Sette

129 12 19
                                    

Non capii del tutto le parole di Zayn, probabilmente avrei dovuto dare ragione al biondo e magari vedere come sarebbe andata a finire. Era arrabbiato ed ero io in torto giustamente, ma prima di parlargli decisi di vedere quel giorno, cosa mi avrebbe detto Harry a riguardo quando sarei andato a casa sua.

Così dopo aver fatto cinque ore inutili di lezione, passate su twitter a bestemmiare contro i miei idoli perché, nonostante gli spammassi da ore, non mi cagavano, al suono della campanella uscii di scuola ed incrociai Niall per i corridoi.
Mi guardò come se fosse incerto se parlarmi o meno, ma non lo fece e andò dritto per la sua strada dopo aver salutato Harry, il quale venne verso di me sorridendo.

Sorrisi di ricambio non del tutto sicuro sul cosa fare. Per fortuna ci pensò lui e mi fece un cenno col capo nel segno di seguirlo verso la fermata dell'autobus.

«E insomma...» il riccio si mordicchiò l'interno della guancia e mi rivolse un piccolo sorriso mentre entravamo nel bus «... cioè, sono felice che tu abbia accettato il mio invito, non ci conosciamo bene, non me lo aspettavo in realtà» rise appena e si sedette su un seggiolino continuando però a guardarmi, mentre io mi limitai a tenermi al palo in ferro.

«Beh io non mi aspettavo un tuo messaggio in realtà, quindi direi che siamo pari» mi lasciai sfuggire una risatina e mi guardai le scarpe mentre lui sembrò scrutarmi attentamente. Inquietante.

«Già...» fece un mezzo sorriso e prese il cellulare scrivendo un messaggio probabilmente. Sperai vivamente che non stesse scrivendo a Juliet, ma la notifica interruppe le mie speranze.

Harry mi guardò un po' strano ma poi si girò verso l'uscita dell'autobus e mi fece cenno di seguirlo fuori.

«Come ti ho detto ieri siamo soli a casa, quindi ci toccherà cucinare... tu sai cucinare?» ridacchiò guardandomi e io annuii.

Anche se in realtà non ero proprio un asso ai fornelli, ma era okay.

«Resto spesso solo a casa dopo scuola quando mia sorella ha i corsi pomeridiani e mamma i turni di pomeriggio, quindi mi tocca arrangiarmi da solo» risi appena e lui mi sorrise conducendomi dentro casa sua.

Dentro era enorme. Appena si entra ci sono davanti la porta delle scale che portano al piano di sopra probabilmente. Alla destra dell'ingresso c'è il salotto con un divano enorme e davanti ad esso il televisore attaccato al muro con sotto il camino e delle mensole con vari oggettini e libri, mentre in terra c'è un tappeto bianco.

La cucina sta alla destra delle scale. Una cucina normalissima di color crema. Harry mi disse che potevo posare lo zaino all'ingresso con un tono quasi stanco, era come se si sforzasse a parlare con me e ogni tanto mi guardava per poi spostare subito lo sguardo.

Sinceramente avevo paura che Niall gli avesse potuto dire qualcosa a mio riguardo. Ovviamente non potevo chiederglielo di persona, sarebbe stato troppo ossessivo, andiamo, già non mi parla di suo, figuriamoci se gli vado a chiedere il perché...

«Harry scusami, dov'è il bagno?» chiesi dopo quelle che sembravano ore di silenzio tra di noi, mentre lui metteva a bollire l'acqua della pasta.

Il riccio mi guardò mordicchiandosi il labbro. «È su, la prima porta che ti trovi davanti appena sali le scale.» fece un sorrisetto e io annuii ricambiando il sorriso.

Salii velocemente le scale e raggiunsi il bagno. Mi sorpresi vedendo che aveva uno stile marinaro che personalmente amavo.
Era di un colore azzurro chiaro, c'erano delle conchiglie attaccate sparse sul muro e persino un orologio fatto a forma di salvagente a righe bianche e rosse.

Mi guardai allo specchio, avevo una faccia stravolta e i capelli andavano per conto loro. Menomale che volevo essere presentabile...

Lasciai perdere il mio aspetto e mi affrettai a prendere il telefono e a leggere il messaggio che aveva inviato a Juliet e quasi non mi sentii morire.

Juliet|| Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora