"Lascia stare mia figlia, non voglio che tu la veda mai più." La voce di mio padre sembrava arrabbiata, feroce; mi prese per un braccio e mi spinse in casa, lontano da Tobias che era sulla porta, allibito.
"Non puoi farci questo!" gridai.
"Tu sai chi è questo giovanotto? Il primo trasfazione Abnegante dopo lunghi periodi di permanenza nella nostra Fazione: ha gettato un'ombra indelebile su suo padre facendo nascere accuse insensate sul suo conto."
"Mio padre mi picchiava per davvero! Non ho mai inventato nulla. Non sarei andato via se non fosse stata la verità!" I muscoli di Tobias si irrigidirono spaventosamente.
"Bugiardo." Fu il commento di mio padre, prima di sbattergli la porta in faccia. Era furioso come non l'avevo mai visto prima.
Io dal mio canto ero ferita.
"Come hai potuto fare una cosa del genere?"
"Quel ragazzo ha macchiato la nostra Fazione!"
"È stato suo padre a gettare ombra su se stesso!" stavo gridando contro mio padre per difendere una persona che non sapevo se avrebbe fatto lo stesso per me.
"Credi proprio a tutto quello che ti dice eh? Sii prudente con quel ragazzo, è un manipolatore proprio come sua madre."
"Non dirmi cosa devo fare, so cavarmela benissimo da sola. E lui non mi ha manipolato, non mi farei manipolare da nessuno."
Salii in camera mia, con le lacrime che si facevano strada lungo il mio viso arrossato. Mi rannicchiai sul letto e lasciai che tutto mi scivolasse nella mente: lacrime, parole, immagini.
Sentii i leggeri passi di mia madre raggiungermi nella mia stanza. Si sedette sul mio letto senza dire una sola parola. Fui io a parlare per prima, mettendomi a sedere al suo fianco con la mia testa appoggiata alla sua spalla, proprio come quando ero piccola. Le raccontai cosa era successo e, alla fine, lei disse: "Ricordo ancora quando la Fazione aiutò sua madre a fuggire. Il Consiglio non volle, credevano alle parole di Marcus; fu una cosa segreta e io vi partecipai. Io e Evelyn eravamo amiche e lei mi aveva mostrato i segni del suo dolore. All'inizio pensai che non avrebbe dovuto lasciare suo figlio ma lei mi rassicurò dicendomi che sarebbe tornata a riprenderlo e che magari il suo piccolo sarebbe stato il modo per rendere finalmente pubblico lo scempio che suo marito faceva di lei e del loro bambino. Ma Marcus non è e non era affatto stupido: non si è mai vista nessuna traccia di quello che faceva a Tobias."
"Lo colpiva sulla schiena con delle frustate. Nessuno se ne sarebbe accorto se non l'avesse saputo." precisai.
Mia madre mi sorrise, forse era sorpresa dal fatto che lo sapessi. Poi continuò:" tuo padre non ha mai voluto credere ad una singola parola che mettesse in cattiva luce Marcus, la sua amicizia sembrava essere diventata cieca. Ho provato a parlargli più volte ma lui non mi ha mai voluta ascoltare. Il fatto che tu abbia contatti così stretti con il figlio di Marcus... beh... diciamo che per lui è come una sorta di tradimento.
Tu piuttosto, dimmi: quanto importante è per te questo ragazzo?"
In quel momento mi resi conto di non sapere con quali parole rispondere così dissi la prima cosa che mi attraversò la mente:"Per me lui è importante ma sarebbe ancora più importante per me sapere quanto io sono importante per lui." Mia madre mi fissò con uno sguardo di approvazione.
"Sai, spesso quello che noi crediamo degli altri non è esattamente la verità; e così anche gli altri di noi. Noi non sappiamo cosa li ha resi vulnerabili o forti, buoni o cattivi, e non sappiamo quali emozioni e sensazioni hanno nascoste nel loro cuore nei nostri confronti e soprattutto in quelli di loro stessi. Proprio per questo ti chiedo di stare attenta e riflettere. Tu ti sei messa contro tuo padre per un amore che non sai se è corrisposto, vero? Bene, è un gesto eroico e da ammirare ma ora voglio che tu ti chieda: lui l'avrebbe fatto per me? " Poi mi lasciò un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza.
Nelle mie orecchie risuonava ancora quella domanda:
Lui l'avrebbe fatto per me?
Avevo bisogno di una risposta.
Sicuramente l'avrei trovata se gliel'avessi chiesto ma non potevo. O forse non volevo.
Poi mi venne in mente l'immagine di Tobias contro sua madre, pronto a difendermi.
sì che l'avrebbe fatto.
"Tu non sei una distrazione per me,Tris" mi aveva detto
"Io credo di essermi innamorato di te" mi aveva detto.
Però se avesse voluto difendermi di nuovo stavolta, mi avrebbe presa e portata con sé, lontano.
Forse non l'avrebbe fatto.
Forse l'ha fatto una volta perché aveva ancora bisogno di me.
Forse ora non ha più bisogno di me.
Forse mio padre aveva ragione.Era notte fonda quando un colpo contro il vetro della finestra mi svegliò.
"Tris, stai bene?"
C'era solo una persona che mi chiamava in quel modo.
Scesi dal letto e aprii la finestra per farlo entrare.
"Cosa ci fai qui? Come hai...?"
"Mi sono arrampicato e fortunatamente il palazzo non è molto alto." Sorrise, come se fosse fiero della sua impresa. "Volevo sapere come stavi, avevo paura che... beh... tuo padre era arrabbiato e temevo che ti avrebbe fatto del male, ecco."
Lo rassicurai e aggiunsi:" Sono contenta che tu sia qui."
Mi lasciò un bacio sulle labbra, un bacio che sapeva di amore e di nostalgia, un po' come il primo.
"Buonanotte Tris."
Poi schizzò via fuori dalla finestra.
Adesso avevo la risposta alla mia domanda.
__________________Quella notte sognai Tris.
Non ricordo in che contesto, ricordo solo che c'era lei.
Sorrideva, era bellissima.
Ma non c'era nulla di particolare in quel sogno.
Eravamo solo io e lei.
Capii in quel momento che non mi serviva altro per rendere tutto quanto bellissimo, capii che lei era esattamente tutto ciò di cui avevo bisogno.
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||Beating Heart||Fourtris♡
FanfictionSemplicemente Tris e Quattro, con un retroscena un po' diverso. Quattro è bisognoso di libertà e lascia gli Intrepidi; Tris è una ragazza fragile, sempre alla ricerca del suo posto nel mondo e desiderosa di abbandonare la sua noiosa quotidianità...