Al lavoro (Capitolo 1)

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"Oh mio Dio come la odio!!"
Mi ripeto quanto la odio ininterrottamente ormai da due anni, da quando questa sottospecie di serpe è arrivata a lavorare qui. Il mio capo la considera una forte nel nostro campo, lui la definisce una donna con le palle. Lei è una di quelle donne sofisticate, sempre in forma, sempre vestita all'ultimo grido e rigorosamente con i tacchi a spillo. Sembra che la mattina a casa ci sia un'intero staff di hollywood a vestirla e pettinarla.
Siamo colleghi ormai da due anni e il suo ufficio vetrato è proprio di fronte al mio, la vedo ogni dannato giorno. A volte penso a come poter distruggere quella pettinatura perfetta che si fa ogni mattina, se dovessi riuscirci immagino già le urla tipiche di una donna in preda ad una crisi di nervi.
Per qualche strano motivo a me ancora misterioso il mio capo ha deciso che per la prossima campagna pubblicitaria saremo colleghi, dovremmo collaborare e decidere insieme, la cosa credo proprio che non possa funzionare almeno che lei non riesca a tenere la sua boccaccia chiusa e lasci decidere me.
Lavoriamo entrambi in una nota azienda pubblicitaria di Milano.
Lei è Jessica, già dal nome non la sopporto.
"Buongiorno futuro collega" mi dice gettando sulla mia scrivania un plico di fogli- "siccome so che il tuo cervello non è in grado di partorire grandi idee, farò io lo sforzo per entrambi".
Non posso pensare che abbia osato dire una cosa simile, per chi mi ha preso? " Cara futura collega non penso che sia il modo migliore per portare a termine il progetto, quindi suggerisco una tua pronta ritirata". "Te lo puoi anche scordare". E alzando un sopracciglio si gira ed esce dal mio ufficio senza neanche chiudere la porta.

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