I tempi seguenti

2 0 0
                                    

I giorni che seguirono furono pesanti. La mia migliore amica era come se se ne fosse andata. Ogni giorno andavo da lei, la facevo sorridere e pian piano ridere. Certo, più di una volta lei scoppiò a piangere ripensando a Giorgio.

Un giorno eravamo sedute sul suo letto, stava ridendo, poi divenne seria tutto ad un tratto e mi disse "è colpa mia. Tutta colpa mia" si mise le mane tra i capelli, incominciò a dondolare ossessivamente continuando a ripetere quelle sei parole. Io la fermai, le tirai via le mani dai capelli, le presi il viso tra le mani e dissi "l'unica che ha la colpa qui, sono io" le tolsi le mani dal viso. Mi guardò un po' allibita e poi disse "non è vero, tu non hai colpe. Chi lo ha amato? Io"

"chi vi ha fatti mettere insieme? Chi ha incitato i sentimenti fino a trasformarli in amore? Chi gli ha scritto? Io, io, io!" Piansi "io ho la colpa, di tutto. Non tu" le accarezzai una guancia.

"ma sono stata io a dirtelo di farlo" la sua voce era leggermente acuta, mentiva.

"non è vero, e lo sai.. S-scusami" dissi, e con la manica della mia maglia mi asciugai le lacrime.

Lei mi abbracciò.

*****

Ormai erano quasi passati tre anni quando Roxy decise finalmente di uscire con uno dei molteplici ragazzi che le facevano costantemente la corte. Si sarebbero dovuti incontrare al cinema, di sera. Quel pomeriggio andai da lei per prepararla. Stava molto meglio rispetto tre anni fa, aveva finalmente superata la morte di Giorgio.

Carlo, il ragazzo con cui si doveva vedere, la venne a prendere alle nove in punto e, dandomi uno strappo a casa, andarono al cinema.

Ero stesa sul letto quando Roxy mi chiamò al telefono. Rimasi un po' sconcertata leggendo il nome.

"pronto?"

"S-sara io non ce la posso fare"

"che succede?? Dove sei?"

"sono in bagno, c e l'intervallo. Ha cercato di baciarmi... E.. E.. Io.."

"e tu?"

"e io l'ho chiamato Giorgio"

"cos-perché?"

"non lo so. So solo che ora non ho più un passaggio per tornare a casa"

"COSA? PER COSÌ POCO TI HA LASCIATA A PIEDI?"

"no-non ho fatto solo quello."

"e che hai fatto?"

"l'ho trattato come se fosse giorgio. Io ero praticamente in trans, ma parlavo. Gli ho chiesto... O meglio, urlato.. Perché l'avesse fatto.. E lui ha risposto che è" la voce le si ruppe "tutta colpa mia"

"ascoltami, è tutto nella tua mente, sai che non è colpa tua" con il tempo incominciai ad accettare, o meglio, tollerare, i sensi di colpa.

"no. È. Tutta. Colpa. Mia."

"Roxy, vengo a prenderti. Dove ti trovi esattamente?"

"Da giorgio."

La linea cadette, la provai a richiamare piu volte, ma niente da fare. Corsi a prendere la macchina, e guidai fino al cinema. Davanti all'ingresso c'era un ambulanza e una grande massa di persone intorno. Pregai ogni Dio che non fosse Roxy. Parcheggiai in doppia fila e, con le lacrime agli occhi, corsi a vedere.

Capelli rossi, occhi verdi, pelle bianca ed una catenina con scritto "Roxy" al collo.

Era lei.

Era stesa sull'asfalto freddo e bagnato. Già, stava piovendo, non me ne resi conto prima di vedere i suoi capelli bagnati.

Vidi tutto buio. Poi sentii un urlo in lontananza, era il mio. Sentii una botta, caddi a terra. Sentii un dolore al petto, ero io che con le unghie cercai di togliermi il dolore.

Piansi.

Le cose succedono Where stories live. Discover now