Prima, durante e dopo

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Mi svegliai presto il giorno dopo alla notizia. Ero convinta che Roxy non avesse chiuso occhio, ma nonostante questo decisi di andare da lei in tarda mattinata, per non disturbare nessuno. Arrivai davanti a casa sua, salii le scale e suonai al campanello. Sentii trafficare da dietro la porta, poi la serratura girò e la porta si aprì. Era la madre di Roxy, mi guardò male

"emh.. Buongiorno." Sorrisi "Posso vedere Roxy?"

"Non si sente bene, ti avviso" come se non lo sapessi.

"oh, le faccio solo un po di compagnia" sorrisi di nuovo, e lei mi fece entrare. Percorsi il corridoio, fino alla sua camera ed entrai. Lei stava dormendo, o almeno cosi sembrava. In realtà era sveglia. Mi sedetti sul bordo del letto, e le misi una mano sulla spalla, lei aprì gli occhi e gemette.

"ciao roxy" sussurrai, sempre con un sorriso rassicurante

"che ci fai qui?"

"sono passata a vederti. E con 'sono passata', intendo 'ti romperò il cazzo fino a sta sera" feci una piccola risata. Lei non rispose. Mi alzai dicendole "okay, se la vuoi mettere cosi" e la presi per i polsi e la tirai su. "bene, ora che sei in piedi facciamo colazione" la portai in cucina, sua madre se ne stava andando non so dove, e non ci fece tanto caso. La misi su una sedia, presi l'occorrente per fare colazione e mi sedetti da parte a lei "ecco", dissi porgendole la colazione. Lei non voleva mangiare "Roxy. No. Questo è esattamente ciò che non devi fare in queste situazioni. Ora mangia." Lei non rispose, però prese il cucchiaio e incominciò a mangiare i cereali. "brava" le dissi.

Quando finì di mangiare, sparecchiai e la portai in bagno. "ora ci si lava" lei mi guardò come per dire "spero che tu stia scherzando", così risposi al suo sguardo con uno altrettanto duro "sei ancora qui? Su, fai quello che ti ho detto" lei sospirò, si spogliò e si fece la doccia. Restò in bagno per quasi un ora, ogni tanto le bussavo alla porta per sentire se stesse bene. Uscì dal bagno con una salvietta che le avvolgeva il corpo e un altra i capelli. La portai in camera sua per vestirsi. Quando aprii l'armadio mi fermai e la guardai "emh.. Per il funerale ti ho portato il vestito nero che hai messo poco tempo fa, ricordi?" Fece un cenno con la testa. "bene, ora mettiti questi" Le diedi dei vestiti, lei se li mise. "okay, andiamo" dissi.

"dove?" Mi sorpresi del fatto che avesse parlato.

"a fare un giro, qui attorno. Hai bisogno di aria"

"okay" sospirò.

Stavamo camminando da qualche minuto quando lei incominciò a parlare

"non sei costretta a fare tutto questo"

"lo so, ma lo faccio. Sei la persona piu importante della mia vita, secondo te ti lascio sola a soffrire?"

Lei non rispose

"ecco. Avresti anche meritato di meglio, ma ti è capitata una come me"

Non fui sicura di ciò che avessi visto, ma credetti che lei avesse fatto un sorriso.

Ritornammo a casa, incominciai a farle vedere immagini stupide e meme, sorrideva. Ad un certo punto mi disse facendo molti giri di parole, se volessi accompagnarla al funerale, io, ovviamente, le risposi di si.

Quella sera ci fu il rosario. Lei non pianse molto, forse perche aveva esaurito le lacrime.

La riaccompagnai a casa, ci salutammo con un abbraccio e me ne tornai a casa.

*******

Mi svegliai alle sette e scrissi a Roxy che sarei stata lì alle otto, per poi andare al funerale che era alle dieci.

Ci misi un po' per farle mettere il vestito, perché si rifiutava di metterlo. Ci rimaneva mezz'ora di tempo, così decisi di parlare

"ricorda, io sono da parte a te, okay? Prima, durante e dopo tutto. Staremo in fondo o lì intorno, perché così non vedrai niente, okay? E se qualcuno ci chiedesse qualcosa fa parlare me, non voglio che tu pianga ancora."

Lei si limitò a guardarmi. Poi inaspettatamente mi abbracciò.

Guardai l'orologio "è ora"

Lei annuì

Quando fummo quasi davanti alla chiesa, vidi il suo passo rallentare, io allora le misi una mano sulla schiena e la spinsi delicatamente.

La messa incominciò, e noi ci sedemmo alla terzultima panca, con una coppia di vecchietti, presumo degli zii di Giorgio. Roxy incominciò a piangere e, come avevo fatto sul retro del supermercato, le misi un braccio intorno alle spalle e lei si appoggiò. "supereremo anche questo" le sussurrai. La messa finì, noi uscimmo e ci incamminammo per il cimitero. Io non volli che lei vedesse mentre lo seppellivano, ma lei insistette. Aveva lo sguardo perso, fissava la bara mentre calava. Era nel suo mondo, quel mondo che stava andando in frantumi. Le appoggiai la mano sulla spalla, lei non si mosse, come se non l'avesse sentita. Quando il prete finì di fare le sue cose, lei si girò e si diresse a casa. Andammo a casa sua, ci coricammo sul suo letto, la abbracciai per tutte le ore che seguirono, ma me ne dovetti andare a casa, così le diedi la buona notte e me ne andai.

Le cose succedono Where stories live. Discover now