4.proprietà privata

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mi scuso per il ritardo, ma finalmente sono libera quindiiiii
ci vediamo in fondo e buon capitolo!

presente, due settimane dopo gli avvenimenti all'ospedale
7:30.
suono della sveglia.
prospettiva: andare a scuola.
ovvero, un'altra giornata del cazzo.
yeah.
mi sporsi dal mio bozzolo di coperte e cuscini e allungai la mano fino al comodino per raggiungere il cellulare e spegnere quella fottuta sveglia.
mi ci vollero altri 10 minuti circa però per svegliarmi completamente e altri 5 per alzarmi...e infatti ero già in ritardo.
appena uscito dalla doccia, sentii mio padre urlarmi un 'sto andando al lavoro, ci vediamo sta sera!'. risposi, sempre urlando, giù dalle scale: 'okay, a sta sera!' e sentii la porta d'ingresso sbattere. mi ci vollero pochi secondi per scegliere una maglia nera, una felpa rossa di due taglie in più e un paio di jeans grigi.
già in un ritardo clamoroso, saltellai giù due gradini alla volta, quasi rompendomi l'osso del collo, con una scarpa sola e lo spazzolino da denti in bocca. senza essere riuscito a fare colazione, mi infilai lo zaino preparato la sera, lanciai lo spazzolino nel lavandino della cucina e uscii velocemente di casa.
due secondi dopo circa, mi ritrovai sbattuto contro la porta e due braccia forti che mi bloccavano i polsi lungo i fianchi. capii subito chi era il '''molestatore"': Theo.
subito dopo l'impatto, avevo chiuso gli occhi e abbassato impercettibilmente la testa, in riflesso di protezione. li riaprii poco dopo e, se possibile, la situazione peggiorò, poiché mi ritrovai ad affogare dentro due pozzi verdi chiarissimo, con quelle meravigliose sfumature azzurrine.
ma cosa sto dicendo?!
insomma, in quel momento ero decisamente in una situazione particolare. ero in ritardo tremendo per andare a scuola e c'era quel ragazzo a bloccarmi.
bello, insomma.
sentivo il suo respiro pesante infrangersi contro la mia mascella, dato che mi sovrastava con il suo fisico...ehm...insomma, avete capito.
i suoi occhi si erano fissati nei miei, inchiodandomi.
e sembravano molto arrabbiati.
stavo per iniziare una delle mie solite sfuriate, quando sentii la pressione del suo corpo sul mio aumentare, e un ringhio stava lentamente salendo dalla sua gola. e lì, lì era successa una cosa piuttosto sconvolgente.
-due. settimane. due fottute settimane. Perché?-
sembrava quasi triste, ma più che altro furioso.
la stessa espressione di un predatore a cui hanno rubato la preda.
-non so di cosa tu stia parlando e..- fui costretto a interrompermi, dato che quello stronzo si era tuffato sul mio collo, manco fosse un vampiro, mordendolo forte. gemetti, dal dolore più che altro.
-ma brutto stronzo, levati sub- con il battito accelerato, ero riuscito a raccogliere abbastanza fiato da comporre mezza frase, ma poi mi ero dovuto interrompere, dato che non riuscivo proprio a respirare con i suoi denti sul mio collo.
intanto mi teneva ancora imprigionato, il corpo spalmato sul mio.
-oh, sì che lo sai. ma se vuoi ti rinfresco la memoria.- le sue labbra avevano lasciato una scia umida fino a raggiungere il mio orecchio per sussurrare quelle parole, per poi mordermi il lobo. ma va che non sei Edward Cullen, eh, sempre a mordere.
-32 chiamate. 56 messaggi. ed ero anche venuto fin qui l'altro ieri.-
ahhhh, quello. si, ehm, forse avevo ignorato qualche notifica in quei giorni. colpa del telefono nuovo. l'avevo sicuramente messo in silenzioso senza accorgermene, non avevo ancora capito bene come funzionava l'iPhone 6s.
-io...-   -tu?- mi chiese fissandomi di nuovo. e ovviamente io mi persi nei suoi occhi. pochi secondi e le sue pupille erano proiettate sulle mie labbra, per poi scattare sul mio collo, in un punto preciso. ghignò.
Oddio.
-mi vedo costretto, dato che non posso assicurarmi in prima persona che nessuno si avvicini a te, a rendere esplicito il fatto che sei mio.-
-ma anche no, io non so- mi interruppi perché sentivo di nuovo la presenza delle sue labbra, e dei suoi denti sul mio collo. mentre mi perdevo per via di quelle sensazioni mai provate, lui lasciava il suo marchio su di me. riuscivo a sentire che aveva sfoderato le zanne, con le quali mi stava lentamente e leggermente graffiando per poi leccarmi sempre nello stesso punto.
dopo pochi istanti, minuti, ore, si staccò e mi resi conto di quello che era successo, contro la mia volontà.
anche lui in quel momento sembrava stordito, così riuscì a spingerlo via e abbassare lo sguardo sul mio collo.
mi aveva lasciato un livido viola e rosso enorme!
- TU BRUTTO STRONZO EGOCENTRICO, CHI TI HA DATO TUTTA STA CONFIDENZA?!-
lui, sembrò riprendersi e disse qualcosa che mi gelò sul posto, anche se per poco.
-io non chiedo certo il permesso.- lo sguardo freddo, impassibile.
mi venne da piangere. ma come poteva essere così insensibile? si trattava del mio corpo.
- NON SONO LA TUA PUTTANA PERSONALE!- urlai con un tono più alto del normale di qualche ottava. sembrò stupito, dispiaciuto, ma non riuscii ad interpretare appieno la sua espressione.
semplicemente scappai via, mi voltai e corsi veloce, verso il bosco. tanto la prima ora era andata, e con la mia ottima media scolastica, potevo benissimo saltare un giorno.
-non seguirmi, voglio stare solo.- dissi debolmente mentre scappavo, scappavo da lui; sapevo che mi aveva sentito, e infatti non sentii nessuno passo dietro di me.

angolo autrice🍕
Buonsalve!
ecco il primo, vero capitolo.
la frase che ho trovato su insta calza a pennello👑
spero vi sia piaciuto, ci ho messo veramente tutta me stessa per farlo uscire bene💕
un'ultima cosa: in questa storia Theo è più alto e grosso di Stiles, mentre il nostro Stilinski è un po' più basso che nella realtà, per farlo risultare ancora più adorabile, aw✨
il prossimo capitolo uscirà fra una settimana e vi prometto che sarà molto bellino.
intanto ringrazio veramente di cuore quelli che visualizzano perché abbiamo superato il centinaio e quando l'ho scoperto stavo quasi per piangere. ringrazio ancora di più se possibile tutti quelli che lasciano anche un like o un commento.
grazie, mi fate sorridere sempre, ve se ama❤️
a settimana prossima lupette👊🏻
taooo
Amortenia

Healing each otherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora