pro ana

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Ana, se fortunatamente non lo sapeste è come viene chiamata l'anoressia, un nomignolo affettuoso dato ad una personalità immaginaria che risiede dentro la testa di tante adolescenti.
"Ana, la mia amica Ana, lei mi aiuta, mi sostiene ed è la mia unica amica" così la pensavo.

eppure come è possibile che una ragazzina intelligente sia caduta nel suo tranello?
come ha fatto Ana a convincere una me 14enne a seguirla in un cammino verso la morte?

questa è la mia storia, la storia di come una piccola, fragile e ingenua me 14enne si sia spinta verso la morte cercando un'impossibile perfezione.

iniziamo dalla prima volta che ho sentito parlare dell'anoressia.
avevo all'incirca 8 o forse 9 anni, la mia amichetta del cuore davanti allo specchio in camera dei miei genitori ha detto "sai, esiste una malattia strana e le persone che ce l'hanno quando si guardano allo specchio si vedono obese e smettono di mangiare e anche quando sono magrissime si vedono obese e alla fine muoiono di fame". 
io non ci credevo, come fa uno a vedersi obeso ma essere talmente magro da morire di fame? era una cosa impossibile e secondo me l'aveva inventato.
è strano, mi ricordo ancora questa coversazione a circa 9 anni di distanza.

poi, crescendo sono arrivata in seconda media ad affrontare i disturbi alimentari come progetto scolastico. 

passammo un quadrimestre a trattare dell'anoressia, guardammo un documentario realizzato da una modella, magrissima, emaciata, sofferente. Dov'era la bellezza che cercava? 

non volevo essere bella se le persone vedevano del bello in lei.
non trovavo bellezza in lei, niente di affascinante, un teschio ricoperto solo da un sottile velo di pelle e muscoli stanchi e atrofizzati, faceva fatica a parlare, la sua voce era flebile e tremante, faceva fatica anche a tenere gli occhi aperti. Di affascinante c'erano solo le sue parole, avvertimenti, rimpianti, parole piene di vita in un corpo ormai morente.
Scoprimmo poi che Isabelle Caro, quella modella tutta ossa era morta lo stesso anno a causa di una semplice polmonite.

Trattammo poi della Bulimia.

Prima ti abbuffi e poi vomiti, può capitare che ci si senta male dopo aver mangiato tanto, ma non capivo perchè farlo per perdere peso, in più detestavo il sapore del vomito.

in classe abbiamo fatto un brain storming e raccolte le idee che ognuno aveva espresso abbiamo stillato una lista di pro e contro, ovviamente tra i pro erano inseriti solo i dati scientifici quali "perdita di peso rapida" e onestamente non ne ricordo altre. Ma tra i contro, per confutare subito la rapida perdita di peso, il fatto che sotto una certa soglia di peso non arrivi.

lo smalto dei denti  si corrode a causa dell'acido gastrico.
si rovinano gli organi.
l'alito puzza.
porta spesso all'anoressia.
si può morire.
"e fa schifo baciare chi sa di vomito"

non avrei mai pensato in vita mia che ci sarei passata anche io.

Dopo la bulimia abbiamo affrontato l'obesità.

un argomento che per me era difficile da affrontare, ero quella un po più rotonda della mia classe, bassa, bruttina, grassottella, timida e introvesa, insomma la preda preferita dai bulli.
già sapevo che sarebbero arrivati a darmi dell'obesa per il resto delle medie.

Mi ricordo molto lucidamente un episodio che mi ha segnato e forse ha iniziato a scaturire in me dei disagi riguardo il mio corpo abbastanza forti.
eravamo in giardino durante l'intervallo e non so come era venuto fuori l'argomento "peso", tutte a dire quanto pesavano, tutti numeri vicini ai miei devo dire, ma quando anche io ho detto di pesare 46 (mi sembra che in seconda media pesassi così) le altre si erano messe a ridere, mi avevano riso in faccia.

"non ci credo" sghignazzava una, "dai fai la seria, non è possibile che pesi come Marti, guarda lei quanto è magra, tu sembri una balenottera" diceva ridendomi in faccia un'altra.
"balenottera? io direi una balena che ha avuto un figlio con un elefante obeso!" sapevano essere veramente cattive, io mi sentivo morire dentro, davvero ero così grassa? Perchè se pesavo circa come la più in forma delle mie compagne di classe, io ero così flaccida? 
spinsi dentro le lacrime e le lasciai continuare imperterrite fino al suono della campanella del rientro in classe, è stato un durissimo colpo alla mia autostima già bassa.

Affrontando l'obesità insieme ai professori, con tutti i miei compagni di classe, quindi anche con i maschi, con i quali avevo un rapporto terribile,  non mancavano le frecciatine rivolte a me, non ero nemmeno la ragazzina più grassa, ma ero di sicuro quella con i rapporti peggiori, per me sono stati anni d'inferno, venivo picchiata e insultata quasi quotidianamente, per 4 anni non sono uscita di casa, i tre anni delle medie e anche il primo delle superiori, avevo cambiato scuola, in un altro paese, ma avevo comunque paura di uscire, mi vergognavo di me stessa, "finchè sono così grassa non merito di uscire, tanto poi con chi esco? Nessuno mi vuole, e perchè nessuno mi vuole? Perchè sono grassa ecco perchè", questi erano miei ragionamenti, folli e stupidi, ma a quel tempo mi sembravano i più corretti.
Forse inconsciamente sapevo di non essere così grassa e forse è per quello che in quei tre anni non avevo mai provato a fare diete, a dire il vero ci avevo provato, ma mi mancava la determinazione.
I miei assurdi ragionamenti vennero incrementati dal mio vicino di casa, il quale mi aveva riferito delle maldicenze dette dal più sfigato dei miei compagni di classe, davvero ero così messa male da farsi condizionare da uno sfigato simile?
"Quanto è grassa, devi vederla poi quando va alla lavagna, trema pure il pavimento, secondo me potrebbe quasi rotolare, tanto la forma della palla già ce l'ha"
Sapevo benissimo che erano stupidissimi pareri del più sfigato della classe, ma non avevo una personalità, io volevo piacere alla gente, volevo essere quella bella con tanti amici, volevo incarnare la mia idea di  perfezione.

Così una sera accesi il computer e ricercai in rete dei metodi per perdere peso efficaci, fino a quando, dopo ore di ricerca, mi imbattei in un curioso blog, "dentro ai miei silenzi", lo lessi tutto, guardai alcuni commenti, di ragazze che chiedevano a Ana, di aiutarle, c'era chi la ringraziava e chi la insultava, ma mi concentrai solo sui commenti "positivi" che Ana riceveva, non collegai subito il nomignolo Ana all'anorressia, così iniziai a seguire alcuni dei suoi consigli...



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