capitolo7*

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Sono passate due settimane.
Chiudo gli occhi e sospiro.
Abbasso lo sguardo.
Poggio la testa sulla tastiera del letto.
Sento qualcuno bussare con violenza la porta.
Ho paura.
Ho davvero paura che sia mio padre.
Non ho voglia di vederlo.
L'ultima volta non é andata bene.
Sospiro.
Mi alzo e cammino lentamente .
Mi fermo davanti la porta.
Ho una mano sulla maniglia.
Ho paura di chi possa essere.
Cerco di farmi coraggio e apro di istinto.

Lo guardo.
Mi guarda.
"Piccola mia, ti sono mancato?" mi chiede.
Mio padre.
Serro la mascella.
Chiudo gli occhi.
Mi spinge.

Entra in casa.

Sospiro.
Non voglio.
Voglio che se ne vada.
Sento un nodo che non mi permette di respirare.
Chiudo la porta.
La mia vita può essere paragonata all'interno.
Apro gli occhi.
Mi morfo il labbro e mi si avvicina .
"Come va, merda?" chiede poggiando una mano sul mio fianco, attirandomi a se.
Poggia le sue labbra sulla mia pelle e inizia a togliermi i vestiti velocemente, quasi strappandoli.
Abbasso lo sguardo.
Sento il mio cuore spezzarsi.
Mi ritrovo nel divano con lui che mette il preservativo per poi entrare in me.
Sento le sue mani sul mio corpo.
Non reagisco.
So che non servirebbe a nulla.
Fa male.
Fa molto male.
Sia fisicamente che moralmente.

**

Poggio le mani tra i capelli, singhiozzando .
Li tiro.
Mi guarda ed alza le spalle.
Muio.
Buio.
Mi alzo, essendo ancora nuda.
Entro in bagno e mi guardo allo specchio.
Abbasso lo sguardo sui miei piedi?
Cosa sono?
Sono ciò che odio.
Sento l'acqua sulla mia pelle, sporca.
La mia anima é sporca.
Chiudo gli occhi e poggio la schiena contro le mattonelle, scivolando.
Sento la porta chiudersi, segno che era appena uscito.
Odio.
Provo odio.
Sono solo un oggetto.
Piango.
Nella casa l'unico rumore che faceva eco erano i miei singhiozzi .
Mi alzo ed ESCO dalla doccia, sospirando.
Sento qualcuno suonare al campanello e avvolgono un asciugamano intorno al mio corpo, umido.
Spalanco la porta e guardo Marco.
Mi abbraccia, facendomi indietreggiare e io scoppio a piangere.
"Aiutami tu" sussurra posando le mani tra i suoi capelli lisci , ossessivamente.
"Ho appena visto uscire qualcuno da qui, chi era?" mi chiede sussurrando al mio orecchio dolcemente.
Mi bacia la mandibola.
"Mi sei mancata" sussurra il ragazzo.
Erano due malati con la mente che viveva di caos.
Sospiro.
Si toglie la maglia e i pantaloni per poi togliersi i boxer.
Poggia le sue mani sulle mie spalle, facendo cadere delicatamente l'asciugamano.
"Sei bellissima" sussurra baciandomi dolcemente sulle labbra.
Un semplice bacio.
Dolce.
La dolcezza.
La dolcezza è l'unica cosa che potrebbe salvarmi da tutto il caos.
Sorrido.
Il mio sorriso amaro.
Non posso credere alle sue parole.
Mi prende per mano e mi trasporta fino in camera da letto, facendomi stendere sul letto e di conseguenza lui mi segue.

Abbasso lo sguardo.
Piango.
Mi fa poggiare dentro le sue gambe facendo in modo che la mia schiena coincida con il suo petto alla perfezione, poggio la testa sulla sua spalla destra e lui poggia una mano, sotto le mie coscienza e un braccio, intorno alle mie spalle, poggiando la sua mano sul mio seno.
"Sei perfetta" mi sussurra chiudendo gli occhi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 06, 2016 ⏰

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