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«niall, sbrigati o non potrai andare da louis, oggi!»

appena sentì il nome del suo migliore amico, scattò in piedi; era il primo giorno dopo l'inizio delle vacanze e finalmente avrebbe potuto riabbracciarlo.
lo vedeva solo una volta all'anno, per tre mesi. da giugno fino agli inizi di settembre, quando la scuola è chiusa, louis e la sua numerosa famiglia viaggiano da doncaster, in inghilterra, fino a dublino. li conosceva da quand'era solo un neonato che mangiava, dormiva e piagnucolava tutto il giorno.

«niall

lo chiamò, ancora una volta, sua madre. era quasi pronto. non appena infilò le sue all star bianche, corse al piano inferiore e per poco dimenticò anche di mangiare. era davvero emozionato. voleva rivederlo subito.
sapeva che louis quell'anno fosse venuto solo per lui, dato che doveva studiare per gli esami imminenti. infatti sarebbero rimasti molto poco e, solo se essi fossero andati bene, sarebbero tornati. sapeva quanto lui odiasse studiare: lui amava divertirsi, scherzare, ridere. un po' come niall, che, al contrario suo, era però più timido. sapeva anche quanto però si stesse impegnando per rendere i genitori orgogliosi di lui, per dare il buon esempio alle sorelline -ed Ernest- e sentirsi fiero di sé.
una volta niall gli disse anche che, se non avesse studiato, non gli avrebbe più parlato. credeva non gli importasse più di tanto, ma nel giro di poche settimane la sua media si era alzata moltissimo.
afferrò un paio di fragole e le tenne nel palmo della mano sinistra, mentre correva verso casa del suo amico.
una la mangiò, assaporando il sapore leggermente aspro del mio frutto preferito, ma l'altra la conservò per lui. appena raggiunse l'uscio di casa sua, pigiò più volte l'indice sul campanello e, quando andò ad aprirgli charlotte, la sorella di louis, lei non lo salutò neppure.

«è in camera sua, credo sia sveglio... soprattutto dopo il baccano che hai fatto»

mormorò, strofinando un occhio con fare assonnato; aveva addosso dei pantaloncini rosa ed un top verde acqua, sicuramente un pigiama. le sorrise, le diede una pacca sul braccio e corse sopra, esclamando un: «grazie, lottie

louis era già in piedi, che lo aspettava fuori la porta della sua stanza a braccia conserte e con un sorriso divertito sulle labbra.

era bellissimo. i capelli scompigliati, le labbra rosse, gli occhi leggermente gonfi, ancora assonnati. non aveva mai visto niente di così perfetto.

il biondo non esitò affatto prima di fiondarsi su di lui, lasciandosi stringere da quelle stesse braccia, lasciandosi baciare la fronte, la testa, le guance arrossate per la lunga corsa.
inspirò il suo profumo, mentre, poco a poco, la consapevolezza che lui fosse lì davvero si fece spazio nella sua mente e nel resto del sua corpo. lo sentiva ovunque e non credeva che potesse esistere sensazione migliore.

buonsalve.
spero che questo primo capitolo vi piaccia, non sono molto brava a scrivere del fluff. ho voluto sperimentare una nouis e non so bene perché, spero che voi la amiate.
xx fvtima.

You're so stupid, Tomlinson ➢ nouisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora