La Sirena Della Disperazione

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Quell'acqua era così limpida, così pura e fresca. Io la stavo fissando ammaliato da tanta lucentezza e bellezza che quell'immenso lago regalava; era una calda giornata di fine luglio, e il pic-nic con la mia ragazza stava andando alla grande. Cheril era molto dolce e aveva un corpo sinuoso. Ancora mi chiedevo perché avesse scelto di fidanzarsi con uno sfigato come me, lo so gli occhiali mi davano l'idea di un'intellettuale, ma di certo non praticavo palestra, né nessun altro tipo di sport. Mi piaceva l'occulto, il paranormale, cose da cui l'essere umano fugge a gambe levate, mentre io mi ci butterei a capofitto. I suoi occhi azzurri come l'acqua del lago scintillavano alla luce del sole, e il largo sorriso diceva che stava bene, era felice con me e lo ero anch'io; nonostante i miei giovani vent'anni d'età io credevo nell'amore e volevo creare progetti futuri con lei.

<<Greyson... è tutto così perfetto. Ti amo>>, mi informò con gli occhi colmi di felicità.

<<E non è finita qui>>, le dissi. Mi inginocchiai a lei mostrandole un bauletto, lei iniziava già a mettersi le mani di fronte alla bocca <<Vuoi diventare la mia ragione di vita?>>, le chiesi aprendolo mostrandole l'anello dalla pietra turchese.

<<Oh... amore, sì, sì, sì!>>, disse tra le lacrime. Mi diede la mano, ed io le infilai l'anello al dito anulare. Appena mi alzai, lei mi si saltò addosso dalla gioia ed iniziò a baciarmi.

Appena mettemmo tutto in ordine, ci recammo nella nostra casetta, che si affacciava proprio sul lago. Non ci avevo mai fatto il bagno, gli abitanti del posto dicono che sia pericoloso, ed io essendo un tipo curioso, una volta chiesi ad una nostra vicina e in lacrime, mi dichiarò che suo figlio minore, mentre stava nuotando tranquillamente, è stato risucchiato dall'acqua davanti ai suoi occhi impauriti. Quest'affermazione mi rimase di sasso, e decisi di ignorare la storia che si celava dietro al 'Lago Maledetto'. Da quel giorno ha preso questo nome, e nessuno osa avvicinarsi più di dieci metri da esso. Sono pur sempre un essere umano, provo anch'io paura e timore a volte, e posso affermare che la mia ragazza, non è una tipa comune.

Sua madre conduceva riti satanici per avere fortuna, soldi e fama. Voleva diventare una ballerina professionista. Ci riuscì, ma all'apice della sua carriera, mentre stava ballando sulle note di un'opera nazionale, la sua schiena si distorse, fino a spezzarsi del tutto. Le persone presenti fuggirono, eccetto Cheril che, immobile fissò lo 'spettacolo'. La sua voce mutò del tutto, diventando maschile e profonda, le orbite dei suoi occhi erano rivolti al contrario, e vomitava della melma nera... viva! Alla fine, venne trovata morta in un bidone organico della spazzatura con tutte le ossa rotte, ma la cosa più sorprendente, è stata la sua testa. Era aperta in due, come se qualcuno o qualcosa fosse uscito da lì dentro, e non si è mai saputo né dov'era diretto, né tanto meno cos'era. Lo Stato, per non far allarmare il popolo, dichiarò la donna pazza e disabile, così che nessuno potesse chiedersi cosa fosse successo, è stato detto che lei ha voluto suicidarsi perché la follia aveva preso il suo possesso, per questo è stata trovata in pessime condizioni.

Cheril era svenuta durante l'orrenda esibizione della madre. E' stata dallo psicologo per diversi mesi, e quando doveva disegnare o scrivere qualcosa, c'era sempre la parola 'coda', o 'sirena'. Una notte, tornò a casa bagnata fradicia con un'inquietante sorriso sulle labbra. Mi guardò, ero certo che mi stava fissando in quella notte. Ma forse, era solo un sogno... ero tra la veglia e il sonno, quindi accantonai anche questo pensiero. Era inutile farsi problemi inutili, e poi cosa c'entrava il Lago Maledetto con la brutale morte della signora? Niente.

O forse tutto.

Feci alcune ricerche in proposito, pubblicai anche una domanda su YahooAnswers, e l'unica risposta che ricevetti, fu un 'curati'. Internet era come una pala su un aereo. Non serviva a niente.

Quella notte non volevo dormire. Volevo a tutti i costi scoprire questo mistero, e svelare una volta per tutte se la morte della donna è collegata alla maledizione del lago con Cheril. Mentre aspettavo immobile nel letto a fissare le lancette dell'orologio, alle tre in punto, sentì dei passi. Ero certo che fosse lei. Passò lentamente davanti alla porta socchiusa della mia stanza, scese le scale e alla fine, aprì la porta d'ingresso, chiudendola delicatamente. Deciso a mettere fine alle mie paranoie, mi affacciai alla piccola finestra che dava sul lago. La mia ragazza era immobile davanti al pelo dell'acqua, e con la rossa camicia da notte, avanzò. Il suo corpo iniziò ad allontanarsi dalla riva, fino a mostrare solo la testa, poi, scese verso il fondo. Lei non c'era più ed io, preso dal panico, uscì dalla casa.

Non l'avessi mai fatto...

Era di fronte a me, bagnata con due pozzi al posto degli occhi, e un sorriso raccapricciante. Mi vennero i brividi solo nel guardarla. I suoi biondi capelli lunghi erano sporchi di alghe, e la sua camicia era putrida e nera, la pelle era diventata quasi cadaverica, e sul collo aveva delle branchie, i denti aguzzi e il naso scomparso. Stavo per fare retromarcia quando lei, con un sol gesto, mi prese la mano delicatamente.

<<Grayson. Sono la tua vita, vero?>>, chiese con una voce melodiosa inclinando la testa da un lato continuando a sorridere beffarda.

<<Tu chi sei davvero?!>>, risposi quasi urlando con la speranza di farmi sentire da qualcuno.

<<Vieni, te lo mostrerò amore mio>>. La sua presa, per quanto poteva essere delicata, non riuscivo a staccare la mia mano dalla sua.

Iniziò a cantare. E la sua voce... oh, la sua voce era meravigliosa. Mi portò in acqua, e le sue gambe presero la forma di una coda di squame. Prima di scendere in profondità, smise il suo canto, ed io tornai alla realtà.

<<Ricordi la morte di mia madre? E' stato così tragico per me... le volevo un bene dell'anima, sai? Ed oggi, che tu hai donato la tua vita a me, perché sono la tua unica ragione per farlo, puoi anche unirti a noi>>, sussurrò vicino al mio orecchio.

<<Di quale noi stai parlando, Cheril?>>

<<Non sono Cheril. Sono il Diavolo in persona. Quel giorno, non ero affatto svenuta. Anzi, mia madre mi offrì del salmone, e posso dire che era delizioso. Il male ha preso possesso di questo corpo, formato da Brittany, Cheril, e... me!>>

Prima di poter dire, fare o persino pensare qualsiasi cosa, la sua bocca si allargò in un modo mostruoso, fino a tagliarmi la testa con un sol boccone. Mi masticò a lungo, mi gustò con calma per il resto del mio corpo. Non aveva lasciato niente di me, nemmeno un pezzettino di carne, e il demone è ancora vivo. Lei non era una ragazza. Lei era il Diavolo.

Ora quell'acqua pura, limpida e fresca era diventata malvagia, sporca e putrefatta.

The Writing Stars : Team PlutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora