La notizia

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Saranno state le sei di sera quando Roxy mi chiamò al telefono in preda al panico. Non volevo credere a cio che mi stava dicendo. Le parole rimanevano impresse nella mia mente. Una ad una.

"S-s-sara. An-anna mi... Mi ha scrit" la voce le si spezzò. Avevo il cuore a mille, volevo capire cosa stesse succedendo. La sentii respirare a fondo "mi ha d-detto che" pianse.

"Roxy. Che diavolo sta succedendo!?"

Tra i singhiozzi e i respiri affannati riuscì a dire "Giorgio.. Giorgio si è" qui si era fermata

"Giorgio cosa? Andiamo Roxy, non piangere"

"Se ne è andato" piccola pausa "di proposito"

"no Roxy, non piangere. Dove sei ora?"

"non.. Non lo so. Ho corso, molto. Sono.. Credo che io sia dietro a qualche l-lurido supermercato" ho capito dove fosse, presi la bici, senza dire niente a nessuno. Andai il piu veloce possibile, feci 5km in una manciata di minuti. Non sentivo la fatica, come non sentivo le lacrime scorrermi sul viso, per poi bagnarmi i capelli. Arrivai sul retro del supermercato. La vidi per terra, con la testa sulle ginocchia. Vedevo la sua schiena andare su e poi giù, molto velocemente. Sentivo i suoi singhiozzi. Senza dirle niente mi sedetti da parte a lei, la guardai per un attimo e le misi il mio braccio intorno alle spalle. Lei si appoggiò a me, non ce la faceva più. Io con una mano le accarezzai i capelli, i suoi bellissimi capelli rossi. Mi sentii vibrare la gamba, mi stava chiamando mia madre, le risposi con un messaggio "mamma sto bene, ora non posso spiegare. Non torno per cena" misi in silenzioso il telefono e lo rimisi in tasca.

Il sole stava calando. Erano passate forse due o tre ore che avevamo passato in silenzio. Lei a piangere e io ad abbracciarla. Prendendo un respiro, mi alzai, trascinandomi anche lei. Era fragile, si reggeva a malapena in piedi; io avevo le mani sulle sue braccia e la tenevo stretta.

"okay.." Le sorrisi, facendolo il piu rassicurante possibile. Lei mi guardò, non accennando minimamente un sorriso.

"ascolta.. So che non hai la forza per parlare. Quindi, prenderò questo momento per spiegarti cosa succederà ora." Io sapevo cosa sarebbe successo, era successo anche a me quando ero piu piccola. "starai male, piangerai, odierai tutti, non ti riconoscerai più.. Ogni cosa che penserai ti farà male, perché la collegherai a lui." Ho preso una pausa per guardarla bene "tu andrai al suo rosario, andrai al funerale, andrai al cimitero e pregherai quando ci sarà da farlo. So che non sei credente, ma lui lo era, e questo lo farà felice." ho preso una seconda pausa, stava guardando in basso, con una mano le sollevai il viso, costringendola a guardarmi "guardami negli occhi. E promettimi. Che non ti darai la colpa." Vidi i suoi occhi riempirsi nuovamente di lacrime, la presi e la strinsi stretta a me. "ci sono io. Fin a quando ci sarò io, e non mi toglierai dalle scatole facilmente, andrà tutto bene. Io sono qui." finendo la frase, scoppiai a piangere e la abbracciai.

Passarono qualche decina di minuto, ormai era buio, cosi la riaccompagnai a casa. Ci salutammo con un abbraccio e la vidi salire le scale di casa ed entrare dalla porta. Tre secondi dopo realizzai che mia madre mi avrebbe uccisa, quindi quando arrivai a casa decisi di dirle tutta la verità. Stranamente non mi mise in punizione, forse perché ho detto la verità, o forse perché visto i fatti, sarebbe stato crudele. Salii in camera mia, mi stesi sul letto e scrissi un messaggio di buonanotte a Roxy, che mi rispose con un "'notte".

Le cose succedono Where stories live. Discover now