Nash, Hayes e Cameron che mi aspettavano. Skylynn era da un'amica di Christina, non volevano portarla in tribunale. 
-Dov'è Josh?- domandai non vedendolo.
-Doveva fare una cosa, ti aspetta in tribunale.- rispose Hayes.
-Dobbiamo andare tesoro.- disse poi Owen, un po' titubante. Annuii e ci dirigemmo verso l'inferno.

Non appena scesi dalla macchina, notai tutti i miei amici davanti all'ingresso del tribunale e un sorriso di gratitudine spuntò sul mio volto. Vidi anche il sergente Benson, che mi aspettava accompagnata dall'avvocato. Ebbi giusto il tempo di ringraziare i miei amici e poi fui portata all'interno dell'edificio. 

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-La persona che le ha fatto quello che ci ha appena raccontato è in questa stanza?- domandò il procuratore, dopo che ebbi raccontato tutto. 
-Si.- risposi con un nodo alla gola.
-Può indicarcela?- chiese poi il procuratore. Annuii e puntai il dito verso Nate, che mi guardava con un sorriso beffardo, che lo accompagnava dal momento in cui era entrato in aula. Il giudice mi ringraziò e mi fece tornare a posto. Mentre mi stavo dirigendo verso la sedia vidi entrare Josh e Vanessa insieme. Per quale motivo erano in ritardo e, soprattutto, da quando erano amici? Decisi che ci avrei pensato dopo, ora volevo sentire ciò che aveva da dire Nate.
-Signor Maloley, ci può spiegare il motivo di questo suo gesto? Cosa gli aveva fatto la signorina Grey per meritarsi tutto questo?- domandò il procuratore. 
-Sono stato obbligato. Io la amavo, anzi, la amo.- rispose con uno sguardo triste rivolto verso di me. Non gli credevo, chi ama non fa certe cose. Il procuratore non fece altre domande e lasciò spazio alla difesa.
-Signor Maloley, ha detto che è stato obbligato... Perchè lo ha rivelato soltanto adesso?- chiese.
-Avevo paura.- rispose, abbassando la testa. Voleva davvero fare la parte della vittima? 
-Paura di cosa?- continuò l'avvocato.
-Dei miei capi...- sussurrò. Quali capi? Forse si riferiva a quelli della gang... Fortunatamente il giudice ci concesse dieci minuti di pausa, che sfruttai per parlare con Josh. Non gli avevo ancora parlato dopo quella dichiarazione in giardino e volevo farlo prima di rientrare in aula, magari mi avrebbe dato la forza per continuare questa tortura.
-Come mai eri in ritardo?- gli chiesi, non appena fui sicura di essere sola con lui.
-Ero passato al bar e ho incontrato Vanessa, così siamo venuti insieme. Volevo avvisarti ma non trovo il telefono... Mi dispiace.- rispose. Mi avvicinai di più e lo baciai, per una volta ero sicura di quello che provavo.
-Anch'io ti amo.- dissi. Mi sorrise e mi baciò di nuovo, prima di rientrare.

Il giudice diede nuovamente inizio al processo e la difesa iniziò subito da me.
-Signorina Grey, questo non è il suo primo processo, sbaglio?- domandò l'avvocato, facendo crescere la rabbia che era in me.
-Perchè questa domanda?- chiesi a mia volta, piuttosto infastidita.
-Signorina Grey, risponda.- mi ammonì il giudice.
-Non è il primo, ho già testimoniato in un tribunale.- risposi, facendo felice l'avvocato. Continuavo, però, a non capire il motivo di questa sua domanda.
-Per me può andare.- disse, per poi mandarmi a sedere. Ero leggermente confusa, anzi, molto confusa. Poi, si avvicinò al giudice e lo stesso fece il procuratore. Mi voltai verso i miei amici che mi fecero dei sorrisi incoraggianti, per poi tornare ad osservare la scena davanti a me.
Quando finirono di parlare, il giudice fece un cenno al sergente e vidi tutti i poliziotti muoversi. Nessuno nella stanza capiva cosa stesse succedendo finchè il sergente non pronunciò quelle parole che ebbero lo stesso effetto di una pugnalata alla schiena.
-Josh Lively, Vanessa Port, vi dichiaro in arresto per aver commissionato il tentato omicidio di Lola Grey.-






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NON ODIATEMI VI PREGO

Spero che questa parte non vi annoi, essendo molto stile Law&Order ( io lo amo )....

Lola ha detto a Josh di amarlo, ma non poteva andare tutto bene. Come reagiranno Lola e Matthew a questa cosa?


Ho deciso di dividere il capitolo in due per non farlo troppo lungo, perdonatemi.

Se vi piace lasciate una stellina o un commento :)

Grazie per tutte le letture!

We Are Young || Taylor CaniffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora