Aura

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La sveglia suona esattamente alle cinque e trenta. Oggi è il primo giorno di scuola. Mi alzo dal letto e vado in bagno, dopo la doccia mi ritrovo davanti all'armadio senza saper che cosa mettermi, dopo quindici minuti opto per qualcosa di semplice e fresco dato che le giornate sono particolarmente calde. Indosso un jeans nero ed una t-shirt bianca con una stampa sopra e penso ai miei capelli, legarli in una coda è la cosa più semplice che mi viene in mente ma decido di cambiare e farmi una treccia. Scendo in cucina per fare colazione e mentre sto mangiando i miei cereali Ellie scende vestita con dei pantaloncini di jeans e una maglietta rosa molto stretta, lei indossa dei sandali bianchi mentre io indosso le mie converse nere.

Alle sette usciamo di casa e ci incamminiamo verso la nostra nuova scuola che dista solo qualche isolato e noi la raggiungiamo per le sette e un quarto. La gente non può fare a meno di guardarci e io non la biasimo, siamo praticamente l'opposto: a parte nei vestiti, è palese anche la differenza nell'aspetto fisico, mentre lei ha , proprio come un angelo, capelli biondi e occhi azzurri, io ho i capelli castani e gli occhi verdi; sono diversa da qualunque altro angelo ma non ho mai capito il perché, penso ci sia di mezzo qualche difetto genetico o comunque qualcosa del genere. La gente non può fare a meno di guardarci, siamo angeli dopotutto ma mentre per Ellie questo non è un problema a me da un po' fastidio. Tutti quegli occhi puntati addosso.

Quando suona la campanella ci dirigiamo verso l'aula di storia, la lezione era sulla guerra civile, quando in questo stesso paese le persone si ritrovarono rivoltate le une contro le altre, a combattere una guerra senza senso. Per noi che combattiamo contro l'oscurità è uno spreco.

Le lezioni successive sono state altrettanto noiose eccetto per letteratura inglese,Edgar Allan Poe il corvo, che modo felice di iniziare l'anno. Per la ricreazione io ed Ellie ci avviamo verso la mensa ed è stato proprio lì che l'abbiamo vista. Una ragazza, del nostro anno probabilmente, camminava ancheggiando con una scia di ragazzi e ragazze intorno; la classica reginetta della scuola ma non era quello a preoccuparmi, noi angeli siamo capaci di vedere l'aura che aleggia intorno alle persone, come in indicatore di personalità o un segno di riconoscimento, la ragazza era circondata da un'aura nero pece il che poteva significare solo una cosa: demone e anche alquanto potente. Guardo Ellie e capisco che anche lei ha avuto la stessa intuizione, non possiamo avvicinarci a lei ora, ci sono troppe persone quindi andiamo in mensa per pranzare ma io non ho molta fame e non prendo niente. Avvistiamo un tavolo vuoto e andiamo a sederci lì per parlare della ragazza.

<Hai visto anche tu la sua aura?> mi chiede Ellie, io annuisco e le chiedo: <Cosa pensi che dovremmo fare?>

<Beh tu che dici? Dobbiamo cercare di capire chi è e cosa ci fa qui, e dobbiamo trovare un modo per cacciarla>.

Ecco quello che scoprimmo: si chiamava Amelia, era del nostro anno e si era trasferita qui due anni fa. Reginetta del ballo, voti discreti e miss popolarità. Sembrava una di quelle barbie vestite per le superiori. Il padre faceva un lavoro importante oltreoceano e la madre non c'era mai, era in pratica da sola e questo mi fece insospettire. Nonostante ciò non riuscimmo a capire che demone fosse,per avere quell'aura doveva essere molto forte ma non ci permetteva di avvicinarla e nemmeno si faceva sfuggire un qualcosa per farci capire. Suppongo avesse intuito chi siamo e questo rendeva la faccenda ancora più pericolosa.

Per il resto la scuola non cambiava molto dall'accademia fatta eccezione per la diversità di materie e l'allenamento che dovevamo affrontare ogni giorno.

Io ed Ellie ci siamo iscritte ad alcuni club pomeridiani per trovare altre informazioni sulla presunta Amelia, Ellie ha mostrato subito una predisposizione per le cheerleader mentre a mi ha particolarmente attratto il club di teatro, ci siamo iscritte ad entrambi.

Per le cheerleader abbiamo fatto un'audizione e siamo passate senza problemi, la nostra agilità ci fa comodo in molti casi. Al club di teatro invece ci hanno chiesto anche di cantare ed io mi sono bloccata, non ho mai cantato in pubblico, e se avessi fatto una figuraccia? Ellie mi guarda e sorride per incitarmi a cantare ma io non ricordo più nessuna canzone, io chiedo che canzone vogliono sentire ma loro non hanno alcuna preferenza, allora che mi viene in mente, una ninna nanna che mi cantavano i miei genitori ancor prima che entrassi in accademia. Non sapevo di ricordarla ancora ma nel momento in cui inizio cantare mi viene facilissimo. Alla fine della ninna nanna, piena di note alte, mi accorgo che le mie guance sono rigate dalle lacrime. Capisco che i miei genitori mi mancano tantissimo anche se io non li ho più visti da quando ho varcato la soglia dell'accademia. Morti in una battaglia con un demone raum mi hanno detto. Mi mancano da morire, mi manca quello che non c'è stato, non so come spiegarlo meglio. Mi allontano di corsa dall'aula lasciando tutti a bocca aperta.

Mi rifugio dietro un piccolo corridoio deserto e mi lascio scivolare sulla parete. Metto le mani tra i capelli e scoppio a piangere. Dopo cinque minuti sento il rumore di alcuni passi che si avvicinano a me ma io rimango lì pensando che sia Ellie che viene a consolarmi. Non è Ellie, è un ragazzo biondo e abbronzato con delle spalle larghe e forti. I suoi occhi sono grigi e adesso mi stanno fissando.

Come se non avessi la faccia stravolta si presenta dicendo di chiamarsi Matthew Howard e frequenta trigonometria con me. 

<Leah Sullivan giusto?> io annuisco. Cade un silenzio che non so come spezzare così mi azzardo a dire:

<Hai assistito alle audizioni di teatro?>, stavolta è lui che annuisce e quando apre bocca mi aspetto non so cosa sulla mia figuraccia ma lui mi dice solo: <Dove hai preso quella voce?>

<Non lo so nemmeno io> e poi scoppiamo a ridere. Osservo il suo volto e capisco che forse non è stata una figuraccia totale, è riuscito a tirarmi su il morale. Non ci riesce nemmeno Ellie a volte.

Mi chiede di accompagnarmi a casa e io rispondo che si, va bene, anche perché so che da sola crollerei di nuovo.

Quando sono sull'uscio di casa lo guardo e noto la sua aura: quasi dorata. Non so cosa questo possa significare: è un angelo?

Non so che dire e lo guardo da troppo così lo ringrazio ed entro.

Trovo Ellie che mi chiede dove sia andata dopo che sono scappata e mi assilla di domande ma io dico solo:

<Forse ne abbiamo trovato uno>. e lei rimane perplessa a guardarmi.





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