Capitolo 7 - Alley

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Una luce insistente batte sul mio viso, così cerco di aprire gli occhi.
Ho un mal di testa insopportabile.
Improvvisamente mi accorgo di non essere nella mia camera.
Non ho mai visto questo posto, come cavolo ci sono finita qui?
Cerco di ricordare la sera precedente senza molto successo, ho molti vuoti di memoria.
Il locale, i cocktail, Sebastian, la pista, le luci e i colori.
Poi il buoi totale, l'ultima cosa che ricordo sono un paio di braccia muscolose che mi cingono la vita.
Lentamente mi alzo a sedere.
"Sei sveglia finalmente".
No ancora lui no, deve essere un incubo.
"Cosa diavolo ci fai qui Sebastian e dove sono finita, mi hai drogata? Non ricordo nulla di ieri sera, forse mi hai addirittura portata a letto, io.....io"sbotto frustrata.
"Piccola calmati, primo sei a casa mia, precisamente nella mia stanza, secondo non ti ho drogata e terzo non ti ho portata a letto, non mi sarei mai approfittato di te; non ho bisogno di tutto ciò per portarti a letto " ribatte lui prontamente.
"Io non dovrei essere qua, e smettila di urlare rincoglionito, che mi sta scoppiando la testa".
"Stai zitta tu, non hai il diritto di insultarmi sei solo una sciocca, cosa pensavi di fare l'altra sera eh?
Cosa volevi dimostrarmi con quello spettacolino? " mi dice rosso di rabbia.
"Ma che cavolo stai farneticando, ti è andato di volta il cervello?
"Anzi no aspetta che cavolo sto dicendo tu non ce l'hai un cervello " ribatto sorridendo sorniona.
"E quando hai baciato Brendon allora?"mi dice.
"Ma che diavolo stai blaterando idiota, non è affar tuo chi bacio e non mi ricordo di nessun Brendon" gli ripeto.
In quel momento mi viene in mente quel bellissimo ragazzo e sogghignando gli chiedo:
"Non sarai mica geloso eh?"
"Io geloso, figurati, come ti viene in mente, non ti esaltare troppo.
Te lo ho detto solo per fare presente che ti sei comportata veramente da poco di buono quella sera e di smetterla perché tu non sei così, non sei come tutte le altre".
Una punta di delusione mi pervase.
In fondo cosa mi aspettavo, che stupida che sono devo smetterla di immaginarmi le cose.
I suoi occhi iniziano a scorrere sul mio corpo e io mi sento bruciare sotto il suo sguardo penetrante.
Una lieve folata di vento attraversa la finestra e mi sfiora le gambe nude .
Abbasso lo sguardo e mi accorgo che indosso solo un paio di pantaloncini da calcio e una fascia sportiva.
Sento le guance andare a fuoco e velocemente mi copro con un cuscino.
"Mi hai vestita tu così?"
"Pensavi davvero che ti avrei lasciato toccare le mie lenzuola con quel vestito sporco di alcool?"
Lui sbotta in una risata e io passo dall'essere imbarazzata ad essere incazzata.
"Non avevi il diritto di spogliarmi, e smettila di fissarmi pervertito!"
Detto questo gli lancio in faccia il cuscino ed esco fuori dalla camera, percorro velocemente il corridoio e scendo le scale di corsa.
Dietro di me sento un imprecazione e dei passi veloci.
Sorrido vittoriosa pensando di essere in salvo quando due braccia muscolose mi cingono la vita e mi sollevano da terra.
In un secondo mi ritrovo appesa a testa in giù sulla sua spalla.
Inizio a scalciare come una matta ma poi mi blocco appena sento il suo petto vibrare scosso da una fragorosa risata e mi unisco a lui.
Sebastian mi lancia sul divano e poi si butta sopra di me e inizia a farmi il solletico.
Peggio per lui, infatti dopo poco gli tiro un calcio che lo fa cadere dal divano provocando un tonfo.
Dopo poco ci raggiunge tutto trafelato un ragazzo stupendo con addosso solo un paio di boxer.
Il mio sguardo si posa immediatamente su i suoi addominali scolpiti poi dopo si scontra con un paio di bellissimi occhi castani... un momento, ma lui non è Brendon? Oddio si, è proprio lui, ma che diavolo ci fa qui; è uno scherzo?
Mi rivolge un sorriso dolce mentre io sto morendo dall' imbarazzo.
A rompere questo momento è un'imprecazione incomprensibile di Sebastian.
Guardando il suo viso imbronciato non posso fare a meno di scoppiare a ridere; mentre lui sempre più imbronciato incrocia le braccia al petto e serra le labbra carnose.
Dopo un attimo esclamo:
"Potete spiegarmi come vi conoscete e perché io sono qua?"
Loro si lanciano uno sguardo fugace e poi Sebastian risponde:
"L'altra sera sei svenuta in mezzo alla pista da ballo e per fortuna sono riuscito a prenderti al volo, così ho deciso di portarti a casa mia per tenerti sotto controllo e assicurarmi che stessi bene. Lui è mio cugino, Brendon".
Okay, ora era tutto molto più chiaro.
Guardo i due ragazzi ed improvvisamente realizzo che oggi è il primo giorno di scuola, il mio primo giorno al college di San Diego.
Butto l'occhio sull'orologio appeso in salotto e scopro che è mezzo giorno passato ormai, ormai ho perso tutte le lezioni.
"Perché non mi avete svegliata, è tardissimo!"
"Dormivi così bene che mi sembrava un peccato svegliarti ed inoltre ieri sera hai bevuto talmente tanto che prima delle undici non ti saresti neanche tenuta in piedi" risponde tranquillamente Sebastian.
"Bhe allora riportami al dormitorio Honey sarà preoccupata per me ed io non ho il cellulare con me per avvisarla".
"Che ne dici invece piccola di andare a fare un giro, vorrei portarti in un posto" mi propone Sebastian.
"Preferirei di no, Honey sarà preoccupata per me e non voglio recarti altro disturbo " gli rispondo tranquillamente.
"Figurati nessun disturbo dai andiamo " riprova, ma io non voglio cedere; è vero con lui mi sento a mio agio, ma non voglio che abbia troppo potere su di me e non voglio affezzionarmi a lui quindi uso l'unica frase che potrebbe fargli cambiare idea e lasciarmi stare perché in fondo lui non è nulla per me.
"Senti Sebastian sei stato molto carino ad occuparti di me, ma ora devo davvero andare e tu scommetto che avrai di meglio da fare, per esempio non dovresti essere con la tua ragazza?"
La frase ha avuto immediatamente l'effetto che desideravo, la sua espressione diventa fredda e con fare distaccato mi risponde
"È vero hai ragione non vale la pena perdere del tempo con te, tu non ne vali la pena".
Okay, me la sono cercata anche se non posso fare a meno di sentire come un pugno nello stomaco. Era questo l'effetto che mi ero cercata ma non era quello che in fondo volevo.
Alla fine riesco sempre a fare allontanare le persone, è tutta colpa mia ma sono quasi certa che gli passerà o almeno lo spero.
Con un' ultima occhiata gelida si gira e si allontana da me lasciandomi li da sola in salotto ; poco dopo sentiamo la porta di casa sbattere.
Era andato via.
Lontano da me.
Sconsolata porto il mio sguardo su Brendon che mi rivolge un sorriso di comprensione e poco dopo mi abbraccia.
Nelle sue braccia mi sento al sicuro, questo ragazzo ha qualcosa di speciale, sento di potermi fidare di lui.
"Gli passerà non ti preoccupare; ti accompagno io al dormitorio, non è molto lontano da qua" mi sussurra dolce all'orecchio.
Con la testa faccio un segno affermativo e ritorno in camera a vestirmi, prendendo in prestito una maglietta di Sebastian.
Scendo sotto in salotto e trovo Brendon già pronto che mi aspetta.
"Purtroppo dobbiamo andare a piedi la mia moto è dal meccanico"
"Tranquillo non ti preoccupare mi farà bene camminare un pò almeno smaltirò la sbornia" gli rispondo semplicemente.
Così ci incamminiamo.
Ci troviamo in una stradina tranquilla, il loro appartamento dista circa una ventina di minuti.
Tra di noi cala il silenzio ma a me non dispiace.
Ad un tratto esclamo
"Ricordo che l'altra sera ti ho baciato, non so perché l'ho fatto , ero ubriaca senza dubbio ma non mi è sfuggito il fatto che tu non ricambiavi, ovviamente non te ne faccio una colpa per carità, però sarei curiosa di scoprire il motivo della tua reazione"
Lui senza darmi una risposta proruppe in una risata poi guardando la mia espressione interrogativa mi risponde
"Dolcezza sei sempre così spontanea eh, non hai proprio filtri, mi piace"
Io arrossisco e mi fisso la punta delle scarpe che magicamente sono diventate estremamente interessanti.
"Il fatto vedi...è che io sono gay"
Non ci credo, che sfiga tutte a me dovevano capitare.
La mia faccia deve essere abbastanza sconvolta per indurlo a chiedermi il motivo
"Vedi e che tu non sembri affatto omosessuale e poi non mi capacito come i ragazzi più fighi siano spesso gay, che spreco per noi donne" dico in tono melodrammatico portandomi le mani sul cuore.
Questa scena lo fa scoppiare a ridere e dopo poco mi scompiglia tutti i capelli facendomi assumere un'aria offesa.
"Dolcezza sei fantastica ma ora parlami un pò di te"
In un secondo mi irrigidisco, lui se ne deve essere accorto perché subito esclama
"Non volevo essere così invadente, perdonami"
Lui non lo poteva sapere, non è colpa sua.
"Senti Brendon non è colpa tua, diciamo che ho un passato abbastanza complicato, un giorno forse te lo racconterò".
Credo che lui mi abbia capita più di tutti perché la sua espressione passa da essere colpevole ad essere comprensiva ed è questo quello che mi ha colpito di lui. Quando parlo di me alle persone o racconto loro il mio passato loro iniziano a guardarmi con compassione o pietà, cominciano a dire frasi del tipo mi dispiace, povera . Loro non possono capire come io realmente mi senta e non possono scusarsi per cose che non hanno fatto.
Non capisco le persone.
Il resto della camminata trascorre tranquillo, parliamo del più e del meno; ma ormai io non sono più presente, la mia testa sta viaggiando in altri luoghi, ripercorre tutta la mia adolescenza e si chiede che cosa ho fatto di male da meritarmi tutto questo.
Camminiamo. Mi guardo in torno.
Le persone ci sorpassano senza accorgersi di quella ragazza complicata,di quella ragazza con mille problemi, mille difetti, di quella ragazza che ora si interpella sulle sue azioni; di quella ragazza che la notte resta sveglia a pensare, di quella ragazza che ormai non è più la stessa, costretta a crescere ed a cambiare troppo in fretta, lei non si è goduta l'adolescenza, lei non ha mai ricevuto amore o affetto, lei è vuota, incapace di esprimersi o di fidarsi di qualcuno, lei preferisce fidarsi solo di sé stessa perché sa che non la tradirá mai, di quella ragazza che ha problemi a stare in mezzo alla gente,di quella ragazza che si sente sbagliata, diversa. Quella ragazza sono io.
Nessuno si accorge di me o di quello che succede in torno.
"Alley, dolcezza ci sei?" mi domanda Brendon;
"Scusami mi succede spesso non lo faccio apposta, perdonami" mi scuso.
"Non ti preoccupare è stato bello parlare con te, spero di rivederti presto. Cerca di non andare da gente a caso per il college in mia assenza, anzi dammi il tuo numero, ci vediamo dolcezza" e dopo aver preso il mio numero si allontana.
Rimango ferma a fissarlo mentre si allontana.
Anche lui.
Mi giro e suono paziente al campanello aspettando che Honey si degni di aprirmi.

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