Capitolo 1

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Mi alzai svogliatamente dal letto prima che mia madre mi chiamasse scassandomi i timpani.
Stranamente ero di buon umore,erano due giorni che non mi drogavo e stavo lontana dalla mia banda, che non si era ancora fatta sentire. Non ero amica con quella gente,anzi,li usavo solo perché grazie a loro avevo la roba gratis. Ho sempre pensato che l'amicizia non esiste,è tutto a convenienza,le persone staranno con te fin quando non smetti di essergli utile, questa è la vita.
Feci una doccia veloce, si erano fatte le 8, così decisi di indossare una canotta nera, un leggins e le Nike nere,mi truccai con un filo spesso di eyeliner e rossetto rosso.
-"Mamma io esco!" urlai dall'ingresso mentre cercavo disperatamente le chiavi della mia auto per poi ricordarmi di averle lasciate sul cruscotto.
-"Va bene!" rispose lei.
Avevo un rapporto discreto con la mia famiglia,mia madre era un avvocato e quasi tutto il giorno era fuori per lavoro,mentre mio padre lavorava a New York e lo vedevo solo durante le feste,ma preferivo così.
Presi dalla borsa la mia Canon e andai in giro a fotografare qualsiasi cosa,da un semplice fiore ad una coppietta felice. Roma era tranquilla come città,rispetto a New York davvero molto,avevo vissuto 2 anni lì e sinceramente preferisco la calma di Roma.
Mi avvicinai allo Stadio dove era in corso un allenamento a porte aperte della Roma e feci qualche scatto ai ragazzi che palleggiavano e mi accorsi che qualcuno mi stava fissando e sorrise all'obiettivo. L'allenatore se ne accorse,guardò nella mia direzione e alzò la mano,facendomi segno di raggiungerlo.
-"Marco,credo di aver qui una dei candidati per sostituire Antonio,che ne dici?" disse entusiasto.
-"Bene,hai qualche scatto qui con te?" chiese quello che conobbi come Marco.
-"No, però ho quelli che ho fatto alla squadra, se avete un computer ve li mostro!" esclamai sorridente.
-"Si,da questa parte!" Mi condusse verso un ufficio ricoperto di magliette giallorosse e autografi.
Mi sedetti al computer,scaricai le immagini e gliele mostrai, era contento ma gli sembrò più appropriato che scegliessero i calciatori se sarei stata la nuova fotografa ufficiale della Roma o no.
Mi accompagnò in una sala il triplo dell'ufficio,collegai il computer al proiettore e aspettai che Marco chiamasse i ragazzi per avviare la presentazione. Non ero tifosa di calcio,ma cavolo trovarsi a pochi metri Capitan Totti non è da tutti i giorni.
Si accomodarono facendo un po' di baccano,ma dopo alcuni minuti,tutti i loro sguardi erano rivolti verso di me. Mi sedetti su una sedia e con la mano tremante premetti play e mi godetti lo scorrere delle immagini.
Alzai lo sguardo e guardai ognuno di loro,e dalle loro espressioni sembravano felici,speriamo gli sarebbero piaciute.
Una volta finite parti un enorme applauso e tutti si alzarono in piedi. Mi sembrò davvero un esagerazione ma sorrisi cercando di trattenere qualche lacrima, questa sarebbe stata la svolta della mia vita!

Pensi davvero io voglia te? -Stephan El Shaarawy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora