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Mi farà ridere, mi scriverà canzoni, si prenderà forse cura di me quando sarò vecchia e malata? 
Ellaria Sand (A dance with dragons)


La prima volta che Ellaria Sand si fermò a guardare il viso di Oberyn Martell fu poco prima che il Principe di Dorne venisse scaraventato da una parte all'altra della strada dalla carica di un toro.
Da ciò che si riuscì a udire delle urla del Principe Doran, infuriato dopo che il giovane fratello aveva liberato quella bestia per le vie della città, quello sarebbe stato il suo regalo di compleanno.
Il giorno dopo, Lancia del Sole era adornata dai drappeggi rosso fuoco in onore dei vent'anni del giovane principe, che sfilò per la città alquanto malconcio ma con una certa dignità. Due ore più tardi, il toro era stato liberato di nuovo e Oberyn Martell era per strada armato di lancia, con Arthur Dayne in lacrime dal ridere, piegato in due su una staccionata a fargli il tifo.
Accanto a sua madre, Ellaria Sand aveva storto il naso.
«La Vipera non è un guerriero», aveva detto, mentre il principe saltava da un lato all'altro della strada come una cavalletta in fuga da una massaia armata di scopa. «È un ballerino!»
Poi la lancia aveva trafitto il cranio del toro e la bestia era caduta a terra in una nuvola di polvere e sangue, lasciando tutti i presenti a bocca aperta prima di venire accolta da una pioggia di battiti di mani.


*

Ellaria Sand osserva Oberyn danzare in quell'area di cervi e leoni e stringe le mani sul ventre.

Un soffio di vento, un respiro di folla e il Principe di Dorne è di nuovo a terra, acclamato da uno scroscio di applausi. I suoi capelli danzano ancora della sua piroetta, le sue vesti emettono ancora il fruscio dell'aria che le ha smosse.

La Montagna prova a colpirlo e, per un momento, le dita di Ellaria si irrigidiscono. È questione di un istante, però, perché Oberyn sorride e pare bastare davvero un suo arricciare le labbra perché la spada del suo sfidante gli passi accanto senza far altro che sfiorarlo.
Ha anche il sole dalla sua, la Vipera Rossa, poiché i raggi di un mattino soleggiato gli accarezzano morbidamente il viso mentre lui evita con leggiadria un altro attacco.
E non importa se quelle che grida sono parole intrise di disperazione, se sono urla che sanno di odio; non importa se Oberyn è appena caduto perdendo la sua lancia, accompagnato dal fiato mozzato del pubblico che pare temere per la sua vita.
Perché il Principe si rialza e danza di nuovo, danza sulla morte con una piroetta che di umano ha ben poco, atterrando candidamente tra i sospiri e il sollievo di chi lo sta guardando.
Sorride di nuovo al suo pubblico e si fa passare un'altra lancia, così rilassato da parer stare andando a fare una passeggiata, anziché una guerra.
Si muove leggero con in testa una musica che soltanto lui conosce e che raggiunge i presenti soltanto quando la lancia trafigge per la prima volta Gregor Clegane, lasciando una macchia purpurea sull'arena di cervi e leoni.
Un altro colpo e un altro ancora.
Con le mani ancora strette in grembo, Ellaria osserva Oberyn compiere l'ultimo balzo della sua ipnotica danza, atterrando per sempre la Montagna contro la quale ha combattuto. Non sente neanche per errore le grida, poiché la musica del Principe di Dorne è troppo forte, troppo melodiosa per venire ignorata.
E poi, l'utimo sguardo.
L'ultimo sorriso, rivolto a lei e a lei soltanto, come il più prezioso dei doni e il più malinconico degli addii.
Oberyn Martell sorride e stavolta sorride solo per lei.
Ellaria scioglie finalmente le dita raccolte a coppa sul ventre, lasciando che le braccia le cadano morbidamente lungo i fianchi.
Forse nel tentativo di soffocare una lacrima di gioia, si lascia sfuggire una risatina.
La Vipera non è guerriero; è amante, è ballerino di vita, amante dell'aria e seduttore del sole.

La vipera non è guerrieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora