Capitolo 6

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Torno a mezzanotte passata dalla festa. Sery era mezza ubriaca e non capiva più nulla. È stata tutto il tempo a limonare con Jason. Non che io abbia fatto diversamente con Daniel...
Sono al settimo cielo mentre percorro il vialetto di casa mia. Prendo le chiavi per aprire la porta. Appena entro in casa vedo tutte le luci accese. Sono i miei genitori, vero?
"Mamma? Papà?" Urlo.
Non sento una risposta, ma sento il rumore di passi che si dirigono al piano di sotto. Sono loro che scendono le scale.
"Dove diamine eri?" Sbotta mio padre. Il suo urlo improvviso mi fa sobbalzare.
"Ero a una festa." Alzo gli occhi al cielo lanciando le chiavi sul tavolino.
"A una festa? A 14 anni?" Si unisce anche mia madre dal nulla.
"Era una festa che hanno organizzato i prof per iniziare l'anno." Dico sbuffando.
"Ed è finita a mezzanotte?" Grida mio padre.
"Si, cavolo!" Urlo anch'io. Ma cosa vogliono da me? Loro sono sempre fuori per lavoro, mi occupo solo io della casa e hanno il coraggio di venire qui da me a sgridarmi perché sono andata a una festa. Quando mai a loro interessa quello che faccio io? Ah sì, a loro interessa solo rovinarmi tutto. Sanno fare solo questo. Per me non sono nemmeno due genitori dato che mi lasciano sempre a casa da sola.
"Hai solo 14 anni!!" Grida mia madre prendendosi la testa fra le mani. Dio, sembra fatta apposta per recitare in un film drammatico.
"Anche le altre mie amiche hanno 14 anni! Non ho fatto nulla di male!" Grido esasperata.
"Tu a noi non hai detto nulla." Dice mio padre. Ora è il momento di sfogarmi.
"Quando mai a voi interessa di me! Non ve ne frega un cazzo di come vado a scuola, non ve ne frega un cazzo del fatto che sono solo io a occuparmi della casa, non ve ne frega un cazzo di come mi sento io quando voi siete sempre fuori, non ve ne frega un cazzo di me! Quindi ora non avete il diritto di sgridarmi se sono andata a una stupidissima festa, come avete detto voi sono in grado di gestire ogni tipo di situazione, bene. Ah, e la vedete lì? Quella è la cazzo di cena che vi preparo ogni santo giorno quando voi tornate da lavoro! Almeno io penso a voi, io penso a come state voi quande tornate da lavoro, so che siete stanchi quindi sono io a prepararvi la cena! Voi invece ve ne fottete altamente di me, non mi dite mai nulla. Venite da me solo per rovinarmi tutto, quindi complimenti anche questa sera ci siete riusciti. Cari saluti!" Sbotto senza fiato sbattendo il piatto con la cena sopra il tavolino di vetro. Poi cammino velocemente su per le scale, per poi chiudermi in camera mia a chiave...
Per abbandonarmi alle lacrime...

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