Capitolo 2

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Quando ho visto Sara per la prima volta, ho avuto un'erezione.

Noi uomini ne abbiamo parecchie, di erezioni così: improvvise, veloci. Causate, nella maggior parte dei casi, da donne con cui non finiremo mai a letto. A volte ci basta solo uno sguardo, o un pensiero. Oppure un sogno ad occhi aperti, nel mio caso.

Con Sara, la prima volta che l'ho vista, ho iniziato subito a sognare ad occhi aperti.

Per farvi capire cosa intendo, devo parlarvi un po' di me.

Io lavoro in un settore molto importante del cosiddetto Made in Italy, e viaggio spesso per incontrare clienti e contrattare forniture di medio e lungo periodo. Nei miei viaggi non sono mai solo. Ho a disposizione un team composto da un avvocato, un addetto stampa, e un'assistente personale. Per quattro anni la mia assistente è stata Monica (un altro nome scelto grazie alla sorte, questo). Monica ha ricoperto questo ruolo da quando sono entrato in azienda, ma ha deciso di lasciare un anno fa, quando ha avuto il secondo figlio. Prima di andarsene, lei e l'ufficio Risorse Umane si sono uniti per assumere una nuova assistente.

Cosa fa l'assistente del manager di una società quotata in borsa? Risposta: gli gestisce la vita. L'assistente organizza il mio calendario di appuntamenti dal lunedì al venerdì. Mi dice dove andare e perché, chi incontrare e quando, a che ora chiamare e a che numero. È lei a coordinarsi con i clienti, per consentirmi di incontrarli in giro per il mondo e fargli firmare i contratti. È lei a inviare regali, mazzi di fiori, inviti e lettere di ringraziamento per conto del sottoscritto.

Senza assistente, la mia vita sarebbe un inferno. Anche se, nel caso di Sara, il mio inferno è iniziato quando l'ho conosciuta.

Due settimane prima che andasse via, Monica è venuta nel mio ufficio col curriculum di una dipendente dell'azienda. La mia famiglia coltiva da sempre i propri talenti. È anche per questo che siamo sul mercato da tre generazioni.

"Trovami un tuo clone e facciamola finita," ho detto a Monica, e lei ha sorriso.

"Credo di aver trovato la persona giusta per te."

"Credi?"

"Credo."

"Male che vada ti offrirò un altro aumento per farti rimanere con me fino alla pensione."

Lei ha sorriso di nuovo e mi ha detto: "Non ci riuscirai mai."

Così Monica ha fissato un appuntamento con Sara Proust, e mi ha lasciato il suo curriculum. Laurea con il massimo dei voti, MBA a Londra, sei mesi in Irlanda come junior assistant per un manager di primo livello, tre a Madrid in un'azienda farmaceutica, con una posizione simile, e poi l'arrivo nella nostra azienda. Sara parla quattro lingue, e l'ufficio Risorse Umane la considera eccezionale nel lavoro di squadra. E per finire, nel suo file ci sono ben otto lettere di referenze.

Quando la mia segretaria mi ha annunciato il suo arrivo, quello stesso pomeriggio, ero stanco e affamato. Da un lato volevo che Sara fosse la reincarnazione di Monica, l'assistente perfetta. Dall'altro lato volevo che fosse una pessima scelta, così avrei potuto liquidarla in dieci minuti e lasciare l'ufficio alla ricerca di qualcosa da mangiare e di un letto su cui dormire.

Sara ha bussato alla mia porta alle 16:58, due minuti prima dell'orario stabilito per l'appuntamento, e quando ho detto "Avanti" tutto è cambiato.

"Signor Elliot, sono Sara Proust. La disturbo?"

Le sono bastate sette parole per conquistarmi. Le è bastato fermarsi sulla soglia della porta, sorridermi, guardarmi negli occhi e pronunciare quelle sette parole.

Confessione di un uomo innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora