Capitolo 3

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Il fatidico giorno era arrivato e l'agitazione iniziava a farsi sentire. Ero rimasta sveglia tutta la notte a pensare ed non ero esattamente in forma smagliante.
Erano 3 giorni che non mi facevo e il mio corpo iniziava a soffrire di astinenza, sudavo continuamente e avevo piccole crisi per fortuna ancora controllabili.
Presi il mio borsone e misi dentro la mia amata Canon e tutti gli altri attezzi.
Andai in bagno,feci una doccia veloce e asciugai i capelli. Tornai in camera per poi vestirmi con un jeans attillato,una camicetta nera e le vans nere.
Nel frattempo si era fatto mezzogiorno, l'agitazione aumentava è così decisi di non mangiare niente,mi avrebbe fatto più male che bene.
Mi truccai leggermente e visto che dovevo essere a Trogoria per le 3, uscii prima per fare una passeggiata. Salutai mamma con un forte bacio sulla guancia ed essa su congratulò con me con un grosso 'In bocca al lupo'
Ero fortunata perchè abitavo nel centro di Roma, da sempre la città che amo, e che definisco quella che 'non dorme mai'. Passeggiai fino alle 2:30, quando tornai a casa,presi l'auto e andai verso Trigoria.
Mi dicevo che sarebbe andato tutto bene,lo speravo davvero,ma il 19 anni di vita,quasi niente era andato bene.
Una volta arrivata,scesi dall'auto,presi il borsone contenente gli attrezzi e raggiunsi i ragazzi che mi stavano aspettando.
-"Buongiorno Sara!" mi salutò il mister con una stretta di mano,era davvero simpatico,riusciva a mettermi a mio agio.
I ragazzi mi sorrisero è così,mentre io sistemavo la mia Canon e l'asta,andarono a cambiarsi. Quando ebbi finito,mi sedetti su una delle tante sedie e li aspettai.
Iniziai a tremare,all'inizio pensavo a causa dell'ansia,ma poi mi resi conto che era dovuto all'astinenza dalla droga. Non era una semplice crisi,non mi era mai capitato,ed infatti alcuni calciatori se ne resero conto,tra cui anche Spalletti.
-"Ti senti bene?" chiese preoccupato avvicinandosi.
-"Posso andare un attimo in bagno,ho un mancamento?" dissi gentilmente cercando di nascondere la follia che stava prendendo possesso del mio corpo.
-"Certo, Stephan accompagnala tu!" esclamò posando lo sguardo sul ragazzo che sembrava impegnato a discutere giocosamente con i suoi compagni.
Fece segno di sì col capo e mi mostrò la direzione, ogni tanto si voltava per sorridermi ed io non riuscivo a ricambiare, non perché non volessi, ma perché non potevo.
Ci trovammo davanti la porta del bagno, entrai, e silenziosamente lui mi seguì, poggiandosi alla porta con le braccia conserte.
Il mio respiro stava diventando affannoso, qualcosa dentro di me non andava e Stephan se ne accorse subito.
-"Che hai?" chiese avvicinandosi, mentre io mi appoggiai al lavandino continuando a respirare a fatica.
-"Ora mi passa." risposi acida portando la mano destra al collo cercando di aiutare la respirazione.
Lui divenne pallido,non sapeva cosa fare,evidentemente era più spaventato di me, e ciò non mi aiutava.
-"Vai via,vi raggiungo subito." esclamai guardando la mia immagine allo specchio che mostrava un viso pallido e gli occhi contornati da dei cerchi lividi.
-"No, se prima non mi dici perché stai così." insistette lui girando il mio esile corpo verso di lui per guardarmi dritto negli occhi.
-"Vattene." dissi chiudendo gli occhi cercando di mantenere la calma. Non rispose,continuava a fissarmi volendo comprendere ciò che mi accadeva,invano.
Aprii gli occhi di scatto, avevo bisogno di urlare,sfogarmi,ma ciò non poteva accadere nè in quel posto,nè tantomeno in sua presenza.
-"Senti, tu non mi conosci nemmeno, non sai un cazzo di me,e mai lo saprai,quindi torna di là e pensa a sorridere per questa cazzo di foto!" urlai aprendo la porta per poi invitarlo ad uscire. Non proferì parola, mi guardò confuso e uscí sbattendo la porta alle sue spalle.
La crisi stava passando è così, aggiustai un pò il trucco e raggiunsi gli altri, evitando lo sguardo di Stephan.
Si sistemarono tutti in ordine di grandezza seguendo alcuni miei suggerimenti e finalmente, dopo quasi mezz'ora, scattammo la foto.
La mostrai, successivamente ai ragazzi, nell'aula multimediale e tutti apparvero entusiasti.
Volevo trovare il momento giusto per chiedere scusa a Stephan, sapevo di essermi comportata male con lui,ma ho sempre odiato le persone che non si fanno i cazzi propri anche se lui voleva soltanto aiutarmi.
Era in disparte,seduto su una panchina, stavo per avvicinarmi quando gli squillò il telefono e lui, visibilmente scocciato, rispose.
-"Si...no...sono a Trigoria...bene...si okay...ti faccio sapere...anche io ti amo." riattaccò ed io mi allontanai velocemente, avevo cambiato idea. Infondo avrei chiesto scusa o no, la mia vita non avrebbe avuto un seguito diverso.
Uscii da Trigoria, mi diressi alla mia auto e tornai a casa. Decisi di fare una doccia, quando mi arrivò un messaggio, era di Nya, una del gruppo.
"Ehi bella, non ti sei fatta più sentire! Stasera andiamo in discoteca, passo a prenderti verso le 9, non accetto un no come risposta! :)"
Scrissi un semplice 'va bene' e posai il telefono sul comodino per poi dirigermi in bagno.
Nya era la tipica ragazza che aveva avuto tutto dalla vita,eppure aveva deciso di rovinarla. Aveva dei genitori miliardari,con una villa con mega piscina, e decine di camerieri al suo servizio, un ragazzo da invidiare e soprattutto era bellissima, capelli neri, occhi azzurri e un corpo ricoperto da tatuaggi.
Uscii dal box doccia e mi vestii per poi scegliere cosa indossare visto che erano le 19:00.Optai per un vestitino corto di pelle e dei tacchi vertiginosi. Trucco leggero ed ero pronta. Presi il cellulare e vidi che erano quasi le 21,cavolo ci avevo messo 2 ore tra trucco è vestito!
Sentii un clacson, mi affacciai alla finestra e vidi che c'era Nya che sorrideva, presi la mia borsa, salutai mamma e la raggiunsi in macchina.
-"Ehi!" mi salutò calorosamente con due baci sulle guance.
-"Nyaa!" le sorrisi affettuosamente.
-"Allora sei pronta a divertirti?" urlò ridendo.
Bene,era già fatta.
-"Sii!" finsi di essere entusiasta.

Pensi davvero io voglia te? -Stephan El Shaarawy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora