Capitolo 1

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"LASCIAMI BASTARDO!" urlai a pieni polmoni, cercando di sfuggire dalla presa dell'uomo. 

Il poliziotto non mi rispose, si limitò solamente a spingermi dentro la macchina.
Chiuse la portiera con un tonfo sordo, per poi sedersi al posto del guidatore.

"SE MI LASCI, TI RISPARMIO LA VITA" urlai ancora, allontanando con forza i miei polsi, cercando di spezzare le manette.

"Parlerai di questo con il giudice" ridacchiò azionando il motore.
Sentii il sangue ribollirmi nelle vene e dovetti fare un respiro profondo per calmarmi.
Mi affacciai al finestrino, osservando gli alberi e le case scorrere veloci davanti ai nostri occhi. Le luci della città rendevano l'ambiente notturno leggermente più allegro.

"Ti interessa un bel gruzzolo di verdoni?" domandai improvvisamente, rivolgendo lo sguardo verso l'uomo.

"Che intendi dire?" domandò inarcando un sopracciglio, guardandomi attraverso lo specchietto retrovisore.

"Hai sentito. Ho un portafoglio qui con me"  strizzai l'occhio, guardando la tasca dei miei jeans malridotti. 

"Signor Tomlinson, non mi interessano questi tipi di affari. Che i soldi siano suoi o di qualcun'altro" rise ad alta voce, ripuntando poi lo sguardo sulla strada.

"Vaffanculo" bofonchiai, assottigliando lo sguardo. Appoggiai lentamente la testa al finestrino.
Vidi delle piccole luci blu brillare nel buio, mentre un'enorme struttura diventava sempre più grande davanti ai nostri occhi.

"Quanto ti daranno? " domandai improvvisamente al poliziotto. Lo vidi corrucciare la fronte, per poi parlare.

" In che senso? " domandò confuso, non distogliendo l'attenzione dalla strada.
" Hai catturato Louis William Tomlinson. L'assassino ricercato da anni. Quante sterline riceverai di ricompensa? " strinsi i denti innervosito, guardandolo di sottecchi.

Una sonora risata invase il veicolo, seguita dalla voce dell'uomo.
" È il mio lavoro, non siamo più nel Medioevo. Non sei così importante come credi" ridacchiò divertito. Premetti le labbra una contro l'altra, formando una linea sottile, per poi stringere forte il metallo freddo delle manette. La vena del mio collo cominciò a pulsare contro la mia pelle e l'ira si impadronì di me.

"Tu non sai con chi stai parlando. Potrei ucciderti se solo volessi... " biascicai in tono roco e basso, stringendo i pugni fino a fare diventare le nocche bianche.

L'uomo deglutì leggermente, per poi tamburellare le dita sopra la gomma nera del volante.

" Mi piacerebbe parlare ancora con te, ma siamo arrivati" sussurrò, accostando il veicolo vicino ad altre macchine.

Erano tutte della polizia, le sirene blu e rosse illuminavano il buio.
Alcuni poliziotti erano in piedi vicino ai mezzi, parlottando tra loro.

Alzai di poco lo sguardo.
Una struttura grigia e triste torreggiava a pochi metri da noi.
Presi il piercing sopra il mio labbro tra i miei denti, facendo scontrare il caldo della mia lingua con il freddo metallo.

Sentii la portiera aprirsi e vidi due omoni alti e grossi davanti a me. Le divise blu erano illuminate a tratti, a causa dei lampioni mal funzionanti; mentre i distintivi al lato delle loro camicie brillavano nel buio.

Mi afferrarono velocemente per gli avambracci, tirandomi fuori dal veicolo. Aumentarono la stretta delle loro mani contro la mia carne, facendomi male.

Mi trascinarono verso l'edificio, senza proferire parola. Alcuni agenti ci fissavano impassibili, seguendo con lo sguardo tutti i nostri movimenti, mentre gli altri bisbigliavano qualcosa nell'orecchio del collega vicino.

PAST   ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora