❃Capitolo 5❃

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«Il crepuscolo è il momento della giornata che preferisco, non siamo più in grado di vedere il Sole, ma nell'atmosfera è ancora presente parte della sua luce, come se non si arrendesse subito all'oscurità.» Abigail parla dopo molto tempo in silenzio e si siede sul bordo del lago, iniziando a raccogliere le scarpe.

«Nella fretta di partire mi sono dimenticata di portare un asciugamano, quindi dovremo aspettare un po' per asciugarci, non voglio rischiare che gli stivali si rovinino.» Abigail scuote le caviglie, ma la temperatura che piano piano si abbassa non aiuta nell'intento.

«Sono scarpe resistenti, qualche goccia d'acqua non le danneggerà, ora c'è molta umidità e la visibilità sulla strada inizierà presto a scarseggiare, meglio andarcene subito.» Provo a convincerla mentre indosso velocemente i calzini, il vento freddo che da poco ha iniziato a soffiare mi fa tremare e questa volta non è una sensazione piacevole come immergere i piedi nel lago. Abigail mi guarda con sufficienza, facendomi capire che rimarrebbe ore con le gambe penzolanti sull'acqua. Mi inginocchio e con la manica della giacca di pelle tento di asciugarla al meglio, poi le porgo le sue preziose scarpe cercando di non rabbrividire davanti a lei. Evita il mio sguardo e mi strappa gli stivali dalle mani, li indossa in fretta e cammina a passo svelto verso la moto. La seguo e mi affianco a lei per la seconda volta nell'arco di questa giornata; ho l'impressione che nei momenti in cui Abigail prova emozioni negative, suscitate anche da quei gesti all'apparenza insignificanti, nell'incapacità di gestirle, tende ad allontanarsi per timore che gli altri riescano a capire cosa stia provando. Probabilmente avrà preso consapevolezza del fatto che avrebbe rischiato di prendere un'influenza, ma le costa ammetterlo.

«Dove abiti?» Mi chiede scocciata mentre allaccia il casco. Non conosco il nome della via, non posso neanche descrivere un punto di riferimento visto che le case di tutta la città seguono lo stesso schema ripetitivo.

«Nella villa accanto ai Puffett, spero che tu sappia dove si trova.» É l'unico indizio che mi viene in mente per rintracciare casa mia, penso sia triste che non mi sia minimamente preoccupato di conoscere il nome della via o il numero civico della mia abitazione quando sono uscito, nel caso sarei voluto ritornare per avere un tetto sotto il quale dormire o semplicemente per non far preoccupare mia madre. Abigail ritorna a guardarmi, dai suoi occhi traspare rabbia.

«Avrei dovuto sapere sin da quando ti ho detto di stare lontano da quelle ragazze che una di loro sarebbe stata la tua vicina di casa.» Confessa ridacchiando e accendendo il motore e i fari. Salgo a bordo e pensandoci noto delle somiglianze fra Jane Puffett e una delle scolarette. Abigail non aspetta nello spingere il motore al massimo, nonostante la visibilità dipenda unicamente dagli abbaglianti, dimostrazione del fatto che è totalmente spericolata, per non definirla incosciente, cosa che probabilmente le urlerebbero in coro mia madre e le Puffett. Mi viene naturale pensare alle loro reazioni se dovessero capitare sulla parte posteriore del sedile mentre c'è Abigail ad impugnare il manubrio. Mi scappa una piccola risata, che sembra fuori luogo mentre sono circondato dal buio e dalle sagome scure appena distinguibili di alcune colline lontane.

Quando vedo i lampioni e la velocità diminuisce, deduco che siamo ritornati in città e ci fermiamo davanti ad una villa da cui non provengono luci o voci, a differenza delle altre.

«Probabilmente i miei genitori saranno dai Puffett, è strano che sia tutto buio.» 

«Qui a Purpleville sono una famiglia molto conosciuta, fino ad ora li ho sentiti nominare molto spesso.» Faccio questa osservazione mentre si ferma di fronte alla villa del nucleo famigliare più famoso del vicinato. Le do il casco, mentre sento molte voci provenienti dalle mura, sicuramente discutono sul quanto sia sicura e tranquilla Purpleville dopo l'omicidio. 

«Non riesco ad immaginarmi i tuoi genitori a prendere il tè con Jane, non ti sto giudicando dalle apparenze, ma li immagino come dei motociclisti avventurieri, non il tipo di persone che potrebbero trovare interessi con una donna del genere. Non metto in dubbio che siano brave persone...» Abigail mi interrompe, dandomi uno schiaffo; il mio volto è inclinato, la guancia pulsa e credo di rimanere con il collo in quella posizione per qualche secondo, chiedendomi se è davvero stata quella che è stata la causa del sangue che affluisce sul mio viso provocandomi una veloce vampata di calore.

«Non devi immaginare niente, non devi osare parlare di argomenti di cui non sai nulla a riguardo. Non nominare i miei genitori, non pensare di poter sapere come siano.» É completamente furiosa mentre mi punta il dito sul petto ed io rimango lì senza muovermi, cercando di capire cosa l'abbia fatta scattare, ma non trovo un senso alla sua reazione incontrollata. So quanto possano essere irascibili le donne in un certo periodo del mese, ho dovuto affrontare molte reazioni, Abigail però si colloca sul podio superando qualsiasi professoressa o compagna di classe, batte anche mia madre. Non le chiedo cosa ho fatto di sbagliato, potrebbe peggiorare la situazione.

«Non fare altre stupide domande o supposizioni su cose che non ti riguardano, non ho paura a cambiare la forma del tuo naso. Ora entra e non dire niente su dove ti ho portato o delle cose di cui ti ho parlato, comportati come se non mi conoscessi.» Cerca di non alzare troppo il tono della voce per non farsi sentire dalle famiglie della via, ma con queste parole cariche di veleno percepisco tutta la rabbia non motivata che sta scaricando su di me. No, una motivazione deve pur esistere e tento di studiare la ragazza dagli strani sbalzi d'umore che bussa energicamente sulla fragile porta, cercando di capire quale enigma si nasconde dietro quegli occhi ambra ancora non a me famigliari, a cui però potrei fare l'abitudine cercando ogni volta di svelare un pezzo del loro mistero.

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Noioso capitolo di passaggio, I know and I'm sorry.

Unmasked ❃ hes,, #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora