Capitolo 3

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"Prego, si accomodi" l'uomo mi sorrise, indicando una sedia in legno.

Mi sedetti svogliato, mettendomi le mani nelle tasche della felpa. Mi guardai attorno.

La stanza era piccola e spoglia. All'interno vi erano solo due sedie e un tavolo a separarle. Sopra la scrivania erano adagiati dei fogli, sparsi in modo disordinato, scritti in modo molto fitto.

Il commissario si sedette sull'altra sedia, appoggiando i gomiti sopra la scrivania.

"Nome e cognome per favore" sussurrò prendendo un foglio e una penna nera.

"Mi stai prendendo in giro? " domandai infastidito, alzando un sopracciglio. L'uomo scosse la testa, sbuffando annoiato.

" Nome e cognome per favore" ripeté con voce più decisa, muovendo la penna tra le sue dita.

"Louis William Tomlinson" sbuffai alzando gli occhi al cielo, battendo il piede contro il pavimento. L'uomo scrisse velocemente qualcosa, per poi riportare lo sguardo su di me.

"Oggi, 22 Novembre 2018 lei si trova presso il carcere di St. Gregor, per raccontarci la sua versione dell'accaduto " sussurrò, muovendo velocemente la penna sul foglio.

" C'è proprio bisogno di dirlo?" roteai gli occhi, facendogli corrugare le sopracciglia.

"È la legge signore" disse senza cambiare espressione.

"Lei è stato accusato di aver compiuto diversi omicidi e di un tentato stupro. Non è così? " domandò portando il suo sguardo su di me, facendomi serrare la mascella.

" Vada dritto al punto" sussurrai sentendo il sangue ribollirmi nelle vene, per poi chiudere le mie mani in due pugni.

"Si rilassi signor Tomlinson. Io sono qui per ascoltarla" disse in tono calmo. Sospirai frustrato, inventando la prima scusa che mi venne in mente.

"È stato un orribile equivoco. Io non ho mai ucciso nessuno. Forse mi avete confuso con qualcun'altro" bisbigliai abbassando lo sguardo, per poi riportarlo sulla guardia.

"Quindi lei mi sta dicendo che non ha mai tolto la vita a nessuno e che l'abbiamo confuso con un assassino somigliante a lei? " domandò l'uomo con un sopracciglio alzato.

" Esattamente. Sono innocente. Sono sposato e sono un cittadino del tutto onesto" cercai di mantenere il tono di voce sicuro, sedendomi meglio sulla sedia scomoda.

"Capisco. E mi dica... Cosa sono quelle macchie rosse sulla sua felpa? " domandò indicando l'indumento, facendomi sbiancare leggermente.

" Oh, queste? " domandai nervoso, prendendo un lembo di tessuto tra le mie dita.

" Solo normalissimo Ketchup. Ero con i miei amici e stavamo mangiando degli hamburger. Mi sono sporcato di salsa senza volerlo" alzai le spalle indifferente, facendo sorridere leggermente l'agente.

"Oh, interessante. Allora non le importa se faccio questo" si alzò dalla sedia, dirigendosi verso di me. Alzò leggermente la mia felpa, scoprendo un lembo di pelle nuda, facendomi sgranare gli occhi.

"COSA CAZZO STA FACENDO??? " domandai infuriato. L'uomo sospirò, togliendomi definitivamente l'indumento.

" Si rilassi signore. Mi serve come prova" disse dirigendosi verso la scrivania. Aprì un cassetto, creando un rumore sordo, estraendo una busta di plastica.

Infilò la mia felpa dentro di essa, per poi chiuderla.

Premette un bottone alla sua destra, facendo rimbombare una sorta di allarme tra le mura della stanza.
Deglutii a vuoto, sentendo una sorta di paura impadronirsi di me.

Dopo pochi secondi una ragazza sulla ventina entrò nella stanza.

"Jacob, che succede?" domandò preoccupata.

"Ho bisogno che porti questa in laboratorio. Se ce la fai, procura anche una maglietta al signore" sorrise, facendo tranquillizzare la biondina, porgendole la busta.

"Oh, certamente. Buona giornata" sorrise afferrando la busta.

"A dopo Nicole" disse la guardia, guardando la ragazza uscire dalla stanza e chiudere la porta.

"Cosa c... centra il laboratorio? " balbettai spaventato, deglutendo a fatica.

"Oh, niente di che. Vogliamo solo accertarci se le macchie sulla sua felpa hanno lo stesso DNA del sangue della vittima. Ma non si deve preoccupare, in fondo è solo Ketchup, giusto?"  domandò strizzandomi l'occhio, facendomi annuire titubante. Stronzo.

"Io so che sta mentendo, signor Tomlinson" affermò improvvisamente, facendomi scorrere un brivido lungo la schiena. Negai con la testa, facendogli alzare gli occhi al cielo.

"Lo vedo dai suoi movimenti. Distoglie spesso lo sguardo e la sua pupilla si dilata. Il suo corpo è bloccato, non è rilassato. Inoltre, quando mentiamo, diminuisce la lacrimazione quindi tendiamo a sbattere le palpebre più spesso. Ora parliamo della maglietta. Il Ketchup ha un colore acceso e rimane tale. Il sangue si coagula e assume un colore più scuro ad ogni secondo fuori dal corpo. Mi dica, ha altre scuse?" ridacchiò, facendomi rabbrividire.

"Ma... Nonostante le mie ipotesi, solo i risultati del test stabiliranno la verità. Per ora può raggiungere i suoi compagni e fare colazione. È stato un piacere" sorrise porgendomi la mano, alzandosi dalla sedia. Mi alzai di rimando, ignorandolo.

La mensa era a pochi passi dalla sala, quindi la trovai quasi subito. L'odore che emanavano gli alimenti non era molto invitante, ma nonostante questo mi diressi verso il bancone.

L'inserviente versò della poltiglia giallastra nella mia scodella, per poi fare lo stesso con il carcerato vicino a me.

"È uno scherzo? " domandai schifato, storcendo il naso a quel odore nauseabondo. La donna sbuffò, mettendosi le mani sui fianchi.

" Siediti e levati. Ci sono persone che aspettano di mangiare" alzò gli occhi al cielo, facendomi inorridire.

"Io non mangio questo schifo" sbottai, lanciando il vassoio sul pavimento, producendo un rumore sordo. Gli sguardi dei presenti si puntarono subito su di me, facendomi sbuffare.

"Perfetto. Può andare benissimo a sedersi. Oggi niente colazione per te" affermò risoluta la cuoca, indicandomi un tavolo.

Mi incamminai imprecando parole sotto voce, per poi sedermi davanti ad un tavolo vuoto.

Tamburellai annoiato le dita sopra la superficie bianca del ripiano, per poi sentire un rumore cigolante di sedia, stridere al mio fianco.

"Guarda chi si vede! " parlò felice Zayn, dandomi una pacca sulla spalla.

" Lasciami in pace kebabbaro " sbuffai guardandolo male, facendogli alzare gli occhi al cielo.

" Vedo che non hai la tua porzione. Uhh, mai far arrabbiare Wendy" ridacchiò facendomi serrare i pugni.

"Com'è andato l'interrogatorio? " domandò cambiando discorso, portandosi una porzione di cibo alla bocca.

" Hanno capito tutto. Sono nei guai" sospirai, facendo spalancare gli occhi all'altro.

"Fratello, non andrà a finire bene" parlò, portandosi nuovamente la forchetta alla bocca.

"Lo so. Come minimo mi daranno l'ergastolo " ridacchiai nervoso.

E successe davvero così; il giudice era irremovibile.

" Louis Tomlinson è stato dichiarato colpevole" non dimenticherò mai il suono di quelle parole, accompagnate dal tonfo del martelletto contro la superficie in legno.

"Domani ci sarà quello psicologo nuovo " parlò Luke, facendomi sospirare.

" Lo so. Farò il mio meglio per fargli passare l'inferno. Si pentirà di essere nato" sghignazzai maliziosamente, facendo piegare le labbra del biondo in un sorriso divertito.

SPAZIO PERSONA DISAGIATA 🙈

È FINITO IL PRIMO MESE DI SCUOLA.
SEMBRA UN'ETERNITÀ

PAST   ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora