Gennaro si era rintanato nella sua stanza per due giorni ed aveva iniziato a fumare ancora più del solito. Aveva passato le ultime 48 ore seduto tra letto e scrivania con il portatile davanti agli occhi per... indagare? Voleva cercare di comprendere meglio quella storia del filo rosso, ne era diventato quasi ossessionato. Aveva persino imparato a leggere la mano e capire dove si trovasse questa linea del destino - appena sotto l'attaccatura del mignolo, quel lievissimo rigonfiamento della parte opposta della nocca.

Se ne stava seduto alla scrivania, la luce spenta e le finestre abbassate, la sigaretta tra le dita ed il pc a qualche centimetro di distanza dal naso.

A quanto aveva letto, quella leggenda sembrava essere maledettamente vera e molte erano le testimonianze da ogni parte del mondo.

Provò a digitare nella barra delle ricerca Google "filo rosso effetti collaterali", ma ciò non diede risultati. Sbuffò ed aspirò del fumo dalla sigaretta appena iniziata, tamburellò con le dita sulla scrivania e provò a digitare nuovamente "come si spezza il filo rosso?". Sotto ai suoi occhi apparvero più di cinquanta link differenti. Iniziò a leggerli uno ad uno finché...

BAM! Trovato!

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«Io non volevo, Giò, te l'assicuro.»

Se c'era una cosa che Alessio era bravo a fare, era quello di sembrare sempre un cucciolo indifeso quando stava male, era per questo che appena Giò aveva sentito la sua voce al telefono rotta dal pianto, non aveva esitato un secondo a prendere la macchina e guidare da Bari fino a Somma. Adesso si trovava nella camera del più piccolo, accanto alla finestra spalancata perché se vuoi consigli, devi lasciarmi fumare per trovare le giuste parole.

Da quando avevano partecipato ad X Factor, Giò era sempre stato un loro fedele consulente, oltre che un fantastico amico. Alessio avrebbe voluto con sé anche Shorty, sarebbe stato bello fare una piccola rimpatriata, ma il palermitano se ne stava in giro per Londra a suonare con la sua band, quindi non se ne era fatto niente.

«Oh Alé, vuoi spiegarmi cos'è successo almeno? Non ci sto capendo nulla.» sbuffò il barese, buttando fuori il fumo.

«Ho lasciato Genn perché lui mi ha tradito, forse, perché a detta sua non ricorda nulla e quando si è svegliato era ancora vestito, ma era pur sempre nel letto di un altro, anche se da ubriaco, perciò ho deciso di prendere una pausa. Poi sono uscito con la mia ex e non so né perché, né come, ci siamo ritrovati mano nella mano a baciarci e Gennaro ci ha visti, si è arrabbiato ed ora abbiamo perso ogni genere di contatto da 45 ore, 26 minuti e 7 secondi... oh, otto secondi.» sputò velocemente Alessio, controllando più di una volta l'orario sul cellulare.

«Sembra di essere finito in una soap opera argentina con voi due, siete davvero peggio di quelle fiction, sapete? - sospirò il maggiore, con una risata - Comunque non devi preoccuparti, Gennaro è uno con la testa a posto, anche se non si direbbe mai, lo conosci meglio di me (in tutti i sensi) e sono sicuro che tornerà da te con la sua solita espressione. Oh, Alé, però pure tu sei stato un coglione, scusa, eh, però...»

«Si, lo so Giò, non c'è bisogno che me lo ripeti, sono già abbastanza depresso di mio. - ribattè Alessio, con lo sguardo basso - Ma se poi non torna?»

«E se non torna vallo a riprendere tu! Siete gli Urban Strangers, siete GennEAlex, non esiste l'uno senza l'altro.» lo spronò Giò, dandogli una calorosa pacca sulla spalla, mentre il moro sospirava pesantemente, passandosi una mano sul volto.

«Vattelo a riprendere, su. Corri, adesso!» il barese lo scosse dalle spalle, prima di guardarlo dritto negli occhi.

«E se non mi volesse più vedere?» domandò il minore, asciugandosi una lacrima traditrice.

Il filo rosso del destino || GennexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora