Addio Londra

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Due settimane.
Sono passate due settimane da quel giorno. Il giorno in cui il mio mondo mi è letteralmente crollato addosso, schiacciandomi con il suo peso. Due settimane da quando ho perso tutte le persone che più ho amato.
I miei genitori.
La mia migliore amica.
Il mio fidanzato.
Sembra quasi una barzelletta.
Io, Marley Cooper, la ragazza più fortunata del mondo non solo sono una grandissima cornuta, ma anche orfana. E a soli 17 anni.
Per di più sono anche diventata una delle nipoti più contese dell mia famiglia. O almeno, lo è diventata la mia dote. Tutto quello che era dei miei genitori adesso è mio. Compresi tutti gli alberghi che possedevano i miei genitori. Al compimento dell'ultimo anno di scuola diventerò ufficialmente proprietaria di un vero e proprio impero.

Con un sospiro conservo nella borsa il cellulare e le cuffie. Le valigie sono già nel taxi che mi porterà all'aeroporto dove prenderò un volo privato fino a Los Angeles, dove mi attende mia nonna. Una nonna della quale non so assolutamente nulla.
Fantastico!
Osservo per l'ultima volta il soggiorno dell'attico in cui sono cresciuta e chiudo la porta, ponendo così fine alla mia vecchia vita.

Il viaggio dura poco, o almeno così mi sembra. Vedo le strade familiari di Londra sfrecciare davanti al finestrino e il desiderio di lanciarmi fuori dal quel texi è quasi irrefrenabile. Solo il pensiero di loro mi impedisce di fare qualche follia.
Loro: i miei genitori. Rufus e Lisa Cooper sono stati i genitori perfetti. Mi hanno viziata, ma sono riusciti ad insegnarmi dei valori che mi hanno permesso di rimanere una ragazza con la testa sulle spalle.
Sono stati l'esempio perfetto di come si potessero conciliare lavoro e famiglia, di come due persone potessero amarsi anche dopo più di vent'anni di matrimonio.
L'esempio dell'amore che avevo pensato di aver trovato in Nicholas, il mio ex fidanzato. Almeno finché non l'ho sorpreso con la mia ex migliore amica.

- Signorina, siamo arrivati.

La voce del tassista mi fa tornare alla realtà. Lo ringrazio con un sorriso e scendo dalla vettura dopo aver pagato la corsa. Vedo che stanno già portando le mie cose sull'aereo e mi affretto per salire. Mi accomodo sul morbido divano a nove posti posto davanti alla TV. Decido di ingannare il tempo guardando uno dei miei film preferiti: Harry Potter. Amo tutta la saga, ho tutti i libri autografati dalla Rowling e i poster di tutti i film. Comincio con il primo film della saga e neanche cinque minuti dopo la voce smielata di una hostess mi avvisa che il pranzo sarebbe stato servito a breve. Ignoro la sua voce e mi concentro invece sull'immagine di un Harry in fasce, lasciato davanti la porta dei perfidi zii Babbani.
Mi aspettavano più di 11 ore di volo, devo pur passare il tempo. E quale modo migliore di farlo se non entrando nel meraviglioso e pericoloso mondo di Hogwarts.

*Qualche ora dopo*

Il volo sta procedendo bene, non riesco a prendere sonno nonostante sia ormai buio.
Se solo mia mamma fosse qui a cantarmi quella dolce canzone che cantava sempre per farmi addormentare... ma lei non canterà mai più per me. Non mi bacerà la fronte dicendo che il domani riservava belle sorprese solo alle persone che hanno il coraggio di dormire. Perché solo dormendo diamo la possibilità al domani di arrivare e sorprenderci con le sue novità.
Adesso so che sono sciocchezze, ma quando ero piccola non vedevo l'ora di andare a letto, solo per vedere cosa il domani mi avrebbe riservato.
Sorrido intenerita a qual ricordo e mi alzo per andare a prepararmi una tazza di cioccolata calda.
Torno sul divano con la tazza fumante in mano e una fetta gigante di torta al cocco, la mia preferita.

Qualcuno mi sta scuotendo dalle spalle. Lo sento.
Faccio un cenno infastidito con la mano e torno a dormire.

- Signorina Cooper stiamo facendo una sosta per controllare che i motori siano apposto. Desidera per caso scendere?

Questa è la stessa hostess che mi ha portato il pranzo ieri. Apro subito gli occhi e scatto in piedi, travolgendo la poverina che cade per terra. Mi chino per aiutarla a rimettersi in piedi.

- Mi scusi. Mi dispiace, non sa quanto sono mortificata. Quanto resteremo a terra? Posso allontanarmi dall'aeroporto? - Le chiedo in tono eccitato. Non so dove siamo, so solo che ho un disperato bisogno di scendere da questo aereo.

