•As long as you love me-Justin Bieber
Distrutto.
Non capisci il vero significato di questa parola, fin quando non provi realmente cosa significhi esserlo.
Non è come quando, sempre esagerando, torni a casa sfinito e dici 'sono distrutto'; è una sensazione completamente diversa.
Perché in questo caso, il dolore non è fisico. Provi di tutto e non riesci a smettere di darti colpe, e di cercare una spiegazione che sappia in parte colmare il vuoto.
È questa la sensazione che prova.
Questa e nessun altra.
-Harry, tesoro stai bene?- chiede sua madre, avvicinandosi a lui, non appena mette piede dentro casa.
Il ragazzo abbassa lo sguardo, cercando di nascondere le tracce, ancora troppo evidenti, delle lacrime.
-Si, tutto bene.- sussurra, con voce tremante, mentre si allontana da lei e sale le scale.
La sua camminata è lenta, e i suoi passi riecheggiano per il corridoio.
Entra nella sua camera, e si butta sul letto, non può fare a meno di crollare in un ennesimo pianto isterico, che si attutisce sulla superficie morbida del cuscino.
-È tutta colpa mia..- sussurra come un mantra, mentre la rabbia prende il sopravvento su di lui.
Prende la bacheca sopra la scrivania e la scaraventa a terra.
Quei momenti si sono conclusi, perciò non serve conservare le foto.
Farebbe solo più male, ricordare il passato.
E benché sia quasi sicuro che la colpa non sia sua, continua a ripetere quella frase nella testa.
Mentre sbatte con furia l'oggetto sul pavimento.
Non può credere che gli abbiano fatto una cosa del genere, persone che riteneva i suoi migliori amici.
Si sono presi gioco di lui, e non può far altro che starci male, e pensare che ha sbagliato a fidarsi di loro.
Qualcuno bussa alla porta con delicatezza, e dopo un piccolo -avanti- da parte del riccio, entra.
-Che cosa è successo?- chiede Anne, sedendosi sul letto.
Si guarda intorno, notando pezzi di legno ovunque, e carta, ormai straccia, sparsa per terra.
-Niente. Non è successo niente.- afferma con una calma che la lascia interdetta.
-Io non credo che non sia successo niente, Harry. Ma, non ti forzerò a parlarmene. Ho ben altre cose da dirti in questo momento.- il suo tono è preoccupato, dalla sua voce traspare insicurezza.
-Dimmi, non ho tempo da perdere.- dice sbrigativo.
-Promettimi che non la prenderai male, so che qui hai i tuoi amici, le persone a te più care, ma devi mantenere la calma.- quasi sussurra.
Nella sua mente si insidiano immagini di momenti felici, le passeggiate sulla spiaggia, le risate a scuola, le giornate spese a battere record ai video game e così via.
È un gran peccato che tutto quello sia finito, è un gran peccato che sia stata tutta una messa in scena.
-Tuo padre ha ricevuto una promozione. Dobbiamo trasferirci a Londra.-
E non può fare a meno, in quel momento, di ridere.
Ride come un pazzo, e per un momento sembra anche stare per piangere di nuovo, ma si trattiene.
Anne assume un'espressione confusa in volto e scuote la testa contrariata.
-Tutte oggi! Complimenti mamma, hai contribuito a rendere questa giornata una vera e propria merda!
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Where do broken hearts go//Larry Stylinson
Fanfiction«Guarda che l'ho capito..» «Che cosa?» «Che il tuo cuore è rotto, l'ho capito.» Dove Harry si trasferisce in una nuova città, e Louis è il ragazzo più odioso della scuola.