ZOE'S POV
«Bruna, tieni le chiavi, non ti posso accompagnare perche vado a mangiare fuori. E per piacere, preparami la sacca da ginnastica con la divisa che oggi ho gli allenamenti.» disse Michael senza nemmeno salutarmi e mi mise le chiavi in mano. Pensava che fossi la sua schiava?
«Uno: non sei mio amico quindi chiamami Zoe e basta, niente nomignoli. Due: la sacca te la prepari da solo. E tre: spero che il cibo ti possa andare di traverso.» gli sorrisi gentilmente e feci sbattere l'anta dell'armadietto.
«Ma che gentile.» fece una smorfia e andò via.
«Quello è uno stronzo patentato e laureato» disse Scarlett.
«Giá, io non sono la sua schiavetta personale!» spiegai camminando verso il parcheggio.
**
Non so perchè ma alla fine gliela preparai lo stesso la sacca per l'allenamento. Avevo intenzione di disfarla e lasciarla fare a lui perchè sennò si sarebbe viziato e avrebbe continuato a chiedermi di fargliela.
La porta d'ingresso si aprì ed entrò il rosso. Mi alzai dalla poltrona per raggiungerlo «Michael» lo richiamai ma lui fece segno di fermarmi.
«Scusa ma ora non posso, sono ritornato per gli allenamenti e devo ancora prepararmi la sacca!» si lamentò andando verso le scale.
Provai a parlare di nuovo mentre saliva le scale «Ma io-»
Mi interruppe ancora «-Scusa, ma proprio non posso!» disse prima di sfrecciare di sopra.
«D'accordo...» ridacchiai risedendomi sul divano a guardare la TV.
Lo sentii scendere le scale dopo diversi minuti «Senti, hai per caso visto la sacca? E le scarpe? E la tuta? Sembra che la terra le abbia inghuottite!» si disperò.
«Si» mi alzai andando da lui.
«Davvero?» gli si illuminò il volto.
«Davvero. Stavo tentando di dirtelo prima che te l'ho già preparata io.» presi in mano la sacca e gliela porsi.
«Grazie!» la prese euforico e in fretta mi diede un bacio sulla guancia.
Rimasi sorpresa e non dissi niente.
«A piú tardi.» mi sorrise prima di andarsene.
Forse non era poi così stronzo come pensavo.
Erano passate tre ore e Michael non era ancora tornato. Di solito un allenamento durava sulle due ore, ne sapevo qualcosa dato che l'anno scorso ero nella squadra di basket femminile. Non ero affatto brava, lo facevo solo per i crediti in piú.
Va beh, non potevo più aspettare, sarei andata a prendere Chloe da sola, tanto ricordavo la strada per il suo asilo.
Presi le chiavi e, dopo aver chiuso la casa andai a ritirare la piccola. Non ci misi molto, come avevo detto ricordavo perfettamente la strada e non avevo avuto problemi. Misi la piccoli nel seggiolino posto sui sedili posteriori e partii per casa Clifford.
Prima però passai a casa mia a prendere un po' di cose e per fortuna la nonna non c'era.
Arrivai a casa di Chloe e notai che la porta era aperta, ciò indicava che Michael era tornato.
Passando per il corridoio notai un ragazzo biondo accanto al rosso.
«Ciao» salutai e salutarono entrambi all'unisono.
Il suo amico mi sorrideva. Aveva un sorriso stupendo e quel piercing al labbro lo rendeva stupendo. Lui era stupendo.
Si alzò dal divano e mi venne incontro ancora con quel sorriso stampato in faccia. È normale avere voglia di saltare addosso a uno sconosciuto? Però era figo. Una maglietta smanicata nera, mostrando i muscoli delle braccia. Poi quel piercing nero al labbro era un qualcosa di...wow...c'era il rischio che sbavassi da un momento all'altro.
STAI LEGGENDO
Due settimane con Clifford
Teen FictionDove la diciassettenne Zoe Milton accetta un lavoro di due settimane come babysitter di una bambina di pochi mesi per accumulare i soldi per la gita di fine anno. Sembra facile, no? Le cose si complicheranno se dovrá badare anche al fratello della b...