16. Fuoco e ghiaccio

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La parete di pietra ghiacciata mi sfiorava le spalle avvolte nella divisa.
Tom non sarebbe venuto, ne era certa. L'unica cosa che rimpiansi fu di essermi illusa cosí a lungo. Di avergli aperto il mio cuore di porcellana, e di averglielo lasciato calpestare, frantumandolo in un milione di pezzi, legati da un filo sottilissimo. Sì stavano attaccati ma non si sarebbero mai piú aggiustati finché non avessi trovato qualcun'altro da amare così incondizionatamente e perdutamente. E lui arrivó.
Entró, nei sotterranei, un piede davanti all'altro, il mio cuore che rimbombava al ritmo dei suoi passi.
Sfoderò un sorriso sghembo mentre si passava le mani di gesso fra i capelli spettinati.
Il suo respiro sussultava sincronizzato al mio.
I suoi occhi di ghiaccio si incastonarono ai miei. Ambra e ghiaccio, il sole e la neve, l'amore e l'odio, il distacco e la vicinanza .
-Ciao- mormoró
Si rigiró fra le dita una ciocca dei miei capelli biondi, le mie pupille ancora fissate alle sue palpebre che si chiudevano armoniosamente come a ritmo di musica .
Intrecciai le dita con le sue. Fu un gesto avventato, lo sapevo, che avevo solo sognato. Ma ora le nostre mani erano legate,il suo pollice che accarezzava il mio
-ciao- gli risposi dolcemente
-cosa dovevi dirmi?- chiese secco, e rimasi sconcertata dal suo tono di voce, così duro e freddo
-io..-dissi, ma mi fermai e presi un grosso respiro. Ero stufa delle cotte lasciate andare per paura. Ero forte potevo farcela.
Perché è così che si dimostra la forza, affrontando quello di cui si ha paura a testa alta...e chissene frega delle conseguenze.
Non volevo vivere la mia vita tutta d'un fiato; volevo un'esistenza fatta di respiri costanti, scelte sbagliate e sfrontatezza.
Cosí mi sciolsi dalla presa d'acciaio delle sue mani e gli accarezzai la guancia. Le mie mani tremavano, i suoi occhi mi fissavano, il ghiaccio scioglieva la mia paura.
Gli presi il volto fra le mani e mi avvicinai al suo viso. Le sue labbra si avventarono sulle mie.
Fui goffa e me ne resi conto.Ma non importava.
Tom era lì con me, le nostre labbra che si toccavano, le sue mani fra i miei capelli, i nostri occhi ancora incastonati.
Come in un puzzle ,fuoco e ghiaccio si erano arresi all'altro, come fuoco che arde e ghiaccio che si scioglie.
Quello che avevo sempre sognato era divenuto realtà.
Ma non poteva andare tutto liscio no?
Si staccò dalle mie labbra di scatto.
-cosa c'é?- mormorai intontita
-Narcissa cosa vuoi?- domandò tremando
-io voglio te- sussurrai prendendogli il viso fra le mani, ma lui se le scansò di dosso.
-No. Questa cosa non può andare avanti. Tu sei un'intralcio.-
Era come se mi avessero bucato i polmoni con un ago. Ogni sua parola mi faceva più male, mi consumava da dentro
-Un..un intralcio?- domandai
-Se un giorno spero di diventare qualcuno di potente..di forte..non posso permettere intralci. Con te ho provato qualcosa che non avevo mai provato prima, di vero, e proprio per questo non può funzionare.Tu sei d'intralcio al mio futuro-
E lì finì tutto. Le sue parole continuavano a rimbombarmi nelle orecchie, una lacrima mi scese sulle guance.
-Quindi é finita?- sussurrai trattenendo le lacrime
Lui rise
-Non può finire..- disse
Gli sorrisi per un secondo accarezzandogli una mano
Lui mi spinse via sprezzante e pronunciò le parole più dolorose da sopportare di tutta la mia vita
-..perché non é mai iniziata- poi si voltò e se ne andò via, la divisa che ondeggiava, io che mi accasciavo sul pavimento, le mie lacrime che bagnavano la pietra.

Il Tom che ricordavo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora