Le guance che bruciano.
La circolazione delle mani bloccata.
Un'altra mano che stringe la mia.
Luce.
Apro gli occhi."Papà" -la prima cosa che vedo, la prima cosa che mi rende felice.
"Tesoro". Gli brillano gli occhi quando parla di me, mi fa sentire importante quando succede. Sento che, almeno a qualcuno, importa di me.Riacquisisco la lucidità nella mia stanza, ma mi ci vuole parecchio tempo per tornare in me. Ho una fascia che va dal collo al braccio, e non riesco a muoverlo, la nausea e mi gira la testa. Mia madre e mio padre sono di fianco al mio letto, e non fanno altro che fissarmi da quando sono uscita da quella maledetta sala operatoria.
'La Ragazza In Nero' (chiamerò così la mia strana compagna di stanza fino a quando scoprirò il suo nome) dorme, mi sembra che in questo fottutissimo ospedale non si faccia altro che dormire.
Arrivano degli infermieri che mi chiedono come mi sento, ma quando sforzo le corde vocali per rispondere, un ennesimo bruciore mi assale la gola e me lo impedisce.
Panico.
"Tutto normale Talia, nel giro di mezz'ora dovresti tornare a parlare" -mi rassicura uno degli uomini dal camice bianco. Dovrei?Un' infermiera molto giovane inserisce del liquido nella flebo, mentre altri tre mi controllano gola, braccio e gambe.
Quando finalmente se ne vanno, scrivo a Nathan.
-Per tua sfortuna sono ancora viva, dovrai sopportarmi ancora per un po'😏❤
-O mio dio è tutta la mattina che aspettavo un tuo messaggio, quando posso venirti a trovare?❤
risponde subito.
-Non lo so devo chiedere ti faccio sapere❤
Continuiamo a scriverci per un po', metto le cuffiette e parte Dangerous Woman di Ariana Grande, adoro quella canzone. Vado avanti ad ascoltare la musica fino ad addormentarmi.Mi sveglio all' improvviso, sudata, con le lacrime agli occhi, mi alzo a sedere di scatto e urlo "No, Ash!". Almeno la voce c'è. Mia madre e mio padre corrono subito verso di me per vedere cosa sta succedendo. "Ho fatto un sogno tremendo" -dico loro.
Mia madre mi accarezza il braccio ma, per fortuna, non mi chiede che cosa ho sognato: fin da piccola ho sempre odiato raccontare i miei incubi, forse per paura che si avverassero.
Ma questo era il peggiore dei miei incubi: era una specie di flashback di quando sono svenuta nel palco, ma c'era Ash lì di fianco. Lei mi guardava ma non faceva nulla, anzi, rideva.. Rideva e ad un certo punto svanì.Una volta calmata, prendo il telefono e guardo che ore sono: l' una e venti.
Nessun messaggio da parte di Ash, e comincio a pensare che dovrei chiederle perché non ha risposto al mio messaggio, ma prima voglio con mia madre che non sa ancora nulla.Non ci penso neanche a mangiare, e non penso nemmeno che posso. Da quello che ho capito, posso bere solo the, se così si può chiamare quella specie di acqua lasciata in macchina d'estate che servono qui, fino a domani.
Mio padre mi saluta e va a lavoro, così mi faccio forza e decido di parlare a mia madre di Ash.
"Mamma, devo parlarti"- faccio.
Lei si siede, sospira e mi dice: "Dimmi pure, tesoro."
"L'altro giorno ho scritto ad Ash, l'intervento era fissato per quel giorno e lei non sapeva che fosse stato rimandato. L'ha visualizzato ma non mi ha risposto, non mi ha più scritto e non ho avuto il coraggio di riscriverle.. non so cosa fare" -sospiro e abbasso la testa."Immaginavo che fosse successo qualcosa, non ti è più venuta a trovare e stavo aspettando che me ne parlassi. Se ti va, posso chiamare sua madre e chiederle cosa sta succedendo"
"Grazie mamma"-rispondo marcando un sorriso e abbracciandola.La chiama subito e, dopo qualche squillo, le butta giù.. Tale madre, tale figlia.
Una settimana dopo l' intervento, tutto rimane invariato: il cibo schifoso che servono alla mensa, Ashley e sua madre che non si fanno vive, ed Eva -ho scoperto che questo è il nome della mia strana compagna- continua ad ignorarmi e ad indossare le maniche lunghe nonostante faccia sempre più caldo.
Per fortuna Nathan viene a trovarmi ogni pomeriggio, ricevo molto spesso anche visite di compagni, amici e familiari, e ieri mi hanno tolto le bende dal braccio e la flebo, così almeno posso muovermi in pace.Papà è in viaggio in Olanda e ha detto che al suo ritorno mi porterà qualcosa di speciale, intanto non mi stacco dal braccialetto che mi ha regalato prima che succedesse tutto ciò. Stay strong, c'è scritto. Sembra quasi un avviso, come se qualcuno avesse saputo già tutto fin dal principio e avesse voluto avvisarmi.
Secondo il parere dei medici, l'intervento è andato a buon fine e tra due giorni devo iniziare con la chemio. Addio capelli. Addio danza. Addio tutto.
Ho ricominciato a mangiare alla normalità, dato che altrimenti sarà dura superarla. La paura mi assale sempre di più e ogni minuto che passo su questo maledetto lettino non fa altro che farla crescere.
Mia madre ha dovuto riprendere a lavorare regolarmente, così ora dovrò passare sola la maggior parte della giornata, o meglio, dovrò fare finta di passarla da sola, dato che nella mia stanza una presenza in nero continua ad ignorarmi.
Forse ha solo paura, forse è solo timida e sta aspettando un mio segnale: dopotutto, lei mi ha fatto gli auguri per l'intervento e dopo di questo non le ho più parlato.
Mi sono stancata, non starò qui il resto dei miei forse-ultimi-giorni sola come un cane. Mi alzo e mi dirigo verso la sua parte della stanza, tapezzata da poster di gruppi metal che non ho mai visto in tutta la mia vita, e mi siedo nella sedia di fianco.
Si volta con un' espressione interrogativa, si toglie le cuffie e inaspettatamente si alza a sedere sorridendo.
"Piacere, Talia". -dico allungando il braccio.
"Già, ho letto il nome della carteletta ai piedi del lettino. Sono Eva".
"Hey, pensi di essere l'unica che legge i nomi nelle cartellette?"- ribatto ridendo.
"Siediti pure" -dice indicandomi lo spazio vuoto del lettino.È molto più solare di quanto mi aspettassi, ed è anche la prima volta che la vedo sorridere. È davvero bella, con i suoi capelli neri boccolosi e il bianco splendente dei denti perfetti che risaltano nelle labbra coperte di rossetto nero.
Mentre mi accomodo, abbassa gli occhi: il sorriso svanisce subito e ha lo sguardo perso... voglio scoprire di più su questa ragazza.
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CHILLS. -Brividi.
Teen FictionTalia, una ragazza di 18 anni con una vita perfetta e una grande passione per la danza. Ma quando, per colpa di un tumore, la vita le porrà dei limiti e dovrà scegliere se vivere o se essere felice, tutto cadrà e ogni sogno si trasformerà nel suo pe...