Capitolo II

365 60 58
                                    

La notte era sopraggiunta velocemente, ma quelle poche ore erano sembrate un'eternità ad Ella, che non vedeva l'ora di poter raggiungere Hawk al giardino est. Neanche per un attimo era riuscita a smettere di pensare a lui. Temeva che qualcuno l'avrebbe potuta scoprire mentre sgattaiolava fuori del palazzo.

Al tempo stesso, però, riusciva a malapena a contenere l'emozione. Non solo avrebbe potuto visitare la Città Imperiale, ma lo avrebbe fatto insieme ad Hawk, da sola con lui. Sarebbe stato proprio come quando erano bambini, e giocavano a fare gli avventurieri, brandendo un ramo secco come fosse una spada ed usando le radici degli alberi più vecchi come fortini e trincee.

Poco prima dello scoccare della mezzanotte Ella scivolò silenziosamente fuori dal letto e si avvicinò verso l'uscita del palazzo. Arrivò ai giardini alcuni minuti dopo, camminando per tutto il tempo in punta di piedi per non farsi scoprire. Aveva tenuto quanto più possibile le ali contratte, per evitare che un loro involontario spasmo dovuto all'emozione finisse per urtare qualcosa e provocare un rumore tale da svegliare l'intero palazzo.

Si sentì al sicuro solo quando la sua pelle toccò l'erba del giardino est. Le gocce di rugiada che imperlavano le foglie la rinfrescavano e al tempo stesso la tranquillizzavano. Ormai era lontana dalle stanze delle Anziane, non la avrebbero più scoperta. A pochissima distanza il gazebo dell'incontro segreto la attendeva. Una forte impazienza, insolita per la natura delle Guardiane, si impossessò di lei.

Giunta a destinazione una lieve delusione la pervase. Non c'era nessuno ad attenderla. La mezzanotte era passata da poco, ma il giardino era deserto.

Forse è stato visto da una delle Guardiane

I minuti sembravano interminabili e Ella cominciava a credere di non avere altra scelta che tornare al dormitorio.

- Alla fine sei venuta. Credevo ti saresti tirata indietro.

Sobbalzò lievemente. La voce altezzosa di Hawk proveniva da dietro le sue spalle. Si giro di scatto e lo vide sorriderle delicatamente. Non poté fare altro che ricambiare il suo sguardo, restando in silenzio.

- Sei più coraggiosa di quanto credessi.

Il mezzo sorriso di Hawk aveva da sempre avuto un'immensa influenza su Ella. Ricordava bene quando, da bambini, lui era in grado di convincerla a compiere le peggiori marachelle solo mostrandole quella smorfia del viso. Non era per niente cambiato.

- Veramente sei tu quello in ritardo.

Ella finse un tono di voce indispettito. Moriva dalla voglia di partire. E moriva dalla voglia di poter restare sola con il suo più grande amico.

- Allora - Hawk spezzò il brevissimo silenzio - Sei pronta? Andiamo?

- Io sono prontissima, ma... tu come farai? Io ho le ali, tu come riuscirai a starmi dietro?

Lui non rispose. Alzò soltanto la mano destra, tenendo il palmo rivolto verso l'alto. Piegò leggermente le dita e una nebbia bianca e leggerissima ne scaturì fuori.

Mentre Ella fissava la strana magia, la figura di Hawk vibrò, quasi come se il suo corpo non fosse altro che un'illusione ottica che stava per scomparire. E improvvisamente si spostò.

Ella fu costretta a sbattere le palpebre più volte prima di capire cosa fosse successo. Un secondo prima Hawk si trovava davanti a lei e subito dopo si era spostato di qualche metro verso destra. Non riusciva a capacitarsi di quello che aveva appena visto. Sembrava come se il magicante si fosse mosso ad una velocità talmente alta che gli occhi non erano stati in grado di cogliere il movimento stesso.

- Ho imparato tanto alla scuola di magia. - Hawk sembrava averle letto nel pensiero - Tutto sommato riuscirò a starti dietro, non credi?

Il solito ghigno gli attraversava il viso.

Le Regole Del Treno || #wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora