Prologo

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I crediti per la cover vanno a Memloveslou ❤😘
Grazie mille tesorino 😍❤

Il suo sangue caldo e brillante scorreva senza sosta sulla sua pelle pallida.

Sul suo collo erano visibili i segni di un'arma da taglio, da cui colava il suo sangue, dipingendo di rosso brillante la bianca camicia che indossava e il verde prato su cui era disteso

Il suo nome era Ben, o almeno così c'era scritto sulla piccola targhetta a destra del suo torace. Lavorava come commesso in un bar, se non sbaglio.

Mi asciugai con la mano le piccole goccioline di sudore che si erano formate sulla fronte e non nascosi un sorriso soddisfatto. 

"Grazie mille Ben, troppo gentile" sorrisi falsamente, sfilando il suo portafoglio grigio dalla sua divisa da lavoro. Sul suo viso del castano era dipinta un'espressione di puro terrore e gli occhi, ormai vitrei e smorti, erano rimasti spalancati.

Conficcai per l'ultima volta la lama del coltello nel suo torace, facendo sgorgare altro liquido rosso.

Pulii le mie mani sulla camicia del ragazzo, lasciando impronte di sangue, per poi alzarmi in piedi.

Lasciai l'arma conficcata nella sua carne, in modo che completasse l'opera.
Rivolsi un ultimo sguardo al corpo senza vita, per poi sollevare il cappuccio della mia amata felpa nera, coprendomi fino a metà del viso.

Mi chiamavo Louis William Tomlinson ed ero un assassino. Il più temuto a dire la verità. 

Sobbalzai improvvisamente, sentendo quel suono stridulo e fastidioso farsi sempre più vicino.

"Cazzo! " sussurrai stringendo i denti, cominciando a correre all'impazzata.
Le luci delle sirene illuminavano di blu e di rosso il buio della notte.
Mi girai leggermente, continuando a muovere velocemente le gambe. Le macchine dei poliziotti di stavano avvicinando sempre di più, sfregando prepotentemente le loro ruote contro l'asfalto.

Il suono stridulo si fece sempre più sentire, esattamente come il mio respiro affannato.
Vidi la mia macchina grigia parcheggiata a pochi metri di distanza e mi affrettai a raggiungerla.

Continuai a correre a fatica, sentendo i polmoni bruciare e le gambe cedermi. Cercai disperatamente le chiavi nelle tasche dei miei jeans scuri, fino a sentire il loro metallo freddo a contatto con il mio palmo.

Il suono delle sirene continuava a infrangersi contro i miei timpani e cominciai a sudare freddo. Con mano tremolante aprii la portiera ed entrai nel veicolo.
Mi sedetti velocemente davanti al volante, azionai il motore e spinsi il piede sull'acceleratore.
Sfrecciai sull'asfalto della strada, sentendo il cuore battere contro il mio petto.

Alcuni colpi di pistola riecheggiarono nella tranquillità della notte, facendomi sobbalzare.

"PRENDETELO!!! " sentii urlare qualcuno, sicuramente un poliziotto, per poi vedere dallo specchietto retrovisore le loro macchine a pochi metri da me.

Misi una mano sotto al sedile, tenendo con l'altra il volante, cercando con l'altra la mia ultima àncora di salvezza.
Avvolsi la mia mano attorno alla plastica grigia, sollevandola lentamente.

Guardai compiaciuto l'oggetto, per poi abbassare il finestrino. Lanciai il palloncino, se così si può chiamare, davanti ai veicoli alle mie spalle, per poi premere più forte sull'acceleratore. Alzai velocemente il finestrino, per poi posare lo sguardo sullo specchietto retrovisore.

Una nube di fumo grigio impediva la visuale a chiunque e sentii tossire alcune persone. Perfetto, ora potevo scappare senza essere inseguito.

Dopo una decina di minuti arrivai davanti al mio appartamento vecchio e malandato. Parcheggiai, per poi scendere velocemente dal veicolo. Chiusi con forza la portiera e mi avviai verso il portone.

Feci scattare la serratura ed entrai nella struttura, camminando nel buio corridoio. Arrivai davanti all'ascensore e premetti sul bottone con inciso il numero '5'.

Le porte scorrevoli si chiusero e la cabina cominciò a salire lentamente. La lampadina, ormai quasi fulminata, emetteva lampi di luce a tratti, mentre l'ascensore cigolava in modo sinistro.
Mi abbassai il cappuccio della felpa, scompigliando leggermente i miei capelli sudati e appiccicosi. Le porte si aprirono lentamente.

Non persi tempo ad avvicinarmi alla porta della mia casa. Inserii le chiavi nella serratura e la feci scattare. Una luce accecante si scontrò contro i miei occhi, omai abituati al buio.

"Oh, tesoro, sei tornato? " domandò la ragazza, alzandosi dal divano macchiato e rovinato.
Tra le sue labbra impiastricciate di rossetto rosso teneva una sigaretta accesa, da cui usciva del leggero fumo grigio.

" Ciao Dani, la polizia mi ha trovato di nuovo, ma non mi hanno preso" sospirai, chiudendo la porta alle mie spalle. Buttò la sigaretta per terra, calpestandola con il tacco, per poi avvicinarsi a me.

" Capisco... Quindi in questo momento sarai molto stressato... " mi rivolse un sorriso provocante, accarezzando il mio petto con le sue dita, leccandosi le labbra.

" Oh tesoro, eccome" sorrisi di rimando, poggiando le mie mani lungo i suoi fianchi.

"Che ne dici di alleviare questo stress?" Si morse il labbro, appoggiando la sua mano sopra la patta dei miei pantaloni.
Mi lasciai sfuggire un gemito, per poi stringere il suo seno grande e sodo nelle mie mani.

Danielle appoggiò le sue labbra sulle mie, facendomi sorridere. Le nostre lingue cominciarono a muoversi in sincronia, trasportandoci in un bacio bagnato e passionale.

Si staccò da me poco dopo, per poi avvicinare le labbra al mio orecchio.

"Scopami" sussurrò stringendo la mia erezione attraverso il tessuto dei miei pantaloni, facendomi indurire maggiormente sotto il suo tocco.

"Subito tesoro" sussurrai di rimando, stringendo il suo sedere e facendo allacciare le sue gambe al mio bacino.

La spinsi con poca grazia sul divano, sdraiandomi sopra di lei. Alzai il suo vestitino nero corto, scoprendo il suo perizoma rosso. Sfregai un dito sopra la sua intimità, facendola contorcere. Il tessuto delle sue mutandine si inumidí sempre di più, facendomi laccare le labbra.

"Fammi tua, Louis. Non posso più aspettare " gemette, spingendo il suo bacino contro la mia mano.

Il rumore del campanello spezzò l'atmosfera, facendoci sbuffare.

Mi spostai dalla ragazza, andando ad aprire. Davanti a me torreggiava un omone alto e grassoccio, con la divisa da carabiniere. Deglutii a disagio, indietreggiando.

" Buonasera Tomlinson" sorrise falsamente l'uomo, afferrando bruscamente il mio braccio.

Estrasse delle manette dalla tasca dei suoi pantaloni, mentre io mi dimenavo con tutte le mie forze, inutilmente.

Avvolse il metallo freddo attorno ai miei polsi, per poi afferrare il mio avambraccio.

"Ha il diritto di rimanere in silenzio" disse in tono duro trascinandomi fuori dal mio appartamento, sotto le mie imprecazioni e le lamentele di Danielle.

SPAZIO PERSONA DISAGIATA 🙈❤

Zalve personcine carine 😍

Terza storia... Aiut! Ora ho tre storie aperte, sono pazza...

Spero che questo nuovo racconto disagiato vi piaccia ❤.

Lo so che mi odiate per aver messo la nostra Sassy Queen etero, ma vi giuro: stava venendo il voltastomaco anche a me.

Forse stasera uscirà un nuovo capitolo di "Do you belive in me, now?" e domani uno nuovo di "Scandal" ❤😘

Vi ricordate quando Scandal era una storia seria, con un """senso logico""" e per niente disagiata?
Ah, che bei tempi...

Anyway

Keep calm
And
Be kebabbaro

PAST   ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora