Due uomini furono i primi ad avvicinarsi a ciò che rimaneva della vecchia Mercedes grigia. E a quel punto risultò evidente che era stata una Lincoln nera a urtarla frontalmente. Il motore era schiacciato e le due automobili sembravano incastrate l'una nell'altra. Se non fosse stato per il colore,era quasi impossibile distinguerle. Lì nei pressi si aggirava una donna,che piagnucolava e mormorava frasi tra sé,ma sembrava illesa e due degli automobilisti che arrivarono dopo poco l'incidente le si avvicinarono. Intanto due uomini cercavano di dare un'occhiata all'interno della macchina. Uno di questi aveva una torcia elettrica e sembrava un'operaio;l'altro,un giovanotto,aveva già dichiarato di essere un medico.
<<Lei vede qualcosa?>> domandó l'uomo con la torcia elettrica accorgendosi di tremare da capo a piedi. Aveva visto molto cose,ma mai niente di simile.
In un primo momento nell'interno dell'auto sembró che il buio fosse completo malgrado i lampioni;tutto sembrava cosí schiacciato,così compresso che era praticamente impossibile capire chi si trovasse a bordo.

Ma alla fine, lo videro. Aveva la faccia coperta di sangue,tutto il corpo compresso in uno spazio assurdo,la nuca schiantata contro la portiera,il collo piegato con un angolo impossibile. Fu subito chiaro che era morto,anche se il dottore gli cercó disperatamente il polso.
<<Quello al volante è morto>>,disse a voce bassa al suo compagno,che puntó la torcia sul sedile posteriore e si trovò a fissare gli occhi sbarrati di un giovane. Era cosciente e sembrava che si fosse reso conto di quello che era successo,ma non riusciva a dire una parola e continuava a fissare a occhi sbarrati l'uomo che puntava la torcia.
<<Come ti senti? Tutto bene?>>domandó a Brian,il quale gli rispose con un accenno di assenso. Aveva un taglio su un sopracciglio e doveva aver battuto con violenza la fronte contro qualcosa,forse addirittura contro Filippo stesso. L'uomo cercò di aprire la portiera ma le lamiere erano talmente incastrate che non riuscí.
<< La pattuglia stradale dovrebbe essere quí a momenti,figliolo.>> Cercó di parlare con calma e Brian annuì di nuovo. Pareva che non riuscisse a pronunciare nemmeno una parola;evidentemente era sotto choc. Il medico si spostò indietro per dare un'occhiata a Brian attraverso il finestrino aperto. Fu soltanto allora che avvertì una specie di lamento provenire dal sedile posteriore,di fianco al ragazzo. E poi un gemito acuto che si trasformò in un grido lacerante. Era Beatrice. Il dottore girò rapidamente intorno all'auto e l'altro soccorritore, fermo sull'altro lato,puntò la luce proprio su di lei. Fu così che,improvvisamente,la videro. Era rimasta schiacciata tra il sedile posteriore e quello anteriore;dava l'impressione che le sue ginocchia erano rimaste incastrate; e Beatrice cominciò a singhiozzare istericamente ripetendo che non riusciva a muoversi,urlando che le faceva male...e loro cercarono di calmarla,Brian continuava a fissarla con gli occhi sbarrati e con aria confusa;poi mormorò qualcosa di vago a Filippo.
<<Fatevi coraggio>>disse a tutti e due l'uomo con la torcia. <<Stanno arrivando i soccorsi>> infatti si potevano sentire le sirene che si avvicinavano. Ma gli urli e gemiti di Beatrice adesso,sembravano sempre più acuti.
<<Non posso muovermi...non posso respirare...>>ansimava: pareva senza fiato,e fu a quel punto che il medico decise di occuparsi di lei e cominciò a parlare con voce calma.
<<Stai bene...tranquilla...fra un minuto ti tiriamo fuori...ecco,adesso cerca di respirare lentamente...qua... stringimi la mano...>>
Era riuscito nel frattempo ad allungare la sua mano all'interno della macchina e a prendere la sua;poi si accorse che quella della ragazza erano coperte di sangue perchè aveva cercato di toccarsi le gambe. In ogni caso,il fatto che fosse cosciente e gli parlasse era già un buon segno. Per quanto danneggiate potessero essere le sue gambe,lei era viva e c'erano buoni motivi di sperare che sarebbe riuscita a cavarsela.
Fu in quel momento che l'uomo che impugnava la torcia li lasciò per un attimo: aveva infatti visto la figura di una ragazza svenuta sul sedile anteriore. Fino ad allora era stata quasi invisibile,tanto che era scivolata in basso. Il dottore continuò a occuparsi di Beatrice,mentre l'altro soccorritore cercava di aprire la portiera nella speranza di liberare la ragazza. Ma tutto fu inutile. La ragazza non si era mai mossa e continuò a non muoversi anche quando lui,allungando una mano attraverso il vetro rotto,cercò di toccarla. Allora si rivolse al medico mormorandogli qualcosa sottovoce e questi,dopo avergli lanciato un'occhiata,gli rispose che secondo lui doveva essere morta,come il ragazzo al volante. Ma dopo un attimo preferí controllare,quando toccò il collo della ragazza si stupí nel sentire un battito,lievissimo,anche se ebbe l'impressione di non stentirla nemmeno respirare.

'L'amore immenso di una madre'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora