Chapter 2

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-Sofia, sveglia! Dobbiamo partire. Hai preparato i bagagli?-grida mia madre dalla cucina.
Guardo l'ora. Sono le 07:30, devo muovermi.
-Si mamma, sono quasi pronta. Aspetta cinque minuti. Scendo subito.- grido alzandomi dal letto e sbuffando. Butto, letteralmente, quattro vestiti nella valigia.
Non trovo le cuffie. Mi sale l'ansia. Come faccio a passare sette ore senza musica? Odio la monotonia, e la musica è l'unica cosa che mi salva da ciò. Mi sento capita, ascoltata da persone che non sanno minimamente della mia esistenza. Strano vero? Sono circondata da persone che non fanno altro che giudicare, vedere le apparenze e questo mi infastidisce e non poco.
Mi fiondo in camera di mio fratello e le trovo lì, sul suo letto. Come pensavo. Dio, non sopporto quando prende le cose senza chiedermelo.
-Che ci fai nella mia stanza, Sofia?!-
-Cavolo prendi le mie cuffie? Non ti sopporto.- dico sbuffando e uscendo dalla sua camera tempestata da graffiti.
Impiega gran parte del tempo libero a farli ed è una cosa che ho sempre ammirato ma che non gli ho mai detto. Non voglio che si monti la testa.
Sento una risata di sottofondo e dopo poco capisco che è quella del mio fastidioso fratello. Ah dimenticavo si chiama Nicolas e se ne porta dentro una ogni sera nonostante sia fidanzato. Non che la sua ragazza non sia una poco di buono. È un continuo tiro e molla fra di loro e infatti mi chiedo il perché stiano ancora insieme. Si vede che non si amano.
Non sono mai stata innamorata. Non so cosa sia l'amore. Non so cosa si provi a sentirsi amata almeno per una volta.
Da come ne parlano gli altri è un sentimento insostituibile e bellissimo. Le farfalle nello stomaco, gli occhi che brillano quando parli del tuo lui o della tua lei, i sorrisi sinceri.
Finalmente siamo in macchina e stiamo per partire.

Come fai tu, solamente sorridendo. -Peppe Gentile-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora