Capitolo 8

25 4 2
                                    

LOGAN POV
Era da due giorni che non uscivo dalla camera, due giorni che Laila passava a portarmi del pane tostato con il burro e lo zucchero giusto per non prendere i miei farmaci senza mangiare. Avevo ridotto il cuscino uno strazio, era macchiato di lacrime e bava. Avevo bevuto tanto di quell'alcool da vomitarmi addosso e nel letto. Leila aveva corso come una pazza sentendomi gorgogliare e aveva cambiato di corsa le lenzuola e lavato il pavimento per permettermi di restare in stanza. Mi aveva trascinato fino al bagno e infilato nella doccia. Avevamo deciso di comune accordo che avrei evitato di rifare questa cazzata. -Logan... senti io penso che dovresti parlare con lui...- disse dolcemente. -E per sentire cosa?!? Che è felice mente io muoio dentro?- Urali isterico. -Allora se non vuoi parlargli fanculo! Alzati da li e reagisci cazzo!!! Non dargli la possibilità di distruggerti più di quanto non abbia già fatto!- mi resi conto che era Leila a parlare, non sopportava che le persone si piangessero addosso. -Ma fa così male...- sussurrai. -Devi solo lasciare al tempo il compito di chiudere le ferite.- disse lei uscendo dalla stanza. Passarono altri tre giorni prima che il mio stesso odore di sudore stantio mi convincesse che era il momento di uscire da lì, così presi dei vestiti puliti aprendo la finestra per far circolare dell'aria pulita e andai a lavarmi. Erano le 7.35 e Laila di sicuro era già scesa in negozio, mi infilai gli abiti freschi di bucato e la raggiunsi nel laboratorio. -Oh che bello vederti!!!- disse abbracciandomi di slancio. Sorrisi timidamente e ricambiai la stretta. -Anche io sono felice di vederVI- ridacchiai marcando le ultime due lettere. In tutta risposta ricevetti un sonoro schiaffo alla chiappa destra che mi fece urlacchiare per il dolore. Rise dolcemente mentre mi preparava cappuccino e brioches per poi sederci ad un tavolo per fare colazione insieme come ogni mattina nel negozio. -...... Io volevo chiederti....- iniziai abbassando lo sguardo. -Se mi stai chiedendo scusa, non devi, perché avevi bisogno del tuo tempo. Se invece vuoi sapere di Ted... beh in realtà lui viene qui ad ogni apertura e resta finché non chiudo... e... Mi chiede spesso di te...- disse tranquillamente. Sospirai affranto. -Non Sono pronto ad affrontarlo.... Ma non voglio che per colpa sua le mie emozioni diventino una gabbia...- sussurrai. -Allora non permettergli di farlo. E quando te la sentirai, se mai succedesse, andrai a parlargli.- disse con calma. Sorrisi felice e l'abbracciai di nuovo. -Grazie... grazie di esistere Laila...- le sussurrai in un orecchio. Dopo quello scambio d'affetto iniziai a lavorare preparando l'impasto per i bignè a "regola d'arte" come diceva Laila mentre lei finiva di allestire il bancone e apriva le serrande. Lasciai gli ingredienti nell'impastatrice e mi appoggiai al tavolo per passare un po il tempo quando mi venne un'idea in mente e subito in silenzio sfogliai il libro segreto delle ricette personali di Laila, ovviamente mi aveva dato il permesso di leggerlo quando avevo bisogno di qualche informazione senza chiedere sempre a lei. Iniziai a preparare dei pancake mentre i croissant raffreddavano e i bignè cuocevano. Un'ora e mezza dopo chiamai Laila.
----------------------
LAILA POV
Entrai nel laboratorio incuriosita, raramente mi chiedeva di andare a vedere qualcosa, ma mai mi sarei aspettata da lui, che creasse un dolce di sua iniziativa, così, a caso. Sul tavolo in marmo c'era un piatto con tre pancake impilati, perfettamente colorati, coperti di una crema rossa, con una spruzzata di panna e in cima un lampone coperto di zucchero a velo. Ero esterrefatta. -Lo so che non dovrei giocare al piccolo pasticcione con le cose del negozio... scusa... Ma mi è presa un'idea... volevo provarla... poi... Io... sai... ecco...- okkey era imbarazzante. Non la smetteva di dire parole a caso. -LOGAN!- urlai un attimo. -È tutto a posto, tranquillo, che cosa hai preparato?- chiesi cercando di tranquillizzarlo. -Sono pancake ai lamponi... volevo sapere se secondo te sono buoni... se poteva essere un nuovo Dolce da aggiungere al tuo negozio... sai... magari a qualcuno può piacere..- disse insicuro. Presi una forchetta e cercai di pensare che se non fossero stati buoni avrei dovuto farlo vedere il meno possibile per non uccidere la sua creatività. Non mi sembrava giusto. "Oh andiamo Laila, assaggiali, al massimo glie lo dico io..." sghignazzò la voce nella mia testa. Ignorandola apertamente ne presi un pezzo e lo assaggiai masticano lentamente. Non erano per niente fatti male! Un altro pezzo però immerso nei lamponi... -Allora, i pancake sono impeccabili. La crema di lamponi è un po troppo dolce per i miei gusti ma... direi che sono approvati! Sei stato geniale!- dissi convinta mentre lui sganava gli occhi e si illuminava sorridendo felice. -Preparo subito un biglietto da mettere in vetrina.- iniziai a cercare la carta ma Logan mi fermò gentilmente. -In realtà.... ne ho disegnato uno io.... volevo farti vedere anche quello...- sussurrò incerto. -Ma è fantastico!!!! Allora muoviti dammelo che lo appendo!!!- urlacchiai entusiasta. Alla fine era anche un bel biglietto di presentazione, a pensarci bene da quel momento avrei parlato più spesso con Logan per aggiornare le vetrine e anche l'elenco dei dolci. -Buon giorno bella cameriera!- alzai gli occhi e Jace e Olee erano davanti a me pronti ad ordinare. Si fermarono per qualche ora parlando anche un po con Logan poi andarono via dicendo qualcosa su una cena tutti insieme ma non gli diedi molto peso. "Strano... il ragazzotto con gli occhi grigi che tormenta il "cucciolo" oggi non si è fatto vivo...." sussurrò Leila. "Magari ha capito che deve lasciarlo andare avanti..." proposi.
Stavo per abbassare la serranda per andare poi a casa con Logan, quando qualcuno con un cappuccio in testa e una bambina in braccio che strillava e piangeva si fermò dall'altro lato della strada. Aveva il viso basso, coperto dai capelli e dal cappuccio della felpa, dei guanti alle mani e sembrava tremasse. La bambina si agitava malamente tra le sue braccia e avrei giurato che il suo urlare si era alzato di un'ottava. Scesi il gradino davanti alla porta del negozio e lui con passi incerti si avvicinò restando però ad una distanza di sicurezza.-Prendila.- sussurrò sporgendomi la bambina. -Cos... Ma che cazzo stai dicendo?- domandai incredula. -Ti prego... Prendila... portala dentro... Non lasciarla a me così....- sussurrò ancora. -Ted ma che cazzo dici???? Non posso prenderla!!! Che cazzo sta succedendo?- ero fuori di me. Mi stava scaricando sua figlia come se fosse un oggetto. -Cristo Laila prendila ti prego!!! Non posso stare così con lei! Non vedi che la spavento???- urlò lui in risposta. E fu nel momento in cui mi spinse la bambina tra le braccia che il cappuccio scivolò via dalla sua testa, scoprendo un viso massacrato, occhi viola, labbra spaccate e segni di violenza che sparavano sotto il bordo della felpa. -LOGAAAAAN!- urlai, facendo spaventare il mio povero coinquilino che corse più in fretta che poté, facendo piangere ancor di più la bambina che lasciai tra le braccia del mio amico per prendere il ragazzo che tanto lo faceva piangere per i polsi e tirarlo dentro al negozio chiudendo in fretta tutto quanto. Logan a quel punto divenne una statua di cera, completamente impassibile. Mi diede la bambina, prendendo in spalla il padre e portandolo nel mio appartamento di peso. Lo adagiò piano sul divano mentre calmavo la pupa e la mettevo dentro al seggiolone che tenevo per il negozio (in caso di necessità). Corsi in camera di Logan tirando a lucido tutto il più in fretta possibile, così che potessimo poi stenderci Ted. Non appena il ragazzo venne appoggiato sul letto chiamai il mio medico chiedendo in fretta di raggiungerci a casa. Logan era sparito da quando aveva lasciato il suo amato nel suo letto. Lo trovai in cucina, a guardare diffidente quella dolce creatura allungare le braccine paffute verso di lui. -Se la prendi in braccio non ti mangerà tranquillo- dissi cercando di alleviare un po di tensione. Non rispose. -Si chiama Joy...- continuai. -Non mi interessa il nome di qualcosa che non mi Appartiene... è grassoccia e sbava.- disse schifato. La rabbia che mi esplose in quel momento era troppa. Così forte che Leila prese il sopravvento spaventandomi. -Quindi non ti interessa sapere nemmeno che lei non la voleva? Che giusto qualche giorno fa ha firmato tutti i fogli possibili e pagato tutti gli avvocati possibili per lasciare la bambina a Ted? Che lui era l'unico a volerla dei due? Non ti interessa nemmeno sapere che quei due hanno scopato un paio di volte senza nessun impegno e lei ne è venuta fuori per caso?!?!?!- urlai indicando la bambina che riprese a piangere. -Sai Logan, lei non c'entra nulla con quello che è successo tra te e suo padre. Lei è solo una povera vittima degli eventi. E lui... lui ha solo cercato di salvare la vita ad una creatura che non aveva nemmeno ancora visto la luce quando lei ha deciso di non volerla.... Non mi aspettavo questo da te.- detto ciò andai ad aprire la porta a cui avevano appena suonato. Accompagnai il medico da Ted e mi cacciò via all'istante per poterlo visitare. Quando tornai in cucina Logan teneva tra le braccia la piccola cullandola, gli sussurrava frasette dolci e lei lo fissava con gli occhioni spalancati e un sorriso gigante. -Sei una principessa... una principessa un po rotonda ma bellissima lo stesso.... hai le stesse fossette del tuo papà... e hai anche le labbra del tuo papà...- e andava avanti così camminando piano. Li osservavo appoggiata allo stipite della porta quando il dottore fece il suo ingresso nella stanza. -Ha due costole inclinate, un braccio rotto, lesioni su tutto il viso e gran parte del corpo... Laila... dovrebbe andare in ospedale...- consigliò il medico. -Lo so... ma sarà lui a scegliere cosa fare...- sussurrai. -Laila... io non so cosa sia successo al ragazzo in quella stanza, che è stato picchiato è evidente... Ma... io non trovo le parole per dirlo con un minimo di tatto...- disse in tono grave. -Che cosa gli hanno fatto?!? Che cosa sta succedendo dottore?!- Logan era sull'orlo di una crisi. Io cercavo di non pensare. Perché pensare voleva dire realizzare qualcosa di troppo difficile. Appena il dottore fece un passo per avvicinarsi a Logan mi affiancai al ragazzo prendendo di scatto la bambina. Avevo bisogno di qualcosa per cui stare calma. -Devo essere sincero con voi, sopratutto con te Laila... Io ho visto molti casi di situazioni familiari disastrose e ripeto che non so assolutamente nulla di cosa stia succedendo, ma quel ragazzo non ha detto una parola. È stato in silenzio a fissare Qualsiasi cosa in quella stanza che non fossi io. L'ho spogliato e l'unica cosa che ha fatto è stata iniziare a piangere in silenzio...- sospirò teso. -Dottore la prego... io... cosa è successo?- Logan pose la domanda così sottovoce che quasi non riuscii a sentirla. -Non so molto... L'ho spogliato, c'erano lividi e segni di percosse su tutto il corpo... la schiena è uno strazio, sembra che qualcuno lo abbia usato come sacco da boxe... una macchia viola parte da metà schiena e arriva fino a poco prima della zona renale... da lì tanti lividi sparsi proseguono fino alle gambe... oh signore a volte ci vuole una forza immensa per fare il mio lavoro...- sussurrò affranto il medico. -Ci sono.... segni di violenza anche nelle zone genitali... servirebbe una visita più accurata per definirlo con certezza ma... Non serve un dottorato per sapere quando si tratta di un caso di stupro... Mi dispiace...- concluse la diagnosi guardando me, che fissavo Logan diventare una lastra di ghiaccio. Il suo viso aveva preso una tonalità verdastra mentre deglutiva a vuoto e i suoi occhi si riempivano di lacrime. Strinse la mano al dottore che andò via in fretta, mentre io realizzavo ciò che era appena stato detto. Afferrai il telefono chiamando Jace e Olee perché sapevo di aver bisogno anche di loro per gestire tutto. Adagiai la bimba nel seggiolone ormai profondamente addormentata per poi avvicinarmi a Logan. -Vuoi andare da lui?- domandai piano. Scosse la testa -No... io vado a vomitare.- e così dicendo corse in bagno, mentre io andavo nella sua stanza per vedere se Ted Avesse bisogno di qualcosa. Appena entrai una scena raccapricciante mi si presentò davanti, il ragazzo si stava vomitando sangue addosso mentre gorgogliava in cerca d'ossigeno. Corsi a sorreggerlo mentre gli sussurravo di stare calmo. Andai in bagno e più in fretta possibile presi delle bacinelle e degli stracci con acqua e aceto per tornare da lui con tutto il necessario per aiutarlo. Bagnai il primo straccio ripulendogli il viso, cercando sempre di non fargli male mentre lui continuava a lacrimare e ha rigettare flotti di sangue. Appena i conati passarono lo adagiai su una pila di cuscini, giusto in tempo per l'arrivo di Olee e del fratello del mio coinquilino che corse dal minore per aiutarlo in bagno, mentre io chiamavo l'olandesino per farmi aiutare. -Olee senti... tu lavori in un ospedale no? Quindi aiutami.. per favore io non posso farlo da sola...- sussurrai disperata. Mi superò senza dire una parola entrando nella stanza di fretta e con freddezza clinica iniziò ad osservare Ted che teneva gli occhi serrati continuando a piangere. -Ciao, io sono Olee... potrei sapere come ti chiami?- chiese gentilmente. -Dov'è Joy? Laila dov'è mia figlia?- chiese tremando. -È in cucina che dorme, Logan tornerà da lei tra poco tranquillo. Ted lui è il ragazzo del fratello di Logan, lavora in un ospedale...- dissi piano. -NON VOGLIO ANDARE IN UN OSPEDALE! Mi porteranno via mia figlia... gli assistenti sociali Laila ti prego non farmela portare via!- urlò. -Ted, io non ti porto in ospedale, cercherò di fare ciò che posso qui e per tutto ciò che non è di mia competenza chiamerò chi può aiutarti... però devi dirmi cosa è successo...- Olee parlò sicuro di se, cercando di convincerlo. -Se vuoi mando via anche Laila... rimaniamo solo io e te.... o se preferisci chiamiamo Logan...- continuò l'olandese . -Non... Non lo so. Io... Logan mi odia! Ieri sera è successo un casino! Era... era tutto così confuso... Mi dispiace di averlo abbandonato così! Mi dispiace... Io avevo paura che lui potesse soffrire con me... e alla fine ha sofferto lo stesso, e forse anche di più...- pianse, urlò e pianse ancora. Olee gli teneva la mano in silenzio mentre anche i miei occhi traboccavano di lacrime amare. Uno scatto della porta mi fece sobbalzare mentre Jace entrava nella stanza posando una mano sulla spalla al fidanzato e gli sussurrava qualcosa nell'orecchio . Uscirono dalla stanza insieme, lasciandomi sola con un Ted disperato, riuscì per miracolo a girarsi su un fianco soffocando un urlo nel cuscino e rigettando un altro sprazzo di sangue che mi affrettai a pulire. -Logan fa la stessa cosa ogni volta che sta male... si mette nel letto, piange, urla, abbraccia il cuscino, spesso vomita... e io sto qui come sto facendo con te adesso, a ripulirlo e cerco di consolarlo... Ted cosa posso fare per te? Oltre a prendermi cura di tua figlia finché non ti riprendi ovviamente.- dissi cercando di rendermi utile. -Mi pianti una siringa piena di candeggina nella tempia?- sussurrò prendendomi la mano e stringendola così forte che riuscii a sentire le dita sul punto di spezzarsi. -Mi friggi il cervello? Per favore... Mi cancelli tutto quello che è successo?- la sua voce era così bassa che temevo di non sentire realmente ciò che mi stava chiedendo. -Ted... Io non posso... Non pensi a Joy? Non pensi a Logan? Come farebbero loro?- risposi incerta. Mi lasciò la mano e in silenzio si rannicchiò abbracciando il cuscino e chiudendo gli occhi. -Vorrei che venisse qui... vorrei vedere quegli occhi nocciola... quello sguardo pieno di meraviglia mentre mi accarezza i capelli...- singhiozzò brutalmente mentre anche la parte più dura di Leila andava in frantumi facendomi piangere disperatamente, non potevo reggere, non riuscivo più a guardare, così uscii dalla stanza ed andai in bagno dove Jace e Olee cercavano di calmare Logan che disperato anche lui piangeva e gridava alla vita infame. Presi i due ragazzi per le braccia e li buttai fuori chiudendo a chiave la porta, feci alzare il mio coinquilino e lo accompagnai nella vasca, dove entrammo insieme e vestiti per poi abbracciarci Forte, cercando un po di conforto in quel contatto.
-Logan...- sussurrai. -Ho paura... ho una paura fottuta... ho paura che non voglia vedermi... se non mi parlasse più... se...- il resto delle parole che uscirono dalla sua bocca erano suoni confusi e senza un filo logico, parole spezzate da singhiozzi così forti da rimbombare nelle pareti. -Tesoro, ascoltami... Lui ha bisogno di te adesso... prima mi ha detto che vorrebbe tanto vedere i tuoi occhi... che vorrebbe sentire le tue carezze sui suoi capelli...- sussurrai piano.
-Ho tanta paura... cosa devo fare adesso? Se gli sto vicino finisce che mi innamoro di nuovo... e se mi innamoro e lui va via come è già successo questa volta io muoio Laila....- disse piangendo. -Allora non farlo andare via Logan. Questa volta tienilo più forte che puoi.- dissi decisa per poi stampargli un bacio sulla fronte e alzarmi tenendogli le mani per far si che si alzasse con me. -Arriverà il momento in cui penserai di non farcela, ma tu resisti e lotta più che puoi per restargli accanto.- sussurrai infine, per poi uscire dal bagno lasciandogli del tempo per pensare.
-----------
LOGAN POV
Mi osservai un secondo allo specchio, per poi decidere di sciacquarmi il viso con l'acqua ghiacciata. Uscii dal bagno in silenzio, Jace mi stava aspettando ma non disse una sola parola, mi fece un timido sorriso d'incoraggiamento così mi avviai verso la mia camera, e una volta poggiata la mano sulla porta presi un respiro enorme entrando. Teddy era steso su un fianco, le lenzuola un po macchiate di sangue come i suoi vestiti, le lacrime scendevano copiose sul viso massacrato. Un moto d'ira mi pervase per qualche secondo, appuntandomi mentalmente di dover parlare con Laila per la spedizione punitiva da organizzare per chiunque l'avesse toccato. Mi avvicinai lentamente, in silenzio per poi inginocchiarmi sul pavimento in modo da esseregli proprio di fronte quando avesse voluto aprire gli occhi. Non riuscii a resistere alla tentazione finendo per passargli una leggera carezza tra i capelli, infilando le dita tra le ciocche soffici ma leggermente incrostate di sangue. Feci per alzarmi ma una stretta ferrea al polso me lo impedì. -Non andare via...- sussurrò Ted. Lo guardai negli occhi e senza dire una parola mi allontanai di poco prendendo la bacinella portata precedentemente da Laila, immergendo la pezzuola e riposizionarmi davanti a lui tamponando delicatamente sulla sua pelle per pulirgli il viso. Chiuse nuovamente gli occhi, senza smettere di piangere, ma io dovevo resistere, non me la sentivo di parlargli... avevo bisogno di tempo. Decisi che era arrivato il momento di levargli quei vestiti sudici, ma quando tentati di spostare la maglia mi cacciò via le mani bruscamente. -Se non hai intenzione di parlarmi o anche solo di brontolare lamentele vattene via. Esci di qui e chiama qualcun'altro...- ringhiò arrabbiato. -Non posso andare via...- sussurrai. -E per quale stramaledetta ragione non potresti????- continuo lui inferocito. -Perché io, non sono te. Non vado via quando hai più bisogno di me. E perché, nonostante siano passati anni, e nonostante tutto quello che siamo stati è rinchiuso in una stanza della mia casa di Liverpool , ti amo ancora...- presi fiato. -Non ho mai smesso di farlo.- conclusi in un sussurro affogato di lacrime.

Sogno Di Una Vita Dimenticata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora