運命の赤い糸 Unmei no akai ito - Il filo rosso del destino

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Premessa: è la prima fanfiction Gennex che scrivo, perciò siate clementi. L'idea iniziale era una OS, ma le cose sono andate per le lunghe, perciò ho deciso di suddividere la storia in tre capitoli. Spero possa piacervi.

"Narra, la leggenda, che ogni persona porta fin dalla nascita un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra, che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate ad incontrarsi e a sposarsi... prima o poi."

da qualche parte nei pressi di Milano...

«Gennà, non arriveremo mai in tempo per le prove se non ti sbrighi ad uscire da quel bagno.» ripeté per la millesima volta Alessio, battendo una mano sulla porta del bagno della loro stanza di hotel.

Silenzio. «Gennà, sfondo la porta, te lo giuro.» si spazientì ancora il ragazzo.

Dall'altra parte della porta, Gennaro pensò a quanto potesse essere esilarante aprire la soglia nel momento esatto in cui il suo compagno di band avrebbe preso la rincorsa e sarebbe andato a sbattere contro le piastrelle lucide del bagno. Ridacchiò divertito, facendo sbuffare il moro: «Cosa ci trovi di tanto divertente?»

Gennaro era arrabbiato con Alessio e non ricordava nemmeno il motivo per cui avevano litigato e per cui lui si era chiuso nel bagno, ma quando aprì la porta e si ritrovò di fronte alla figura dell'amico, non poté fare a meno di sorridere e afferrare le sue cose per andare a fare le prove prima del live del giorno dopo. Alessio, ormai, ci aveva perso le speranze con quel biondino testardo, perciò roteò gli occhi al soffitto e velocemente lo seguì verso la hall dell'albergo.

**

«Dovremmo aprire con il solito Intro, poi Bones e continuare con la cover di Team, infine seguire la scaletta così com'è.» propose Gennaro, fissando il pezzo di carta con tutte le canzoni selezionate per quel live.»

«E se Team la facessimo come finale?» propose invece Alessio, portandosi seduto accanto all'altro.

«Mh, si, penso sia meglio.» accettò il biondo, scarabocchiando poi con qualche freccia l'intera scaletta. Gennaro non era mai stato un tipo ordinato, e la sua scrittura non era da meno, ma Alessio trovava bello il dover decifrare la sua calligrafia, soprattutto nei testi delle canzoni che il ragazzo componeva.

Dopo un'altra ora passata a discutere e a provare i brani che a loro avviso non uscivano bene, i due decisero che era arrivato il momento di una pausa e di andare a cenare.

«Gennà, ti porto in un posto!» esclamò Alessio, afferrando la sua giacca.

«Niente Burger King, per carità! Preferisco il McDonald's, a questo punto.» l'apostrofò Gennaro, afferrando una sigaretta dalla tasca della sua felpa - che faceva anche da cappotto.

«E va bene, hai vinto.» scrollò le spalle il moro, uscendo dall'edificio dove il giorno successivo si sarebbe tenuto il live.

**

«Alé, guarda! - esclamò Gennaro, indicando un punto di fronte a loro - Compriamo una creepes?»

«Oh Genn, ti sei divorato due panini e le patatine fritte, anche le mie, finisce che ti senti male!» rise Alessio, divertito dall'espressione del suo compagno, che nonostante i suoi richiami, gli aveva afferrato una mano e trascinato verso il carretto delle creepes.

Il filo rosso del destino || GennexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora