2. La prima notte

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ZOE'S POV

Ma chi cazzo si credeva di essere quel rosso tinto da strapazzo? Solo perchè aveva i capelli rossi, gli occhi verdi, un viso angelico, un fottuto piercing al sopracciglio destro e qualche tatuaggio non poteva di certo fare quello che gli passava per la mente! Ero io quella che comandava e uno stupido fighetto non mi avrebbe impedito di compiere il mio lavoro.

Dopo aver finito di cambiarmi andai dalla piccola. Stava beatamente dormendo.

Era bellissima

Come il fratello.

No, non potevo averlo pensato veramente!
Bhe...sì, non era niente male, poi con quel piercing era dannatamente sexy. Ciò però non cancellava il suo carattere di merda. Come diavolo gli era venuto in mente di baciarmi così in piazza davanti a tutti i passanti? Anche se durato poco non era stato poi tanto male...

Ok, ora basta. Ero stanca. Non mi rendevo conto di quello che stavo pensando.

Chiusi la porta della stanza a chiave -non si poteva mai sapere cosa poteva fare quel tinto di notte- e, dopo essermi lavata i denti mi misi a letto.

Era comodissimo e le lenzuola odoravano di pulito.

Chiusi per nemmeno un minuto gli occhi che la piccola cominciò a piangere. Guardai l'orologio sul comodino. Erano le quattro del mattino.

Mi alzai sbadigliando e mi avvicinai a Chloe.

«Che c'è?» chiesi mostrandole un sorriso per tranquillizzarla.

La bambina mi guardò con gli occhi lucidi e viso imbronciato per qualche secondo per poi ricominciare a piangere. La presi in braccio e cominciai a cullarla cercando di tranquillizzarla, ma niente, continuava ad urlare a squarcia gola.

Le controllai il pannolino ma non aveva fatto i suoi bisogni.

Forse aveva fame.

La presi di nuovo in braccio e andai al piano di sotto. Non mi importava se svegliava Michael, in quel momento volevo solo farla dormire cosí potevo dormire anch'io. Domani avrei avuto scuola, cavolo.

Misi Chloe nel seggiolino accanto al tavolo per poi prendere il biberon che era a mollo nel lavandino.

Sentivo le palpebre pesanti mentre sciacquavo il biberon. Lo riempii con un po' d'acqua per poi metterlo nel microonde.

Sbadigliai sedendomi accanto a Chloe. Non smetteva di piangere e io stavo morendo di sonno. E pensare che dovevo passare altre tredici notti cosí.

Stanca appoggiai la testa al tavolo e chiusi gli occhi aspettando che l'acqua si riscaldasse.

Sentii qualcuno scendere. Come avevo intuito: Michael si era svegliato grazie alle adorabili urla della sorella.

Entrò nella cucina sbadigliando «Che è successo?».

Alzai la testa «Chloe ha fame» mormorai mezza addormentata.

Il timer del microonde suonò indicando che l'acqua si era riscaldata.

Feci per alzarmi ma il rosso mi interruppe «Lascia stare, faccio io.» tolse il biberon dal microonde e mischiò all'acqua due cucchiaini di latte in polvere. Si avvicinò alla sorella misurando la temperatura del latte versandone due gocce sul polso.

Appoggiò il biberon sul tavolo e prese la piccola in braccio che piangeva ormai da una decina di minuti. Iniziò ad allattarla ed essa si calmò all'istante. Era dolcissima quando non urlava.

Rimasero così per un po', fino a quando il latte non finì e, dopo averle fatto fare il ruttino, iniziò a cullarla.

Gli occhi di Chloe erano socchiusi: si stava addormentando.

Mi alzai «Grazie» sussurrai per non svegliarla.

«Prego» sorrise. Anche lui era stanco, si vedeva dagli occhi assonnati.

«Dalla a me, la porto nella culla» bisbigliai.

Me la mise in braccio con cura.

«Buonanotte» augurai prima di salire in camera e rimettermi a dormire.

Due settimane con CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora