Capitolo 1

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-Avvisiamo i gentili passeggeri di allacciarsi le cinture. L'aereo atterrerà tra cinque minuti. Grazie per aver viaggiato con noi.
-Amelia... Amelia tesoro, svegliati.
Mia madre Jane mi svegliò togliendomi gli auricolari dalle orrecchie.
Controllai l'ora sul cellullare: erano quasi le sei e mezza di sera e domani sarei dovuta andare a scuola. Ero piuttosto nervosa all'idea che il giorno seguente mi sarei stabilita in un college, ma anche estasiata perché avrei conosciuto diverse persone provenienti da tutto il mondo. È una nuova esperienza per me.
-Siamo già arrivati a Los Angeles?
Sbadigliai.
-Quasi tesoro. Hai fretta di arrivare?
-Moltissima... non vedo l'ora! E poi in aereo, dopo tutte queste ore, c'è puzza di chiuso...
Ho sempre amato viaggiare in aereo ma avevo una gran fretta di atterrare a Los Angeles.
Mio padre Peter, che era seduto accanto a mia madre, si sporse per poter parlare con me.
-Ben svegliata, tesoro! Dai, resisti ancora un attimo che, appena atterriamo, ci dirigiamo in hotel e ti riposi.
Infilai il cellulare nella mia borsa e guardai fuori dall'oblò dell'aereo.
-O mio Dio! È bellissimo! Guarda che città fantastica!
Un'hostess che passava di lì per caso, doveva avermi sentito perché rispose:
-Adesso non si riesce a vedere però, oltre quelle colline, c'è la grande insegna di Hollywood.
-Davvero?
-Sì. Sei una studentessa?
-Sì signora.
-Fantastico! Sei stata davvero fortunata a venire a studiare qui. Comunque, se vieni a Los Angeles, non puoi non andare a vedere la grande insegna.
Detto questo si allontanò.
-Avvisiamo i gentili passeggeri di allacciarsi le cinture, tra breve avrà iniziò l'atterraggio.
Dopo poco atterrammo e facemmo controllare valigie e passaporti. Usciti dall'aeroporto prendemmo un taxi e ci dirigemmo verso l'hotel. Durante il tragitto scattai diverse foto: ero incantata dalla bellezza di Los Angeles e dalla moltitudine di persone che la popolavano.
Dopo poco arrivammo in un piccolo hotel dove mio padre si fece dare le chiavi della camera.
Entrati in camera, appoggiai le valige accanto al letto, presi il cellulare e mi diressi in terrazza.
Un paesaggio a dir poco fantastico di stagliava davanti a me, sembra strano ma mi sentivo già a casa mia.
Scattai alcune foto quando i miei genitori si avvicinarono e dissero:
-Amelia, contenta? Finalmente sei a Los Angeles!
-È un sogno, non posso ancora crederci!
-Tesoro, forse è meglio se vai a dormire. Domani è il grande giorno.
-Già, buonanotte.
-Buonanotte.
Dopo quel lungo viaggio, dormire era la cosa migliore da fare, infatti mi addormentai quasi subito con l'immagine del panorama della città nella mia mente.

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