- Mi dispiace, ma non può lasciare l'aeroporto e le sue guardie del corpo verranno con lei. Ordini di sua nonna.- Risponde lei, in tono dispiaciuto.

- Resteremo qui per un paio d'ore. Se vuole ci sono molti negozi per fare shopping. - Aggiunge con un sorriso.

Corro a farmi una doccia veloce nella mia stanza e mi cambio i vestiti. Essendo novembre opto per un paio di collant bianchi, una gonna nera e un maglioncino con lo scollo a cuore di colore panna. Stivaletti col tacco e un Montgomery beige. Le mie guardie del corpo, Serge e Mark mi stanno già aspettando. Li conosco da quando ho quattro e sono come i miei migliori amici. Però a volte sono soffocanti.
Mi accompagnano a fare colazione, tra gli sguardi allibiti delle persone presenti all'aeroporto. Dopodiché mi portano in profumeria, poi in molti negozi. Prendo il cellulare e noto un messaggio di lui. Istintivamente lancio il cellulare nella fontanella di fronte a me sentendomi finalmente più libera. Così non avrebbe potuto più contattarmi.

- Marley, lo sai che adesso sei senza un cellulare è una scheda telefonica vero? - Borbotta Serge. Annuisco in risposta alla sua domanda è gli indico un negozio che vende cellulari. Acquisto l'ultimo modello dell'iPhone e anche la scheda telefonica. Il tecnico è talmente gentile da configurare il telefonino. Compro anche una cover piena di brillantini, adoro le cose che luccicano.
Prima di pranzo devo fare una tappa al Book Shop per comprare qualche libro nuovo. Entro nel negozio seguita da Serge. Mark rimane fuori a controllare la "situazione". Che situazione dovrebbe controllare, poi?? Secondo me è solo una scusa per non dovermi sopportare. Quando sono in mezzo ai libri divento davvero difficile da gestire.
Mi salta agli occhi la copertina di un libro, Starcrossed. Rappresenta una ragazza con un peplo greco, in piedi su quello che sembrano scogli, con il mare alle spalle.
La trama è incredibile! Personificazione degli eroi della mitologia greca? L'autrice è un vero genio. Prendo i tre libri della saga e li lascio sul bancone, alla ricerca di altre rivelazioni.

Dopo mezz'ora di ricerche ho scelto la saga della Casa della Notte e L'Accademia dei Vampiri. Amo il genere fantasy, si è capito vero?
Il povero Serge deve sopportare il peso di tutti quei libri, e non sono pochi. Mi fa tenerezza, ma non mi permetterebbe mai di portare tutto quel peso da sola. Decidiamo di fermarci in una pizzeria - ristorante dove io ordina una pizza con patatine e wurstel, doppio condimento ovviamente. Serge e Mark invece preferiscono la grigliata mista di carne con contorno di patate arrosto.

- Resterete con me anche a Los Angeles? - Chiedo loro, sapendo già la risposta.

- No, Marley. Tua nonna ti ha affiancata una guardia del corpo molto particolare. Non possiamo dirti altro. Tua nonna vuole che sia una sorpresa. - Mark dice qualcosa sottovoce, ma riesco capire solo "ragazzino". Non voglio che mi lascino... Mi hanno vista crescere. Mi conoscono meglio di quella donna che si considera mia nonna.

- Cosa farete adesso? - Chiedo di nuovo. Dalle loro espressioni deduco che non possano dirmelo.
Sospiro rassegnata e consumo in silenzio il mio pranzo.

Manca ormai poco alla partenza è sono stesa sul divano a leggere. Starcrossed è davvero emozionante.
All'improvviso qualcosa di morbido tocca i miei piedi nudi e per poco non mi metto a strillare per lo spavento. Un minuscolo cagnolino sta strofinando la testa contro i polpastrelli dei miei piedi. Sembra un Volpino di Pomerania, ma è molto più piccolo. Sembra quasi un peluche.
Sul tavolo c'è un biglietto che prima non c'era. Sopra ci sono scritte poche frasi.

Prenditi cura di lui, è il nostro regalo d'addio per te piccola e dolce Marley. Non perdete mai il tuo sorriso nonostante la vita ti abbia ferita in maniera così grave. Ricordati di noi sempre e se mai avessi bisogno di noi i nostri numeri privati sono scritti all'interno del collare del tuo cucciolo.

Ti vogliamo un bene immenso,
Mark e Serge.

Senza che me ne renda conto calde lacrime mi scorrono lungo le guance. Stringo forte il cucciolo al petto e lui in risposta mi lecca le dita entusiasta.
Mi stendo di nuovo e lui si accoccola sulla mia pancia e si addormenta. Seguo il suo esempio. Non voglio più pensare, ho bisogno di dormire.

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Ed ecco il primo capitolo!
Intanto mi presento, mi chiamo Barbara *-*
Siete pronti per affrontare questo viaggio insieme a me?
Si?
Allora si va al secondo capitolo!

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