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Il giorno dopo niall si rifiutò di parlare con louis.
era tremendamente in collera o, forse, geloso, come continuava a dirgli greg.
eppure non aveva motivo di essere geloso, quindi l'opzione giusta non era quella.
sapeva solo che parlare con louis gli avrebbe fatto bene, ma non poteva dargliela vinta così facilmente.
"per quanto ancora non mi parlerai?"
gli aveva chiesto louis. il più piccolo l'aveva ignorato.
"tanto non riusciresti a star zitto ancora a lungo, soprattutto con me."
e poi era andato via. di nuovo, niall non aveva fame.
si stava comportando da bambino, probabilmente, ma sinceramente non gli importava. era ferito.
non vide louis per il resto della giornata. solitamente sarebbero andati al mare, avrebbero corso sulla spiaggia come bambini, si sarebbero tuffati ed avrebbero intrapreso una battaglia di schizzi d'acqua. ma non successe. non successe per colpa di niall, di louis e di quell' harry.
forse greg non aveva tanto torto, in fondo niall aveva solo paura di perdere il suo migliore amico per un altro, magari migliore di lui.
dopo due giorni si decise: avrebbe parlato di nuovo con louis. così si preparò ed andò a casa sua. aveva dimenticato di prendere un ombrello o qualcosa con cui ripararsi, quindi, quando cominciò a piovere, non poté fare a meno di bagnarsi e correre. era difficile vedere dove mettesse i piedi e più di una volta sentì qualcuno maledirlo ad alta voce, probabilmente li aveva urtati senza accorgersene.
non appena arrivò a casa di louis, fradicio ed infreddolito, si rifugiò sotto il suo portico e bussò alla porta.
andò louis ad aprire.

-niall? che ci fai qui, tutto bagnato?-

chiese, lasciandolo entrare, prima di inarcare un sopracciglio.

-ti sei finalmente deciso a parlarmi?-

il biondo sbuffò, fiondandosi poi tra le sue braccia, che lo accolsero immediatamente, stringendolo piano; quasi avesse paura di romperlo. ma lui non mi sarei rotto così velocemente, voleva quasi gridarglielo, peccato che non ci credesse neanche lui. inspirò il suo profumo come se fosse l'ultima volta ed allora louis lo strinse di più, cullandolo appena.

-nee, piccolo, che ti prende?-

mormorò il castano, prima di chinarsi e strofinare il naso tra i capelli biondi dell'altro, leggermente ispidi a causa della pioggia.

-scusa.-

sussurrò quest'ultimo, sperando allo stesso tempo che lui avesse sentito e non l'avesse fatto. strano, no?

-stavi studiando?-

chiese poi, senza aspettare che lui rispondesse alle sue scuse, che lo perdonasse per il suo comportamento da bambino. annuì e scrollò le spalle.

-sei più importante tu dello studio.-

un sorriso curvò le labbra di niall, mentre le sue guance presero fuoco. non riusciva a guardarlo negli occhi per l'imbarazzo. fu portato di sopra e gli fu dato un asciugamano e dei vestiti in prestito. non capiva perchè non avesse preso quelli che spesso lasciava lì apposta.

-niall, sei ancora un nano, ma quei vestiti non ti entrerebbero più.-

rispose louis, ridacchiando, dopo che glielo chiese. niall andò in bagno, chiuse la porta e si spogliò, iniziando poi ad asciugarsi.
quando uscì, indossando, da sopra i boxer blu di louis, dei pantaloni di una tuta grigia ed una maglietta nera, il suo amico era seduto alla scrivania e teneva il cellulare premuto contro l'orecchio con una mano.

-...non possiamo, haz, c'è un mio amico.-

non il suo migliore amico. in quel momento era solo "un suo amico". sembrava quasi un semplice conoscente, in quel modo. abbassò lo sguardo ed andò a sedersi sul suo letto, cercando di non far rumore.
dopo poco entró la madre di louis, che salutò niall calorosamente, come sempre, prima di rimproverare il figlio per non star studiando.

-mamma, sto parlando con gemma, una mia compagna, di una cosa di scuola.-

disse lui, scocciato, dopo aver alzato gli occhi al cielo ed allontanato il cellulare dell'orecchio.
una cosa di scuola, certo.
non era affatto vero. niall aveva visto la mano di louis che si spostava sulle sue gambe, fino a fermarsi sulla cerniera dei pantaloni. l'aveva visto mentre si mordeva il labbro fin troppo forte.
quell' "haz" gli piaceva davvero molto poco. proprio per niente.
si alzò e, senza salutare l'amico, uscì di nuovo, sbattendo involontariamente la porta. non voleva che potesse accorgersi della sua assenza così in fretta. non che gli importasse molto, evidentemente.
johannah lo guardò confusa. niall non le spiegò la situazione, semplicemente la abbracciò forte, come fosse sua madre. ed un po' lo era. un motivo per il quale prendersi una sbandata per louis sarebbe disastroso. non parlarono. il giovane andò via dopo qualche minuto, stringendo in una mano l'ombrello viola di felicity, una delle sorelle di lou.

fuori non pioveva poi così tanto, il problema era dentro.

heyy, scusate per l'attesa. Fa un po' cagare, ma spero vi piaccia ugualmente.
votate e commentate in modo che io possa sapere cosa ne pensiate e migliorare.
xx

You're so stupid, Tomlinson ➢ nouisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora